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Rovereto: l’autogestione del preside Cattani

Le strane iniziative di un preside (e uomo politico): chi ha chiamato come "relatori esterni" (senza contraddittorio) prima un integralista cattolico, e poi un estremista di destra, già picchiatore?

Da più di un mese oltre novecento scuole italiane sono in fermento per protestare contro la guerra e contro la riforma scolastica di Letizia Brichetto Moratti, che Silvio Berlusconi ha voluto ministra dell’Istruzione. Anche a Rovereto alcuni istituti hanno aderito alla protesta nazionale contro la ministra Brichetto e la sua idea di scuola. Alla fine della scorsa settimana è toccato all’IPC don Milani e all’Istituto d’arte Depero dedicare due giornate a discussioni e dibattiti definiti dalla stampa locale "giorni di tensione". Come mai? Proviamo a capire.

Il preside Silvio Cattani.

"Forse parlare di autogestione è un po’ troppo - ci dice uno studente dell’IPC - In realtà si tratta di iniziative concordate dal preside e dai rappresentanti d’Istituto a cui chi vuole partecipare partecipa, mentre gli altri studenti seguono regolarmente le lezioni".

L’IPC Don Milani e l’Istituto d’arte Depero sono sotto la direzione di un unico dirigente scolastico, Silvio Cattani, e in questi giorni i nomi dei relatori previsti per i dibattiti organizzati dentro l’Istituto hanno provocato reazioni diverse, ma l’elemento comune sta nel fatto che "non si capisce chi ha realmente chiamato i relatori " - ci dice un altro studente. La domanda appare ovvia: chi è legittimato a chiamare dentro una scuola relatori esterni? Il problema è maledettamente serio, visto che il primo giorno di dibattito ha visto la presenza di Maurizio Ruggero, che ha provocato con le sue affermazioni decise contestazioni non solo degli studenti, ma anche degli insegnanti, tanto che Cesare Bertassi, vicepreside dell’Istituto, gli ha chiesto di allontanarsi.

Chi ha chiamato Maurizio Ruggero? Questa è la domanda che più di uno dentro l’IPC si è fatto. Ma soprattutto chi è Maurizio Ruggero?

Un integralista cattolico, come egli stesso si definisce. In un volantino ci sono affermazioni che non lasciano dubbi: "Giovanni Paolo II è un papa islamico… si è abbracciato col sultano del Marocco Hassan II, ha baciato il Corano come fosse un libro sacro".

In realtà ce n’è per tutti. Per Ciampi, definito massone, come per Vittorio Agnoletto del Genoa Social Forum e per Luca Casarini. Il tutto a nome di un Comitato per la salvaguardia della cattolicità italiana contro l’islamizzazione e l’espianto (sic!) dei popoli.

Sulla libertà di ciascuno di pensarla come crede non c’è nulla da dire, ma il problema qui è davvero un altro. Si può permettere che dentro una scuola corrano affermazioni simili? La scuola è luogo di progetti culturali in cui risulta fondamentale la negazione di qualsivoglia integralismo.

Ancora più sconcertante, il giorno dopo, è la vicenda di Cristano de Eccher, esponente di Alleanza Nazionale. Anche qui il fatto è curioso. Nessuno, così ci dicono alcuni studenti, all’IPC conosce il nome del relatore che parlerà sul tema "Il ’68 visto da destra". Ma che autogestione è mai questa? Come mai nessuno sa nulla?

Non c’è da meravigliarsi, visto che si sta affermando in diverse scuole della nostra provincia una pratica che vede i presidi e i suoi collaboratori impegnati a governare le spinte all’autogestione, attribuendosi il compito di organizzare i gruppi di discussione, cercare i relatori, ecc.. "Perché il signor Cattani prima dichiara di non aver nulla a che fare con l’invito a de Eccher - scrive una studentessa - e poi dice di aver sottofirmato l’invito a de Eccher ?". E’ una domanda che mette il dito nella piaga e che libera il campo da ogni speculazione intorno a questa vicenda, che invece è limpida. Quando sabato mattina, a partire dalle 7,30, alcuni studenti dell’IPC e del Depero si sono presentati davanti all’IPC per protestare contro la presenza di de Eccher come relatore sul tema "Il ’68 visto da destra", il preside Cattani, prima dell’arrivo di de Eccher (previsto per le 9,30) ha proposto ad uno studente che protestava di fare il secondo relatore, giusto per riequilibrare i pesi. Bizzarro. Chi protesta non vuole che de Eccher tenga alcuna relazione, ma Cattani fa finta di non capire. E non è finita.

Ormai stanno arrivando le 9,30, una sorta di catena umana continua la protesta davanti alla porta e de Eccher sta arrivando. Che succede? Qualcuno dall’interno chiude i cancelli e lascia de Eccher fuori con qualche studente che lo accompagna. De Eccher non sa che fare, i cancelli sono chiusi, Cattani non si vede e la situazione appare piuttosto imbarazzante. Per un po’ non succede nulla e forse de Eccher è pure seccato da questa situazione. Ma improvvisamente il problema si risolve. Appare Cattani, allunga la mano a de Eccher da sopra le sbarre chiuse e gli assicura che farà in modo di richiamarlo in una prossima occasione. Fine.

Fine dell’autogestione? No forse quella non era mai cominciata. Quella degli studenti, naturalmente.

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