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Carmencita

La Carmen è tra la più belle opere liriche dell’800. Un complesso coerente di note e parole consegnato alla storia da un grande musicista. Così come la Pietà è un complesso marmoreo consegnato alla storia da un grande scultore. Il gioco dell’arte va avanti da parecchi anni: l’artista inventa qualcosa e la consegna all’umanità. La quale ne trae godimento e si preoccupa di mantenerla integra quale eredità per le generazioni che seguono. Uno schema a cui si sottrae il Maggio fiorentino, che decide di modificare il finale dell’opera di Bizet per renderlo più educativamente consono alla contemporaneità. La tesi di fondo è lunare: siccome la nostra epoca è funestata da femminicidi, bisogna intervenire almeno su quelli virtuali. Carmen freddata dal suo amante? Bieco sessismo. Prendiamo piuttosto spunto da Tarantino: Carmencita reagisce prontamente all’attacco e fa fuori l’aggressore. Come la Uma Thurman.

L’uso sempre più demente e invasivo del politically correct ci sta appropinquando al delirio. Di questo passo faremo perdere qualche chilo alla Maja desnuda e metteremo le protesi bioniche alla Venere di Milo. Rimedieremo a lacune e ingenuità delle opere d’arte che ci hanno preceduto aggiornandole ai parametri partoriti dalla nostra infallibile civiltà progredita. Quadri, romanzi e sinfonie sfoggeranno lineamenti finalmente perfetti. E noi tutti saremo più educati e felici.

Pare sia in corso un processo di istupidimento che irradia le sue tossine da certe élite intellettuali e che sta via via contagiando settori della società fino alle stesse istituzioni. Che ci sia dietro un progetto politico o che si tratti più semplicemente del dipanarsi di un destino antropologico, preludio all’estinzione della cultura umana (almeno nella sua accezione tradizionale) è argomento complesso per cui non siamo attrezzati. Si potrebbe pure azzardare l’ipotesi di strategia di marketing: uso la megacazzata per richiamare il faro dell’attenzione pubblica. Ovvero: l’auto-sputtanamento quale formidabile veicolo promozionale. Sia quel che sia, destino, complotto politico o economico… sempre di orrori si tratta. Che in questa rubrichetta sono tristemente benvenuti.

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