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QT n. 3, 6 febbraio 1999 Scheda

Val Rendena: il collegamento Pinzolo-Campiglio

Campiglio e il collegamento con Pinzolo, in tre tronchi, dall’Alpe di Grual a Plaza, a Colarin, al Pancugolo e funivia 5 laghi. Il disegno evidenzia la ridotta significatività dal punto di vista sciistico del collegamento. Il tratto Alpe di Grual-Plaza è decisamente ripido, se ne può ricavare solo una pista nera. Plaza-Colarin è sciisticamente insignificante: non essendoci un vero progetto, non sono stati forniti i dati tecnici, ma il terreno difficilmente permetterà un collegamento sciabile (quindi impianto solo di trasferimento). Il tratto Colarin-Pancugolo è invece decisamente interessante, attraversa un’area molto bella con pendenze adeguate; il punto è che l’area è costituita da boschi di pregio, e finora la Tutela ne aveva impedito la distruzione. Il collegamento con Pinzolo potrebbe ora fornire il pretesto per superare l’ostacolo.

Sui progetti di collegamento funiviario Pinzolo-Campiglio si discute ormai da qualche decennio senza aver potuto individuare una soluzione razionale che soddisfi almeno i più importanti requisiti sotto l’aspetto turistico, tecnico e finanziario; segno evidente delle grosse difficoltà, di vario genere e non solo dovute ai vincoli di tutela ambientale ed idrogeologico-forestali, che i vari progetti devono affrontare. Vediamole queste motivazioni tecniche che ostacolano la fattibilità del collegamento.

Il collegamento non serve a Madonna di Campiglio. Campiglio, con Folgarida-Marilleva, è già una ski-area sufficientemente ampia e rinomata a livello internazionale, che può contare su oltre 30.000 posti-letto a Campiglio, più altrettanti a Folgarida-Marilleva; senza contare il sempre maggior afflusso di sciatori ospiti nelle valli di Sole e Rendena e di pendolari provenienti dall’esterno di queste aree. Nella situazione attuale questa ski-area appare già satura; addirittura presenta un forte squilibrio fra posti-letto e posti-sciatore nell’area Folgarida-Marilleva, uno squilibrio destinato ad aumentare nel prossimo futuro, perché sono previsti ulteriori incrementi di posti-letto alberghieri a Daolasa, futuro nuovo capolinea della ferrovia Trento-Malè. Campiglio dunque sarà sempre più vocata a fungere anche da vaso di espansione alla traboccante clientela invernale di Folgarida e Marilleva. E’ chiaro che in queste condizioni un collegamento funiviario con Pinzolo contribuirebbe solo ad aggravare, specie nei periodi di alta stagione, la situazione attuale già critica di sovraffollamento delle piste.

Campiglio non ha alternative, deve far scelte di qualità e non di quantità e quindi, oltre a provvedere alla necessaria pedonalizzazione del centro abitato con il supporto di un sistema innovativo di trasporto pubblico (del tipo automatico e leggero, poco impattante, come proposto a suo tempo dalla prima Apt di Campiglio e non la devastante monorotaia sopraelevata supportata da 560 pilastri in acciaio svettanti tra residence ed alberghi) deve garantire per il futuro un ottimale rapporto tra sciatori e superficie sciabile e porre quindi dei limiti quantitativi, pena lo scadimento ulteriore della sua offerta se non il tracollo.

Ideale per Campiglio sarebbe poter raggiungere l’obiettivo di controllare l’afflusso degli sciatori e limitarne il numero massimo in base alle effettive capacità di assorbimento della sky-area (idea già suggerita a suo tempo dalla stessa Apt di Campiglio): è evidente che in questa prospettiva una porta di accesso in più alla sky-area creerebbe solo maggiori difficoltà di controllo.

Il collegamento non serve a Pinzolo. Anche per Pinzolo e la Val Rendena la scelta di fondo è se puntare sulla qualità o sulla quantità; sinora nei fatti gli operatori della valle hanno puntato sulla quantità, proponendo Pinzolo in quanto vicino a Campiglio, con il pericolo di trasformare la valle in un dormitorio e condannare Campiglio al tracollo. La valle deve vendere soprattutto il proprio territorio per le prerogative notevoli che effettivamente offre e cercare di valorizzarle al massimo. Non può essere considerato un buon servizio al turismo della valle e di Pinzolo un collegamento funiviario con Campiglio (attenzione: funiviario, non sciistico, come vedremo) di una irrazionalità e di una forzatura uniche, e quindi certamente poco appetibile alla clientela che lo deve percorrere ogni volta nei due sensi, per lunghezza dei tracciati e quindi dei relativi tempi di percorrenza, per notevoli dislivelli in salita e in discesa da superare, ecc.

