Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Morti italiani per la guerra americana

La tragedia consumatasi in Irak è difficile da commentare. Tragedia perché sono morti dei ragazzi italiani in divisa, tragedia perché non sono morti per la bandiera o per la patria, si chiami essa Italia o Europa. Sono morti per quella che è stata definita la nuova patria dall’America ad Israele (Corriere della Sera del 13 novembre, a firma di Stefano Folli).

In questo momento mi è difficile restare lucido ed usare la mia coscienza di soldato politico. In questo momento provo vergona di essere italiano; vergogna perché sono persino riusciti a infangare il simbolo della patria e dell’onore, umiliando per l’ennesima volta il mio popolo schiavo da sessanta anni i cui figli in divisa sono usati come mercenari in una guerra che non è la mia, che non è la guerra del popolo italiano e del popolo europeo. Diciannove bare ricoperte dal tricolore: insulto, vergogna, per i morti e per la bandiera.

E già gli avvoltoi e gli sciacalli si avvicinano. Gli uni sempre più proni al nuovo ordine mondiale, gli altri sempre pronti a distruggere i simboli dell’onore e sempre più osannanti ai tradimenti e al villaggio globale, al genocidio culturale della mia terra e del mio popolo. E intanto diciannove bare sono rientrate in Italia. Gli ipocriti piangono, fanno slanci di patriottismo, ma dietro il loro ghigno si scorge l’abominio del nuovo ordine mondiale. Parlano i lerci, parlano i borghesi: ma loro che ne sanno? Che provano? Nulla.

Onore ai soldati italiani caduti, disprezzo a coloro che li hanno mandati come merce di scambio per trenta denari. Mai più sangue italiano ed europeo per le guerre dell’America.