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Inceneritore: fidarsi della V.I.A.?

Coordinamento per la corretta gestione dei rifiuti

Il presidente Dellai ha dichiarato che sul problema dell’inceneritore nulla è stato deciso definitivamente, che l’ultima parola spetterà alla Valutazione d’Impatto Ambientale (la V.I.A.), sulla localizzazione, sulla tecnologia, sulla potenzialità.

In altre occasioni, però, lui stesso, l’assessore Berasi, tecnici provinciali preposti e lo stesso "Piano provinciale di smaltimento rifiuti" hanno invece data per certa la localizzazione (ad Ischia Podetti), hanno appoggiato un’unica tecnologia, hanno affermato la necessità di un impianto di grossa potenzialità (capace di bruciare una quantità di rifiuti attorno alle 240.000 tonnellate annue). Certezze tutt’altro che condivisibili.

Se quindi la V.I.A. si farà su questi presupposti, come pare, la richiesta di parere sarà chiaramente viziata, mancando a monte un piano serio di gestione, localizzazione e smaltimento dei rifiuti che li giustifichi.

Ma supponiamo, perché siamo ottimisti, che i vari responsabili abbiano scherzato od equivocato e che veramente ci si affidi al giudizio della V.I.A.

Esaminiamo allora cosa è la V.I.A. e come ha funzionato in questi ultimi dodici anni (entrata in vigore nel gennaio del 1990, ha esaminato più di 300 pratiche) per vedere se c’è la speranza in un giudizio corretto, cioè in una valutazione globale sotto il profilo tecnico, economico, ambientale e sociale.

La V.I.A. rappresenta un metodo di controllo dei grandi progetti, imposto per legge (L.P. 28/88 e s.m.), con in particolare la partecipazione della popolazione al processo decisionale. Teoricamente essa organizza uno strumento apprezzabile; in pratica però si è dimostrata spesso zoppicante, in quanto in molti casi ha fallito lo scopo istitutivo (valutare l’alternativa preferibile) ed inerme, perché prigioniera delle pianificazioni nei vari settori.

In effetti alla V.I.A. si sono presentati progetti ben determinati, non varie soluzioni allo stesso livello di approfondimento con la possibilità di selezionare l’alternativa migliore e questo sistema ha funzionato egregiamente, tant’è che l’esito positivo è stato prevalente, circa il 90%.

In tal modo sono state autorizzate opere molto impattanti e sicuramente poco logiche.

Basti pensare, per portare qualche esempio:

- al Metanodotto Castelnuovo-Caldonazzo-Alto Adige, che in assenza di una ricerca preliminare di tracciato, ha percorso su e giù mezze montagne del Trentino con altissimo costo ambientale ed economico;

- al potenziamento della Funivia Madonna di Campiglio-Spinale, realizzato in mezzo all’abitato, con carenza di posti macchina ed assenza di un sistema di mobilità interna;

- all’autostrada Rovereto-Mori ovest, camuffata da circonvallazione, che, conseguentemente, ora si chiede di prolungare fino nel cuore dell’Alto Garda;

- al potenziamento dell’aeroporto Caproni, con la ridicola e improponibile limitazione dei 5 voli giornalieri;

- al traforo sotto il monte Peller a Cles, funzionale solo alla Società Impianti di Folgarida e Marilleva;

- alla telecabina Pozza-Buffaure, sovradimensionata rispetto alla modesta area sciabile e causa dell’affannosa ricerca di sfogo in Val Jumela

- all’ampliamento, anzi alla sopraelevazione della discarica di Ischia Podetti, con i conseguenti rischi ambientali ben noti.

Questi risultati, dei quali certamente non si può essere orgogliosi, succedevano quando l’ufficio provinciale preposto alla V.I.A., l’Unità Operativa per la valutazione dell’impatto ambientale, era ben strutturato ed efficiente, e quando l’insieme delle pratiche da verificare era molto ampio.

Ora

- che l’efficacia generale della V.I.A. è stata radicalmente ridotta con l’innalzamento brutale delle soglie,

- che l’Unità Operativa è stata sguarnita e quasi smobilitata (i dirigenti da 8/9 sono passati ad uno con poco personale, per lo più a mezzo servizio o in prestito da altre Unità, e con gli elementi più capaci ed esperti, quelli con più passione e più senso critico dislocati in altre sedi),

- che il Comitato Provinciale per l’Ambiente, quello che pronuncia il giudizio finale, ha dimostrato, nel trattare il collegamento sciistico Buffaure-Ciampac in Val Jumela, la sua vera natura di Comitato dei capiservizio al servizio della Giunta provinciale, capace di capovolgere le corrette argomentazioni negative raccolte dall’ufficio in conclusioni contradditorie e ridicole attestazioni di fiducia nei riguardi degli impiantisti...,

ora, in questa situazione, con queste ostinate volontà già espresse, quale fiducia si può avere nel potere risolutorio della V.I.A.?

Questa si potrà recuperare solamente:

- se si farà una ricerca approfondita e comparata sulle localizzazioni degli stadi finali della gestione dei rifiuti; se cioè si considererà il sito di Ischia Podetti solo una delle possibili sedi per l’inceneritore, non l’unica;

- se a monte si farà un vero e serio piano per la riduzione e la differenziazione dei rifiuti, andando anche a confrontarsi ed a trarre insegnamento da quelle realtà dove già si è operato egregiamente;

- se sullo stadio finale si confronteranno soluzioni alternative allo stesso livello, ossia progetti preliminari con lo stesso approfondimento sotto il profilo tecnico, ambientale, economico e sociale.

Se ciò non sarà fatto, la Valutazione d’ Impatto Ambientale, anziché strumento democratico e tecnico di controllo ad alto livello, sarà solo un alibi, una manovra di fumosa e colpevole copertura