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Fuffa elettorale

Le proposte per i problemi del traffico a Bolzano: chiacchiere da campagna elettorale

Dal settembre 2017, dopo i mesi di vacanza, il traffico a Bolzano è esploso. Di solito ci sono periodi di pieno e altri di minore intensità. Ma da allora, senza un giorno di pausa, ingorghi e code sono ovunque costanti, mentre di notte moto e auto sfrecciano a gran velocità, finalmente liberi di correre, perché sanno che non li controlla nessuno. Nella città c’è un limite generale di 40 chilometri orari. Ma è la quantità che ormai genera un grande disagio e una stanchezza generale. Nonostante migliaia di abitanti si muovano in bicicletta, la situazione lungo le strade principali e non solo è terribile, e sui balconi si formano quotidianamente strati di grasso nero, lo stesso che finisce nei polmoni di tutti. La SASA dà il suo contributo, con i suoi autobus vecchi e la preferenza per quelli a trazione a gasolio perché “costano meno”. Ovvio, perché non li vuole più nessuno.

Ogni giorno entrano in città 80.000 mezzi su strada. La Provincia e il Comune sono impegnati a costruire sempre nuove strade di accesso e parcheggi in centro, che attirano nuove auto verso il centro storico.

Un nuovo garage di 5 piani sottoterra in piazza Vittoria. Per i pendolari e i turisti dell’Oltradige, da dove ogni mattina entrano 30.000 mezzi nel giro di un’ora, la Provincia ha deciso di costruire il Metrobus fra Caldaro e piazza Walther. I sindaci dei comuni interessati vorrebbero un tram, come sarebbe più ragionevole e rispettoso dell’ambiente. Da decenni si parla del tram, ci sono stati studi, progetti, visite ufficiali a Grenoble e a Zurigo. Ma alla Provincia non interessa.

Oltre alla situazione fuori controllo della viabilità urbana, su cui si esercitano poteri contrastanti di partiti e interessi, oltre all’inceneritore con le sue emissioni ed i suoi “incidenti”, uno dei fattori fortemente inquinanti è l’autostrada.

A Bolzano l’autostrada è “panoramica”, una follia della fine degli anni Sessanta, che scarica sui quartieri che attraversa tonnellate di inquinanti. Mentre per ogni villaggio si trova il modo di intervenire, per il capoluogo non esistono progetti per rimediare a questo disastro. Ovvero esistono, ma vengono tirati fuori solo in occasione delle elezioni. E subito dimenticati. Nel passato si è proposto la copertura del tratto urbano in tunnel artificiale, meno costosa dello spostamento in tunnel sotto la montagna del Colle. Ma nel ricco bilancio provinciale, per Bolzano la manina è corta. Però abbiamo un palazzo dello sport, mezzo vuoto e con il parcheggio inagibile, un Palaonda, e ora ci fanno un altro palazzo del ghiaccio. Bolzano ne ha bisogno, ha detto il capo della Provincia, e il sindaco si è accodato.

Ora, di fronte all’opposizione dei comuni di Laives e di Vadena, che non vogliono, a ragione, che l’attuale progetto di tunnel finisca solo per spostare l’inquinamento e il rumore verso di loro, si sta riprendendo in considerazione il progetto dell’ingegner Adriano Fragiacomo, che di sua iniziativa ha realizzato e brevettato nel 2010 uno studio di fattibilità per un interramento dell’autostrada sotto la città, che costerebbe dai 400.000 ai 600.000 euro, circa la metà del tunnel. Allora ne aveva parlato il Tageszeitung, ma poi non se ne era sentito più nulla.

Pierluigi Gaianigo, consigliere comunale a lungo presidente del WWF, e Paul Köllensperger, consigliere provinciale e regionale del M5S, sono favorevoli. Si sono detti “convinti già da tempo che la priorità è spostare l’A22 dalla città, una fonte di inquinamento e rumore con un forte impatto sulla nostra qualità della vita e sulla nostra salute”. E aggiungono: “Finalmente l’hanno capito anche Caramaschi e Kompatscher”. Il M5S tuttavia indica anche una serie di problemi che lo stesso ingegner Fragiacomo ha ammesso necessari di approfondimento: in particolare gli aspetti idrogeologici. I vantaggi sono il minore spreco di territorio a sud di Bolzano fra San Giacomo di Laives e Pineta, che nel progetto di tunnel attraverserebbe invece tutta la Valle dell’Adige, e i tempi di realizzazione, molto più brevi. I due caselli infatti rimarrebbero al loro posto.

Da quando è stata fissata la data delle elezioni provinciali, nel prossimo ottobre, presidente della giunta e sindaci filano d’amore e d’accordo, e si incontrano per parlare delle varie iniziative. Affogati nella puzza, esasperati dal rumore e dagli ingorghi, i cittadini sperano, almeno per un po’. Come ad ogni tornata elettorale.

Chi ricorda che vent’anni fa la SVP e i suoi giornali respinsero con disprezzo la proposta dei verdi di realizzare il tunnel artificiale sull’attuale sede del viadotto che passa sulla città? Eppure c’erano i progetti e le foto delle opere simili realizzate in Germania. La SVP bolzanina, qualche mese dopo, fece proprio il progetto tanto disprezzato, e ci fece la campagna elettorale, salvo abbandonare tutto il giorno dopo le elezioni. Dunque chissà se vedremo mai sparire l’autostrada sotto terra? L’ingegnere esperto di tunnel sembra confidare che per tutti i 4.800 metri di attraversamento sotterraneo sia possibile superare ogni difficoltà, sia nel porfido che nel terreno alluvionale a sud del Virgolo, e che l’arteria potrà passare senza danni sotto il campo sportivo del CONI, il parco Mignone, le nuove case costruite proprio là e la zona industriale, come la metropolitana di Brescia e altre opere analoghe, da lui realizzate. Il tunnel ferroviario fra Bologna e Firenze, al quale l’ingegnere ha lavorato, ha però lasciato il verde (una volta) Mugello senz’acqua.

Ma possiamo stare tranquilli: c’è da dubitare che i politici che in questi giorni si agitano, vogliano fare davvero qualcosa. Per capire quanto poco gli interessino le persone inquinate basta la scarsa convinzione con cui, fra le chiacchiere, (non) sostengono la proposta di riduzione del limite di velocità dei mezzi sull’attuale autostrada, che sarebbe già qualcosa. L’interramento dell’autostrada, ad ogni buon conto, viene fatta dipendere dalla proroga della concessione per la A22.

Campa cavallo!