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QT n. 4, aprile 2019 Trentagiorni

Il Patt in stand-by

Tornare con il Pd? Ricompattare l’area ex-Dc? Questa indeterminatezza degli approdi evidenzia la mancanza di una vera proposta

Simone Marchiori

Ne aveva il Partito Autonomista di argomenti da trattare nel suo congresso a fine marzo. Un bilancio della legislatura con Ugo Rossi presidente della Provincia, la dissoluzione dell’alleanza con il centro-sinistra, le ragioni della vittoria della Lega, per cominciare. E poi, temi più interni: come mai c’è stata una diaspora dei suoi consiglieri provinciali, molti – Kaswalder, Ottobre, Dominici per esempio - approdati altrove; come mai oltre metà non si è ripresentata; se si è ancora forti nelle valli.

Ma di tutto questo non si è discusso, non si è vista alcuna analisi su quanto successo.

In compenso, a sottolineare le difficoltà del momento, c’erano alcuni fatti emblematici. Innanzitutto l’assenza della prima linea del partito fratello (o cugino), la Svp, che al congresso aveva inviato l’europarlamentare Dorfmann. Un piccolo sgarbo, un tempo impensabile, di cui si dava un’interpretazione preoccupata e preoccupante: i cugini non avevano inteso irritare il nuovo alleato, la Lega. Che evidentemente rischia di soppiantare il Patt nel rapporto privilegiato con Bolzano.

L’unica linea politica che di fatto avanzava (ne parliamo anche nell’editoriale) era quella attendista: aspettiamo che la Lega si sgonfi. Si sgonfi a Roma, con la realtà che presenta i conti al troppo arrembante Salvini; si sgonfi a Trento, con la giunta Fugatti che, giovane e inesperta, senza il traino nazionale evidenzia la sua pochezza. Intanto in Consiglio Ugo Rossi continuerà ad incalzare, determinato e puntuto.

A noi pare decisamente poco. Anche perché non è chiaro cosa voglia fare il Patt all’indomani dell’auspicato riflusso della Lega: tornare con il Pd? Ricompattare, come in tanti provano, l’area ex-Dc? E questa indeterminatezza degli approdi evidenzia la mancanza di una vera proposta; e quindi la vaghezza politica della pur tenace opposizione a Fugatti, in sostanza reo di usurpare il posto di Rossi.

Ma allora, a cosa serve un congresso? Diamine, a disegnare le alleanze interne!

Ed ecco quindi le vere, interessantissime novità: si è rotto l’asse Rossi-Panizza, e si sono formati due poli: Rossi con l’ex-assessore, riemergente, Dallapiccola da una parte, e Panizza con il giovane neo-segretario Marchiori dall’altra.

Per chi si accontenta, questo è quanto.