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La trovata delle “vacanze Sharm”

Dal 2012 la scuola altoatesina si ferma per una settimana a fine ottobre, così gli albergatori e i loro figli possono andare in vacanza. E le altre famiglie?

A introdurre la settimana di vacanza di fine ottobre, nel 2012, è stata l’allora assessora alla cultura e scuola di lingua tedesca, figlia di una famiglia di albergatori e sensibile agli interessi della categoria. I proprietari di alberghi sudtirolesi hanno difficoltà ad andare in vacanza come tutti gli altri abitanti della provincia, perché la stagione turistica copre ormai estate e inverno. Quindi si è cercata una soluzione per permettere alle loro famiglie di passare una settimana – o dieci giorni a seconda del calendario - in vacanza insieme. Ma dove si va in questa stagione?

Secondo le agenzie turistiche quest’anno la maggior parte si dirige in Egitto, soprattutto a Sharm el Sheikh (da cui il soprannome ormai codificato di “vacanza Sharm”) o Marsa Alam, le isole Canarie, o altre mete che garantiscono clima adatto alla vita di spiaggia. Non mancano alcuni che visitano le città europee o anche raggiungono destinazioni in altri continenti.

La motivazione pedagogica, necessaria a dare una ragione seria a un interesse di categoria è che l’anticipo dell’inizio dell’anno scolastico - da allora slittato progressivamente in avanti di due settimane - rendeva necessario un periodo di riposo per gli scolari e gli studenti. L’obiezione che forse la vecchia vacanza di Pasqua, tuttora in vigore in gran parte d’Italia, parzialmente cancellata per allungare quella intorno al giorno dei morti, sarebbe più utile al benessere di bambini e ragazzi, poiché in primavera e dopo molti mesi di scuola, tutti si è un po’ più stanchi e bisognosi di stare un po’ all’aperto e al primo sole, è stata respinta dalla maggioranza politica.

Il problema è che la stragrande maggioranza delle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano – e sono oggi moltissime – specialmente quelle che vivono nelle città, non sanno a che santo votarsi per sistemare in qualche modo i figli. Quasi mai i genitori riescono a fare anch’essi ferie per stare dietro ai loro figli. Molte famiglie, dopo aver pagato le vacanze estive, che una volta si facevano all’inizio di settembre in bassa stagione e oggi per forza in luglio o agosto, poiché la scuola comincia i primi di settembre, non hanno i soldi per volare tutti insieme nelle mete esotiche.

Il pupo dove lo metto?

A suo tempo, dopo le inutili obiezioni e proteste inascoltate, diverse associazioni si sono organizzate per offrire ai bambini e ragazzi “non Sharm” una serie di attività sostitutive, che talvolta coprono solo la necessità di custodia, ma talvolta sono occasioni preziose per fare vacanze senza tanti voli e spostamenti. Per bambini piccoli o delle elementari ci sono scuole bilingui o con insegnamento in inglese, corsi di sport vari e altre cose spesso ignorate o vietate nelle scuole normali.

Ma non sempre questa soluzione risolve il problema delle famiglie, perché i bambini e i ragazzi devono essere portati di qua o di là: un dramma in una città come Bolzano, allo sbando per quanto riguarda il traffico e dove è pericoloso andare in bicicletta, con centinaia di camion che attraversano vie affollate a grande velocità. Altre offerte riguardano un paio d’ore in musei o biblioteche, con attività didattiche di vario livello, alto e basso, ma di breve durata, quindi non risolutive.

Quasi tutte le attività che prevedono almeno la mattinata occupata, sono a pagamento, fra gli 80 e i 120 euro a bambino per quattro giorni; in diversi casi, poi, viene richiesto che i bambini si portino il pranzo da casa. Tutte le attività offerte arrivano al massimo ai ragazzi di 15 anni. Ma anche per molti giovani adolescenti un buco di una settimana o dieci giorni è troppo. “Non tutti hanno i nonni-sitter”, dicono molti genitori, che sono preoccupati e alla ricerca disperata di un modo sicuro e davvero interessante e degno per far passare il tempo della “vacanza” ai loro figli e che non vogliono lasciarli soli davanti alla televisione o al computer o per strada.

Giuliano Vettorato

Di fronte alle obiezioni, i due assessori provinciali alla scuola hanno reagito diversamente. Giuliano Vettorato, assessore di lingua italiana, ha dichiarato che, come padre è per l’abolizione delle “vacanze Sharm”, ma come politico comprende che i bambini e i ragazzi abbiano bisogno di pause, e riconosce che anche gli albergatori hanno diritto a fare vacanza con i loro figli; e d’altronde è consapevole che i genitori che lavorano entrambi hanno grandi difficoltà a trovare sistemazioni per i figli in questi giorni, soprattutto nei numerosi casi in cui non siano disponibili nonni volenterosi.

Philipp Achammer, che è anche segretario del partito etnico di maggioranza, ha dichiarato di “escludere la riapertura di ogni discussione sul calendario scolastico”. Ed ha liquidato le preoccupazioni dei genitori, dicendo che ci sono progetti e diverse offerte per bypassare questo periodo di ferie.

È chiaro che la visione dei politici locali in questa questione ha come substrato un concetto di famiglia tradizionale e irreale, dove le madri non lavorano o possono astenersi dal lavoro quando serve. E anche un’idea piuttosto sprezzante del ruolo della scuola per i giovani, una scuola che può esserci o può non esserci, e dove i genitori devono arrangiarsi. Questo concetto retrogrado, unito e insieme causa della scarsità dei servizi pubblici alla famiglia, con gli orari spesso arbitrari dei Kindergarten, che non tengono conto di quelli di lavoro dei genitori, e al subappalto alle associazioni private dei loro “buchi neri”, ignora le esigenze delle giovani famiglie e ne aumenta lo stress. D’altronde si inquadra in una concezione di scuola provinciale che valorizza ogni progetto o attività extra e riduce l’importanza dell’insegnamento curricolare.

Pedagogicamente, dice una brava insegnante e preside ora in pensione, si tratta di un’interruzione inopportuna: appena entrati nel pieno dell’attività, si interrompe l’attività scolastica non per alcuni giorni di riposo, come avveniva prima, ma per un periodo troppo lungo, a danno della concentrazione di bambini e adolescenti.

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