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I conti sbagliati di mons. Giacometti

Fabio Zanoni

Leggo su un quotidiano locale del 23 maggio le parole di mons. Giacometti: "E’ matematica, non si scappa. Se chiudessero le scuole paritarie, per svolgere lo stesso servizio a favore dei 2.945 di cui ci occupiamo la Provincia di Trento dovrebbe sborsare 26.905.000 euro: gli studenti delle statali costano 9.000 euro (cadauno), mentre per lo stesso servizio la Provincia contribuisce con 3.000 euro ad alunno risparmiando in tal modo 17.670.000 euro".

Occupiamoci solo dell’aspetto matematico. Se le cifre vere sono quelle fornite dal monsignore, la spesa sarebbe di 25.916.000 euro, cioè circa 1 milione in meno di quello prospettato ora. Allora, infatti, disse che un alunno nella pubblica costava 8.800 euro. Caro mons., fornisca importi ed informazioni giuste, solo così si potrà risolvere correttamente il problema. La maestra mi ha insegnato che se cambio la lunghezza di uno del lati di un rettangolo, la grandezza dell’area cambia.

Chiarita questa incongruenza o non verità, ne sorge una seconda. Il mons. richiama la legge 62 del 2000, ma omette di ricordare la Costituzione. Io trascrivo il terzo comma dell’art. 33 della Costituzione Italiana: "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato". Che significa "senza oneri per lo Stato"? Io non sono un giurista, ma la Legge 62 (e non m’importa chi l’ha fatta) è contraria alla Costituzione, stabilito che la logica e le parole hanno un senso. In marzo Lei diceva: "Se qualcuno è contrario (al finanziamento) è contrario, va contro una legge dello Stato" (e quindi lasciava intendere un giudizio negativo su detto comportamento), ma io chiedo: e se uno va contro la Costituzione, non va contro a una norma-principio-legge ben più importante della legge 62? Quale il giudizio su detto comportamento? Sono le leggi che devono rispettare e adeguarsi alla Costituzione, non è la Costituzione che deve adeguarsi alle leggi.

Mons. Giacometti dice: "Se chiudessero le scuole paritarie… la Provincia dovrebbe sborsare…".

Oltre alle precisazioni fatte sopra, annoto che l’affermazione, comunque, non è vera. E’ semplice evidenziarne la falsità o, come minimo, l’ ambiguità. Immaginiamo classi da 25 alunni: ebbene, con 2.945 alunni delle elementari, delle medie e dei vari istituti superiori, il presidente delle scuole cattoliche sembra lasciare intendere che la Provincia dovrebbe istituire 117,8 nuove classi, con relativi costi. Ma ciò non è vero: i 2945 alunni possono essere distribuiti o inseriti nelle varie classi elementari, medie e superiori delle loro zone di provenienza, senza aumento di classi, ma con l’unica conseguenza di aumentare il numero degli allievi delle classi nelle quali vengono inseriti. E’ evidente che per la Provincia di Trento il costo di una classe di 18 alunni è uguale a quello di una di 28. Chiarito questo, ne consegue che se, a titolo di esempio, io prendo i 30 alunni di una seconda media paritaria e li risistemo nelle seconde delle scuole nelle quali si sarebbero iscritti (San Bartolomeo, Povo, Vezzano, Lavis, Gardolo, Mattarello…), se non fossero andati alla "paritaria", la Provincia risparmierà il contributo pari a: 30x3200=euro 96.000 o, secondo le nuove cifre, 30x3000=euro 90.000 che, all’incirca, sono sempre circa 180 milioni che resteranno nelle casse della PAT anziché finire in quelle della scuola "paritaria".

La chiara conclusione è che le private sono una spesa in più per la Provincia autonoma di Trento e non un risparmio, almeno stando al significato attribuito alle parole dallo Zingarelli. Per essere precisi al massimo, bisognerebbe conoscere il bacino di provenienza o utenza di ognuno dei 2.935 allievi e vedere che cosa accadrebbe se questi venissero ricollocati nel loro bacino. Solo dopo si potrebbe scoprire che forse la Provincia dovrebbe allestire qualche classe; ma con i 9,5 milioni di euro (quasi 19 miliardi delle vecchie lire) dichiarati dal presidente Dellai il 29 marzo per le private, si potrà istituire qualche classe nuova e, certamente, conseguire un immenso risparmio.

Perché non viene fatta questa verifica? Con questa si scoprirà quanto denaro la Provincia di Trento potrà risparmiare, ossia quanto denaro spende in più grazie al finanziamento fornito alle paritarie o private.

Altri problemi accennati dal presidente regionale delle scuole cattoliche sarà opportuno trattarli in altri scritti, per non annoiare i lettori.