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QT n. 5, 10 marzo 2001 Servizi

Vigilantes: per ora non se ne fa niente

Rotaliana: mentre i reati calano, cresce l’allarme, cavalcato da qualche sindaco. Ma siccome la polizia privata bisogna pagarla...

Almeno per il momento non vedremo aggirarsi le ronde notturne nella piana Rotaliana. I sindaci hanno deciso di sospendere il progetto di assumere i vigilantes per proteggere i beni e garantire la sicurezza dei propri cittadini. Per ora, gli amministratori di Mezzolombardo, Mezzocorona, San Michele, Roverè della Luna e Faedo, prendono atto degli impegni assunti dal Commissario del Governo e dalla Provincia e dei segnali di una maggior presenza dei carabinieri sul territorio anche durante le ore notturne.

Ma se agli impegni non seguiranno i fatti, fanno intendere i sindaci, il progetto di far pattugliare la zona da un corpo di polizia privata è solo rimandato. Insomma, anche nei nostri paesi la questione sicurezza è diventata argomento di rilievo nonostante che, esattamente come a livello nazionale, i crimini commessi siano diminuiti e non di poco.

Il fatto è che dopo alcune incursioni ladresche negli appartamenti ma specialmente dopo alcuni furti nei negozi di Mezzocorona e Mezzolombardo, l’allarme ha trovato facile ascolto specialmente nell’amministrazione di Mezzolombardo il cui sindaco, Rodolfo Borga, deve parte della sua carriera politica proprio ai temi della sicurezza e dell’ordine pubblico. Ecco quindi apparire nei mesi scorsi un documento che da Mezzolombardo è diffuso nei comuni vicini e proposto all’approvazione dei rispettivi consigli comunali. Nel documento si denuncia l’aumento dei fatti criminosi e si chiede a tutte le istituzioni un maggior impegno nella tutela della sicurezza dei cittadini della zona Rotaliana. Sull’ordine del giorno si litiga un po’ solo a Mezzolombardo, in quanto da sinistra si accusa il sindaco di avere una specie di pallino per l’argomento, mentre negli altri comuni la cosa è stata liquidata perfino con disattenzione (pochi minuti per la lettura e l’approvazione da parte dei consiglieri di Roverè della Luna, mentre a Nave San Rocco il documento non è stato neanche portato in aula).

Sulla questione partono le interrogazioni dei parlamentari Olivieri e Tarolli. Il deputato DS fa proprie le preoccupazioni degli amministratori locali e chiede al ministro dell’interno quali iniziative intenda prendere per fare fronte alla situazione. Nel frattempo, nonostante che nei documenti approvati dalle amministrazioni comunali non se ne faccia alcun cenno, i sindaci e l’associazione commercianti progettano di spendere qualche centinaio di milioni l’anno per assumere alcune pattuglie di una polizia privata in modo da organizzare un servizio di vigilanza notturna aggiuntivo a quello posto in essere dai carabinieri, considerato insufficiente. Ma quando si tratta di spendere soldi propri diventa difficile passare dalle parole ai fatti. A riprova della resistenza dei privati a metter mano al portafoglio basti quanto accaduto all’assemblea degli artigiani che, riuniti per rinnovare la rappresentanza locale, hanno affrontato l’argomento escludendo di voler partecipare al pagamento delle spese per la polizia privata. Gli artigiani della piana non sono particolarmente interessati dal fenomeno dei furti, che colpiscono più frequentemente i commercianti.

Ad accantonare, ma solo per ora dicono i sindaci, il progetto della vigilanza privata, hanno anche contribuito i dati sulla criminalità locale recentemente forniti dal ministero dell’interno come risposta all’interrogazione dell’on. Olivieri. Secondo le statistiche ministeriali, i reati sono in calo e non di poco. Nella zona Rotaliana i reati sono passati da 809 nel 1999 a 643 nel 2000. Sempre prendendo a paragone il 1999, nel 2000 sono diminuiti furti e rapine, sono calati i raid negli appartamenti, nei negozi e nelle aziende. Non solo: rispetto alla media nazionale, piuttosto deludente, da noi è abbastanza elevata la capacità di individuare i colpevoli dei reati, cosa che è avvenuta nel 45% dei casi. E il ministero ricorda che nell’area (comprendendo anche Lavis) sono in servizio ben trenta carabinieri; piuttosto, fa notare il ministero, sono i vigili urbani a scarseggiare (a S. Michele sono pochissime le infrazioni rilevate dalla polizia locale) e ciò obbliga i carabinieri ad intervenire in operazioni di vigilanza stradale che li distolgono dai compiti istituzionali di controllo del territorio. Ma per il sindaco di Mezzolombardo i dati del ministero potrebbero essere incompleti e in ogni caso la gente è allarmata. Per i sindaci di Mezzocorona e di San Michele bisogna che una delle caserme dei carabinieri resti aperta tutta la notte. Ma a che servirebbe,vistoche il 112 è sempre in funzione? Forse per prevenire attentati alla caserma?

Sull’argomento è intervenuta la consigliera dei DS di Mezzolombardo che ha commentato i dati ufficiali del ministero affermando che sui problemi della sicurezza e dell’ordine pubblico non bisogna soffiare sul fuoco, giudicando le posizioni del sindaco Borga dettate più da opportunismo politico che da fatti oggettivi.