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QT n. 11, novembre 2022 Trentagiorni

La coda avvelenata del fu Trentino

Si può (ri)lanciare un (nuovo?) giornale per ripicca?

Come nei peggiori divorzi, la vicenda della chiusura delTrentino/riapertura del Nuovo Trentino è destinata ad arrivare in tribunale. Per la precisione davanti ad un giudice del lavoro che dovrà valutare i comportamenti della proprietà quanto al rispetto dei contratti di lavoro di quel gruppetto di giornalisti che, a gennaio del 2021, si sono trovati dalla sera alla mattina senza più un giornale per cui lavorare.

C’è già una condanna per comportamento antisindacale comminata pochi mesi dopo la chiusura del Trentino, visto che l’editore non aveva intavolato nessuna trattativa con i futuri cassintegrati, come previsto dalle norme, ma aveva semplicemente comunicato le sue decisioni e mandato tutti i giornalisti in cassa integrazione.

Nell’anno e mezzo che è passato tra il 15 gennaio 2021 e il 17 ottobre 2022, quando Michl Ebner ha riportato in vita il Nuovo Trentino, i rapporti si sono poi ulteriormente avvelenati. Perché la proprietà è stata assai spregiudicata nei rapporti contrattuali con i giornalisti che vivevano nel limbo della cassa.

Michi Ebner

Anche se le posizioni personali nel tempo si sono differenziate, tra chi ha trovato un’altra collocazione e chi è rimasto a guardare quel che succedeva nel mondo editoriale regionale, parecchi attendevano comunque una conclusione ordinata e possibilmente concordata del periodo di cassa integrazione. Alla fine del quale, come previsto dalla legge, avevano diritto ad una consistente buonuscita, in parte a carico dell’azienda e in parte a carico dello Stato.

Ecco, la maggior parte dei giornalisti ancora in cassa integrazione si sono visti negare questa buonuscita - prevista da una legge del 1981 e mai messa in discussione in precedenti chiusure editoriali - non solo nella parte dovuta dall’editore, ma perfino in quella a carico dello Stato, che l’azienda editoriale è tenuta soltanto ad anticipare.

La ciliegina sulla torta è stata la ri-apertura del Nuovo Trentino. Un progetto editoriale che, tra gli addetti ai lavori, viene considerato soltanto un’azione di disturbo nei confronti dell’uscita del nuovo quotidiano concorrente, il T. Un morto che cammina, editorialmente parlando, perché fin da prima che arrivasse in edicola si facevano pronostici sulla sua durata in vita. Pochi mesi, facendo la media delle voci che circolano anche dentro la stessa proprietà.

Il Nuovo Trentino però ha ottenuto per Ebner un buon risultato: vari giornalisti che erano in cassa integrazione sono stati invitati a tornare a lavorare per il nuovo giornale e quando hanno declinato, principalmente perché consideravano l’operazione un vicolo cieco professionale, si sono trovati in mora: ti ho richiamato in servizio, tu non sei rientrato e quindi ti considero licenziato in tronco. Con conseguenze economiche a tuo danno.

L’intrico di violazione di norme e regole contrattuali e di comportamenti opinabili di cui è infarcita la vicenda della chiusura del Trentino, finirà, come dicevamo, davanti al giudice. Ai primi di gennaio è prevista la decisione per una prima causa pilota il cui esito è molto atteso sia da vari giornalisti che dal sindacato.