Inceneritore: il confronto negato
Da un paio d’anni circa stiamo cercando di proporre un’alternativa all’inceneritore, per il trattamento dei residui della raccolta differenziata. Ogni settimana, sulla stampa, si riportano dati confortanti sull’incremento della percentuale di differenziata: oltre il 67%, la notizia di questi giorni. Allora, perché perseguire la strada di un inceneritore non più sostenibile economicamente e devastante per la salute? L’ipotesi di un’alternativa possibile noi l’abbiamo presentata in molte serate proposte alla cittadinanza; da oltre sei mesi cerchiamo anche di proporle ai nostri amministratori, ma non riusciamo ad entrare in contatto con loro. Da mesi chiediamo un incontro all’assessore Pacher, per portargli numeri, dati e una proposta, già progettata, di alternativa all’inceneritore. Già nella passata manifestazione delle donne, nel maggio scorso, in un incontro fortuito, alcune nostre esponenti avevano parlato con Pacher, che aveva detto di chiamare la sua segreteria per fissare un appuntamento. Innumerevoli sono state le telefonate, ma dell’appuntamento nemmeno l’ombra. In questi giorni, un nostro esponente ha chiesto nuovamente un incontro, telefonando alla sua segreteria; la risposta è sempre la medesima: “L’assessore è al corrente delle sue chiamate e la richiamerà quanto prima per fissare un appuntamento”.
Sono passate più di tre settimane e dell’appuntamento nemmeno l’ombra: nessuna chiamata, nessun contatto.
È possibile che i nostri politici siano chiusi al dialogo così tanto da non avere il coraggio di ricevere una rappresentanza di cittadini? E non di sola alternativa all’inceneritore vorremmo parlare; ma anche discutere di una gestione organica dei rifiuti, che preveda una riduzione alla fonte, passando anche da una gestione migliore dell’umido, problema irrisolto del Trentino. Insomma, ci piacerebbe essere ascoltati per proporre idee innovative sul tema. È chiaro che il pensare modi diversi di gestire i rifiuti dà fastidio; e allora, è meglio non rispondere, lasciare in sospeso il confronto, anzi, negarlo, tanto chi decide sono sempre loro, senza possibilità di replica! In piazza piena disponibilità, perché troppe orecchie ascoltano, ma nei fatti, poi, non si dà seguito alle promesse di dialogo.
Rimane il fatto che molti cittadini si stanno accorgendo di quanto inutile sia la scelta di perseguire la costruzione di un inceneritore; lo dimostrano le innumerevoli testimonianze da noi recepite in fase di raccolta firme per la prossima mozione al comune di Trento, che è in via di predisposizione. Tanta gente preoccupata per i risvolti negativi sulla salute, tante persone arrabbiate per la chiusura al dialogo sul tema, da parte dei politici. Sembra quasi che le decisioni imposte non possano essere messe in discussione; ma non deve essere così. Abbiamo sempre cercato un confronto, proponendoci di ascoltare le ragioni a sostegno di un inceneritore; nessun esponente politico si è mai degnato di confrontarsi con noi in pubblico, pur avendo sempre invitato tutti alle nostre serate. Temono anche un confronto privato, nei loro uffici? Questa è la sensazione che traspare da un atteggiamento di totale chiusura dimostrato, per l’ennesima volta, verso cittadini che si sono riuniti in un comitato apolitico per analizzare seriamente il problema.
Grazie davvero alla nostra classe politica che si professa democratica, che si definisce paladina della democrazia partecipativa, ma nei fatti la uccide, rifiutando qualsiasi dialogo. Rimaniamo comunque in attesa di un contatto, illusi ancora di una disponibilità al dialogo promessa ma che, finora, non ha trovato riscontro nei fatti.