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Una storia così green da dover essere raccontata

Una scuola di Rovereto, il “Fontana”, è impegnata da 15 anni nella difesa dell’ambiente.

Giada Gasperini

La Terra è sola, unica e, quindi, irripetibile? Bella, anzi ovvia enunciazione, ma poi?

L'Istituto "Fontana" di Rovereto

A cercare di passare dai propositi di rispetto dell’ambiente alla realtà, ci ha provato l’esperienza dell’Istituto Tecnico “Fontana” di Rovereto. Da 15 anni porta avanti - con successo conclamato - progetti orientati alla sensibilizzazione verso il Pianeta (la giornata “FontanaAmbiente”, la partecipazione alla marcia Fridays for future, incontri formativi con esperti…) ma anche azioni concrete volte a rendere l’ambiente scolastico più ecosostenibile, compensando, tra l’altro, l’impatto ambientale derivante dagli inevitabili consumi dell’attività dell’Istituto.

L’avventura, spiega il Prof. Andrea Delmonego (responsabile del Sistema di gestione Ambientale EMAS dell’Istituto), ebbe inizio, seppur “un po’ alla buona”, con l’ideazione di un “Percorso di Educazione alla Sostenibilità Ambientale” (ESA) con il quale la scuola si pose degli obiettivi ben precisi, tra i quali: monitorare i consumi prodotti dalla struttura per capire, poi, come ridurli o compensare, e informare e formare correttamente studenti e docenti sul tema dell’ambiente. Il frutto del lavoro intrapreso non tardò ad arrivare: già nel 2012 la scuola ottenne la certificazione EMAS, rinnovata, poi, per il triennio 2019-2021 e prorogata fino al 2023.

La formuletta EMAS indica il “Sistema comunitario di ecogestione e audit” disciplinato da un apposito regolamento europeo che stabilisce una serie di regole tecniche per realizzare un sistema di gestione ambientale; e prevede la documentazione di tutti i traguardi raggiunti, il coinvolgimento delle persone da parte dell’organizzazione alla propria politica ambientale e la previsione di un sistema di audit interno.

Il rilascio di questa certificazione non è una pura formalità e comporta un costante impegno da parte del richiedente. Va infatti stilata una dichiarazione ambientale (riguardante la politica ambientale, il programma e gli obiettivi ambientali) da rendere obbligatoriamente pubblica e approvata da un verificatore esterno, il quale ogni tre anni redigerà - in seguito anche ad una visita alla struttura- una relazione convalidante o meno il rispetto del Regolamento e il progressivo miglioramento delle prestazioni ambientali.

Sono obiettivi tutt’altro che scontati; ad oggi il “Fontana” è una delle sole tre scuole in Italia che hanno ricevuto questa ambita certificazione; e in Trentino è l’unica scuola che persegue ancora la strada EMAS nonostante nove anni fa - ci spiega il prof. Dalmonego - fossero numerosi gli Istituti che tentarono di ottenere la certificazione in oggetto, anche grazie all’ausilio di un consulente esterno previsto dal progetto provinciale “Una scuola per EMAS”.

Insomma, per raggiungere questi risultati il Fontana ha dovuto mettere in campo, oltre all’amore per l’ambiente, anche determinazione e perseveranza.

L’Istituto sta tuttora riuscendo nella propria impresa e trasmette un concetto di sostenibilità ambientale attraverso le buone pratiche da portare avanti nella quotidianità anche degli studenti; per questo motivo i ragazzi sono coinvolti in diverse iniziative. In ogni classe viene nominato un referente ambientale, impegnato a limitare i consumi di energia elettrica, arieggiare le aule, migliorare l’inquinamento acustico, differenziare i rifiuti… Si diventa “custodi di un albero”, che viene individuato e quindi monitorato al fine di redigerne una scheda; “Questa cura di uno specifico albero ci fa sentire un po’ progettisti della natura” spiega Lorenzo della IIIA CAT. Ogni studente idea e disegna il paesaggio ideale secondo il proprio punto di vista (“il paesaggio che è in noi”). I viaggi vengono organizzati privilegiando le mete più vicine ed i mezzi più ecosostenibili; gli inevitabili impatti ambientali vengono compensati grazie alla piantagione di alberi nella foresta Otonga in Equador (sottolineando così come ogni piccolo gesto

vada a giovare all’intero - e unico- pianeta Terra).

