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QT n. 11, novembre 2019 Monitor: Libri

“Gleba”

Una storia possibile, di Tersite Rossi, editore Pendragon, 2019, pp. 393, euro 18.

“Gleba” di Tersite Rossi, editore Pendragon, 2019, pp. 393, euro 18.

Non è raro il caso di autori che dopo una brillante opera prima non riescono nei lavori successivi a ripetersi con pari validità; e ci pareva che un tale destino fosse capitato a Tersite Rossi (nom de plume del duo Marco Niro-Mattia Maistri). Dopo l’iniziale, avvincente “È già sera, tutto è finito” del 2010, i loro romanzi usciti nel 2012 e nel 2016 ci avevano lasciato alcune perplessità. In “Sinistri” una struttura alquanto macchinosa, ne “I Signori della Cenere” il gigantismo delle tematiche, trattate per di più con un eccesso di spirito militante.

Ma con “Gleba”, Tersite Rossi ritorna a una fantapolitica equilibrata, nella quale, partendo da una documentazione attenta, la realtà viene via via ampliata e distorta in maniera credibile; insomma, quanto viene raccontato potrebbe effettivamente verificarsi in un futuro non troppo lontano. Anzi, alcune di quelle cose magari sono già successe senza che noi ce ne accorgessimo.

A darci il senso del reale troviamo tanti problemi e aspetti dell’attualità odierna, a cominciare dal mondo del lavoro: le imprese delocalizzate, le finte cooperative, le molestie sul lavoro, i rider, la disoccupazione... E la conseguente diffusa disperazione che porta al risorgere del terrorismo, quello delle rinate Brigate Rosse e quello islamista, entrambi accuratamente sorvegliati e manovrati da espressioni più o meno deviate del Potere. Che è il protagonista nascosto del romanzo e che completa la sua opera di omogeneizzazione e di sfruttamento con uno sfavillante sistema educativo basato su uno spietato spirito competitivo e sulla compressione dei sentimenti.

Merito del romanzo è aver saputo inserire, all’interno di questo meccanismo complesso, dei personaggi reali, alcuni appena accennati in quanto funzionali alla trama, ma altri con una loro vicenda autonoma, che va oltre gli eventi strettamente “politici”, sicché l’interesse del lettore procede in parallelo rivolto sia alla vicenda pubblica che alle storie private.

Omettiamo a questo punto anche solo un accenno alla trama, perché raccontare semplicemente dei “fatti” farebbe torto allo spazio che Tersite Rossi ha dedicato alla attenta caratterizzazione dei suoi personaggi: l’immigrato marocchino che da piccolo criminale si trasforma in militante islamista, con i conseguenti contrasti con la sorella “occidentalizzata”, la doppia vita dell’impiegata brigatista, preparata all’azione tramite Internet, la tormentata evoluzione del giovane Paolo, che lentamente prende coscienza della realtà...

In comune con i precedenti romanzi c’è un pessimismo che non lascia più spazi: di fronte a tali poderose forme di dominio, di volta in volta sofisticate o brutali, non c’è più opposizione che tenga; e ribellarsi in modo violento, oltre che inutile, fa il gioco del Potere.

Sembra quasi, in definitiva, che la sola opzione possibile sia il rifugiarsi nel proprio privato. Una conclusione certamente contestabile: certo che, da quando dieci anni fa uscì il primo romanzo di Marco Niro e Mattia Maistri, le nostre prospettive per il futuro non sono diventate più promettenti...