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La democrazia americana

Luigi Serravalli

La democrazia americana nasce nel Settecento, antagonista dei regimi assoluti, le monarchie europee. La Costituzione americana sarà quindi un modello per quelle europee. La Rivoluzione americana (1763-1787) si concluse con la Convenzione di Filadelfia, così gli americani ebbero la loro costituzione democratica. Su questa costituzione si appoggiano ancora oggi gli Stati Uniti, anche se, durante il lungo periodo che va dal 1787 ad oggi, sotto i vari presidenti, la stessa costituzione è stata (anche con Clinton), sottoposta ad una lunga serie di emendamenti.

La prima stesura, rispetto agli Stati europei, era molto avanzata, tuttavia possiamo fare alcune critiche. In primo luogo non teneva nessun conto dei pellirosse che, in definitiva, sarebbero dovuti essere considerati come i cittadini autoctoni degli States. Ancora molto peggio le cose andarono per i negri, tenuti in America come schiavi, per lavorare nelle piantagioni di cotone degli Stati del Sud: la nuova Costituzione non ebbe, per loro, una sola parola di liberazione; erano e schiavi rimasero per un secolo, fino alla guerra di secessione.

In Europa la schiavitù non esisteva più da un pezzo, tranne che nella Russia zarista. Si tratta di fenomeni dei quali negli Stati Uniti, oggi, non si parla volentieri.

Thomas Jefferson e George Washington vengono indicati come i padri della patria, ma fu solo molto tempo dopo, sotto Abramo Lincoln, che il processo fu portato a compimento, non senza violente opposizioni che portarono all’assassinio dello stesso Lincoln.

La storia della democrazia americana nel secolo scorso si manifesta nel fenomeno, poi epicizzato, della corsa all’Ovest (verso il Far West, il lontano Ovest). In questa corsa i cittadini pellerosse, primi abitanti del subcontinente, ebbero di nuovo la peggio. Il loro vivere liberi nella prateria, mantenendosi con i branchi di bisonti osteggiava il progresso dei bianchi. I bisonti, uccisi da cacciatori professionisti come Buffalo Bill, dovevano servire a sfamare gli operai che costruivano le ferrovie dall’Atlantico al Pacifico. Non c’era più posto per le tribù pittoresche dei nativi in un mondo di ferrovie, poi di autostrade. Così i pellirosse furono chiusi nelle riserve, dove sono tutt’ora in uno stato di miseria e abbrutimento, minoranza del tutto indegna di un paese, come gli Stati Uniti, che spesso e volentieri, non senza buone ragioni, si arroga il diritto di insegnare la civiltà agli altri popoli. La riserve indiane sono una macchia perenne e gravissima della democrazia americana.

Dunque, nel 1861 i negri vennero finalmente liberati dalla schiavitù. Ma rimasero a lungo (e spesso lo sono ancora) cittadini di terza classe, in condizioni miserrime (specie negli Stati del Sud) rispetto al resto dei bianchi, anglosassoni, protestanti.

Fra le critiche che si possono rivolgere agli States oggi, vi è anche quella riguardante il loro tipo di alimentazione: gli americani sono da sempre grandi mangiatori di bistecche. I bovini americani sono trattati nel modo peggiore del mondo: ognuno chiuso in uno stabbio che gli impedisce quasi ogni movimento. Il bovino deve produrre solo carne (o latte) di prima qualità. Per la carne i bovini sono nutriti con mangime a base di granturco. Si ottiene così la migliore bistecca possibile.

A Sud degli Stati Uniti si estende il resto del continente americano, dal Messico alla Patagonia. In molti casi, paesi dove la parte più misera della popolazione muore democraticamente di fame. Forse bistecche un po’ meno saporite e più mais nella dieta dei bambini del terzo mondo sarebbero auspicabili. Altrimenti potranno capitare altri casi in cui biechi sostenitori di bambini affamati buttino giù, con qualche stratagemma (vedi Osama bin Laden), qualche grosso edificio di Manhattan per offrire, per così dire, una barbarica, incivile, selvaggia contropartita, dando così la sveglia ad un paese che, in quanto a moralisti - a parole - non è secondo e nessuno (vedi i discorsi del presidente Bush).

Per il resto ci pensa poi il cinema di Hollywoood a dare una astratta, esemplare, pulita, favolosa immagine del mondo americano. Sono gli altri, se mai, che debbono cambiare...

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Commenti (2)

questa è una lettera del 2002 webmaster

Salve, ci si può sempre aspettare qualcosa di diverso… Però questa è una lettera arrivata a Questotrentino nel 2002, un'altra epoca rispetto a quella che viviamo adesso! Saluti.

Luoghi comuni Budy

Mi aspettavo un articolo più coraggioso visto l'ultimo capoverso che avevo letto per primo ma sono rimasto deluso.
"un paese, come gli Stati Uniti, che spesso e volentieri, non senza buone ragioni, si arroga il diritto di insegnare la civiltà agli altri popoli." Ma quali buone ragioni? La democrazia esportata con le armi? Il voler mettere il becco in tutte le elezioni del mondo per poi dare lo spettacolo scandaloso che abbiamo visto a novembre?
La miglior bistecca da animali da allevamenti intensivi e a cui e vietato muoversi? Mandia negli Stati Uniti i nostri animalisti!
Una grande sviolinata ad un paese pieno di eccessi e di limiti che tratta tutto il resto del pianeta come se fosse il Far West, terra di conquista.
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