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Un privilegio ingiustificato

L'indennità prevista dal "cura Italia" agli agricoltori della Val di Non che non sembrano aver subito crisi da coronavirus

Una nonesa che ama la propria gente.

Sono Carmen Martini (anno 1961) originaria di Revò, figlia di umili agricoltori e allevatori. Mio padre emigrò in Canada, dove trovò lavoro come boscaiolo e minatore. Sono perciò perfettamente a conoscenza di quelle che erano le dure condizioni di vita della mia valle natia.

Pur nel rispetto della fatica fisica, della passione, delle capacità e dell’orgoglio degli agricoltori nonesi nel rendere la propria terra un giardino perfettamente curato e rigoglioso, non posso non ricordare che gli stessi godono di esenzioni fiscali particolari: il reddito soggetto ad imposta IRPEF è il solo reddito agrario (importi irrisori), e possono invece applicare il regime speciale oppure l’ordinario dell’IVA a seconda della convenienza.

Con profonda amarezza vorrei esprimere il mio disappunto circa la richiesta di erogazione dell’indennità prevista dal Decreto Cura Italia per il mese di marzo 2020 (pari a euro 600) da parte degli stessi agricoltori (prima categoria), degli operatori agricoli a tempo determinato (cernitrici nei diversi magazzini Melinda) e dei lavoratori iscritti negli elenchi annuali della Val di Non, molti dei quali sono spesso dipendenti pubblici con tanto di stipendio fisso, iscritti all’albo agricoltori in seconda categoria.

Stiamo attraversando un periodo di emergenza epocale e mondiale mai vista prima d’ora, in cui i più deboli soffrono ancora di più, in cui gli operatori di diverse categorie economiche (turismo, ristorazione, modo della cultura ecc.) sono al collasso, in cui la sanità è allo stremo. Ma nonostante ciò molti agricoltori della mia valle, attraverso i patronati e con non so quale coraggio, sottoscrivono la richiesta di erogazione (non c’è nulla di automatico, ognuno devo chiedere personalmente) del bouns di euro 600 che il Governo nazionale ha con estrema difficoltà finanziaria assegnato, ben consci che il settore agricolo noneso in questo momento non è per nulla in difficoltà, anzi!

Ogni giorno dai magazzini Melinda partono tonnellate e tonnellate di pomi, vista la forte richiesta sia dall’Italia che dall’estero. Quindi nessuna crisi per gli agricoltori, operatori stagionali e iscritti all’albo in seconda categoria, in quanto dipendenti con stipendio mensile assicurato.

Desidero lanciare un appello a tutti i nonesi che hanno già incassato il bonus Coronavirus affinché lo devolvano alla protezione civile, a chi ne ha veramente bisogno, oppure alla ricerca scientifica che si occupa della ricerca di un vaccino.

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