Infatti lo sciatore che si avventurasse su questo ipotetico collegamento correrebbe il rischio di trascorrere buona parte della sua giornata in vacanza non sulla neve ma sugli impianti funiviari con gli sci in mano, spesso anche esposto alle intemperie dell’alta montagna. Pensiamo alle peripezie che dovrebbe superare uno sciatore medio che da Pinzolo volesse raggiungere il Grostè: sale con due tronchi di funivia (secondo tronco e seggiole aperte) sino al Doss del Sabion; da lì in teoria potrebbe scendere sci ai piedi sino al Plaza (val Brenta), ma se non è un provetto sciatore, non potendo affrontare la prevista nuova pista nera che scende dal Grual, deve optare per gli impianti che dal Grual arrivano a Plaza (due seggiovie); da Plaza ora deve affrontare la risalita a Campiglio: sulla base dell’ultimo progetto di fattibilità dovrebbe poter risalire sino a Cinque Laghi con i due tronchi di cabinovia ad agganciamento automatico dei veicoli (finalmente veicoli chiusi, ma con gli sci in mano), previo trasbordo alla stazione media al Colarin; arrivato a Cinque Laghi, deve scegliere la via più breve per risalire al Grostè: altri tre impianti come minimo, in pratica quasi senza aver messo gli sci ai piedi. Quando è al Grostè il nostro sciatore medio, guardato l’orologio, propenderà per un rientro sufficientemente rapido a Pinzolo, considerati i tempi e le difficoltà del carosello appena concluso, anche per non trovarsi a Plaza oltre l’orario di chiusura degli impianti; arriverà a Pizolo, dopo aver riguadagnato la sommità dei Cinque Laghi e la cima del Doss del Sabion, non molto stanco perché in effetti ha sciato poco, ma molto deluso della giornata sulla neve, sicuramente da non ripetere.

Le stesse difficoltà di percorrenza si presenterebbero per chi volesse intraprendere il trasferimento dalla sky-area di Folgarida-Marilleva o di Campiglio verso Pinzolo.

Stando così le cose è chiaro che questo collegamento funiviario non può servire a risolvere i problemi del turismo invernale né di Pinzolo né della valle, così come non può servire a risolvere la delicata situazione finanziaria della Società Funivie di Pinzolo.

L’area sciabile di Pinzolo è modesta , ma può e deve essere riqualificata e, se possibile, anche ampliata entro i limiti imposti dalla morfologia del terreno e dai vincoli di compatibilità ambientale. Rimarrà comunque una stazione modesta per ampiezza, ma complementare alla mega stazione di Campiglio, così come per esempio il Cermis lo è nei confronti dello Sky Center Latemar: due realtà queste distanti tra loro come Pinzolo e Campiglio, collegate solo da un efficiente servizio di Sky-bus, e che insieme sono riuscite ad arricchire la loro offerta turistica valorizzando al massimo ognuna le proprie prerogative, a vantaggio di tutta la Val di Fiemme.

Il collegamento serve solo alle Società Funiviarie di Campi- glio e Folgarida-Marilleva. Mentre Campiglio come stazione invernale deve fare scelte di qualità, le Società delle Funivie sono portate invece per loro natura a fare scelte di quantità, al fine di massimizzare il numero di passaggi sui propri impianti; a tal fine le Società funiviarie vedono favorevolmente la realizzazione del collegamento, perché questo, oltre a comportare comunque un maggiore afflusso di sciatori nell’area di propria competenza, risolverebbe finalmente due problemi importanti: la realizzazione di una nuova pista dai Cinque Laghi al Colarin (progetto che ha sempre incontrato ostacoli insormontabili perché interessa un versante di grande pregio naturalistico) ed una nuova porta di accesso diretto nella zona sciistica meno frequentata di Campiglio.

Le società funiviarie pensano di poter comunque contare sul consenso dell’opinione pubblica della Rendena; e così non ritengono doveroso rendere pubblico nemmeno l’esito delle minuziose e severe verifiche costi-benefici che sicuramente i loro consulenti hanno elaborato. E non si riesce a capire come possano essere presi in seria considerazione, dalle istituzioni competenti, proposte progettuali prive di un documento così importante ed indispensabile qual è la verifica costi-benefici. Probabilmente a nessuno interessa questa verifica perché è già stato deciso da dove attingere le ingenti risorse finanziarie necessarie (decine di miliardi) per la realizzazione dell’opera e per la gestione sicuramente deficitaria che ne seguirà: dai paesi della Valle, vista la buona consistenza dei depositi nelle Casse Rurali della Rendena.

Ai Rendeneri dunque l’onere della realizzazione del collegamento e della sua gestione, alle società funiviarie ed immobiliari gli ipotetici frutti.