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Segretari comunali o portavoce del Sindaco?

Un emendamento al bilancio votata in tarda notte da ai sindaci il potere di scegliere i propri segretari comunali

Enzo Sevegnani

Quello che è successo recentemente in Consiglio Regionale, dove la Lega con un emendamento notturno al bilancio ha modificato di fatto la norma dedicata ai segretari comunali che d’ora in poi verranno scelti direttamente dai Sindaci, è secondo me una delle pagine più vergognose che la politica trentina ha proposto negli ultimi anni. E lo dico non solo da cittadino, ma soprattutto da ex consigliere comunale di opposizione, che vedeva nel segretario comunale una figura di garanzia ed obiettività con il quale confrontarsi su provvedimenti di dubbia legittimità da parte della Giunta, oppure chiedeva consigli tecnici su regolamenti o semplici interrogazioni che si volevano presentare al Consiglio comunale.

Qual è ora, a mio avviso, il rischio concreto? Che ci si troverà di fronte a delle specie di portaborse del Sindaco, dei portavoce con la coda di paglia sempre a rischio di essere licenziati e quindi non più credibili. È già capitato nel mio Comune di avere dirigenti, come l’ex presidente di Sogeca o la responsabile dell’Ufficio Cave, che seguivano pedissequamente le disposizioni della Giunta o dell’imprenditoria locale. Ora, con la nomina diretta del Segretario comunale, la certezza che il cittadino non avrà più una figura al di sopra delle parti in Comune diverrà incontrovertibile.

Io non sono un un esperto di diritto, ma mi auguro che ci siano gli estremi per un ricorso alla Corte costituzionale e che qualcuno lo proponga, oppure che venga presentato un referendum abrogativo da parte di qualche forza politica, magari che ci sia l’opposizione del Governo Centrale. Questa norma vergognosa proposta dalla Lega non deve passare sotto silenzio.

Quello che chiedo, caro direttore, è che QT apra un dibattito serio su questa vicenda. Il suo giornale, sempre in prima linea, faccia ancora da apripista contro il malgoverno di una destra illiberale sempre al servizio dei poteri forti e a discapito degli interessi e dei diritti del comune cittadino.

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