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La Rosa Bianca è un’altra cosa

Paolo Ghezzi, Paola Rosà

Va bene che la rosa e il bianco non sono marchi brevettabili, ma i parlamentari dell’Udc Baccini e Tabacci hanno esagerato, usurpando un nome storico e impegnativo della resistenza anti-hitleriana per battezzare il loro nuovo gruppo politico.
La Rosa Bianca (Weisse Rose) è il nome di un gruppo di studenti (e un professore) tedeschi, che nel 1943 sono stati condannati e ghigliottinati per aver scritto e diffuso sei volantini antinazisti.

Che c’entra il neocentrismo moderato con una gloriosa storia di radicalismo resistenziale? Come autori dei libri italiani sulla Rosa Bianca (l’ultimo, su Willi Graf, appena uscito, sarà presentato lunedì 4 febbraio a Novara e Milano dalla sorella dell’antinazista), invitiamo il senatore Baccini e l’onorevole Tabacci a ripensarci, visto che non sembra vogliano candidarsi a un eroico martirio.

Ci sono tante altre "cose" bianche con cui etichettarsi, senza toccare le spine di una Rosa che, 65 anni fa, prometteva: "La Rosa Bianca non vi darà mai pace". Ma allora dovevano misurarsi con Hitler e Goebbels, non con Berlusconi e Casini...