La sfida volta al miglioramento dell’ambiente scolastico non è finita qui: grazie al fondo messo a disposizione dai parlamentari e consiglieri del M5S destinato a sostenere la scuola pubblica italiana in occasione dell’iniziativa “Facciamo EcoScuola”, l’Istituto di Rovereto ha realizzato il progetto “Decibel–Decibon” destinato ad insonorizzare e diminuire l’inquinamento acustico - per ora - di tre aule; attraverso il “Servizio per il Sostegno Occupazionale e la Valorizzazione Ambientale” promosso dalla Provincia di Trento è stato finanziato il progetto in corso d’opera per la riqualificazione dell’area verde della scuola, realizzando dei parcheggi, uno spazio esterno dedicato alla didattica, un’area verde di incontro circondata da piante che, oltre ad essere adatte al nutrimento delle api, sono destinatarie del cosiddetto “censimento botanico” cioè - come ci spiega Lorenzo - la classificazione e l’aggiornamento periodico della diversa vegetazione; è infine presente una panchina rossa, simbolo contro la violenza sulle donne e ad autunno verrà costruito il campo polivalente per le attività sportive.

Insomma, la scuola certificata EMAS è prospettata verso una didattica innovativa che, attraverso anche la nuova disciplina dell’educazione civica, permette di affrontare i vari argomenti con un approccio pratico e non solo teorico.

Vero è, però, che interessare i ragazzi al problema ambientale non è mai così facile, nonostante vengano proposti diversi progetti coinvolgenti; tuttavia, ciò che sottolinea il prof. Delmonego è che gli adolescenti sono sensibili all’esempio e rimangono “contagiati” grazie ad un tipo di apprendimento piacevole (e non solo dovuto) e ad un docente che si esprime in maniera decisa e convinta.

Nemo propheta in patria

Al Fontana sono fieri della loro certificazione ambientale e d’altronde, come non esserlo? Di recente hanno persino ricevuto l’invito ad unirsi alla rete europea di scuole che sostengono l’ambiente.

Ciò che lascia l’amaro in bocca, però, è che le grida della scuola roveretana in favore dell’ambiente vengono ben percepite a livello nazionale e addirittura europeo, ma nessun riscontro sembra esservi a livello provinciale. Che abbiano insonorizzato troppo le proprie aule?

Il prof. Andrea Delmonego. Si sta radendo la barba lasciata crescere solo a metà come singolare forma di protesta

Da tempo, infatti, il prof. Delmonego sottolinea che quanto raggiunto dal Fontana dovrebbe poter essere meta comune a tutte le scuole. E per farlo - si è visto - serve una figura decisa e determinata che spinga per ottenere tali riconoscimenti e certificazioni ambientali. Pertanto, quello che si chiede, affinché tutte le scuole siano incentivate ad intraprendere un percorso per la salvaguardia della Terra, è un riconoscimento formale del coordinatore ambientale nelle scuole: un docente che si faccia carico di sensibilizzare gli studenti sulla questione ambientale e coordinare i vari progetti.

La sua richiesta in questo senso però non ha trovato alcun ascolto (se non una proposta di ordine del giorno presentata in Consiglio provinciale da Alex Marini dei 5 stelle) da parte della Provincia. Per questo Delmonego ha ideato una curiosa forma di protesta non violenta: per lungo tempo ha rasato a metà la sua fluente barba per dimostrare la mancata risposta alle sue domande. La speranza era quella di poterla radere completamente quanto prima, ma ormai agli sgoccioli della sua carriera scolastica e senza alcuna risposta concreta alle sue richieste, il professore ha deciso di darci un taglio definitivo. Ad oggi la sua barba appare lineare; un po’ meno la sorte delle continue e-mail mandate a vuoto.

Questa, però, non è una sconfitta, tutt’altro. A succedere al “fu professore con la barba a metà” sarà un altro gruppo di docenti che continueranno a lavorare sulle sue orme e con la speranza che tutti i progetti in serbo possano essere realizzati anche con la nuova Dirigente scolastica; Dalmonego invece – ci si permetta questa nota personalistica - si godrà a pieno la meritata pensione e continuerà a trasmettere un’idea di convivenza tra tutte le specie terrestri attraverso le iniziative pensate nella malga diretta dalla figlia.

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