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Una carica europea per i nostri cellulari

L’Unione mette ordine nel mercato della telefonia con una mano all’ambiente

Un piacevole regalo di Natale di due anni fa: un caricabatterie con 8 adattatori che davano la possibilità di caricare molti modelli e marche di telefoni cellulari. In questa direzione, di semplificazione e armonizzazione anche tra le imprese operanti in Europa, la Commissione è andata avanti, e l’8 febbraio ha annunciato che i costruttori di telefoni cellulari hanno pronto il caricabatteria veramente universale. Non serviranno perciò più gli otto adattatori del vecchio regalo natalizio.

I cellulari compatibili, “data-enabled”, abilitati a trasferire dati sui computer attraverso la tecnologia del connettore Micro-Usb. Gli adattatori rimarranno per i telefoni che non hanno un’interfaccia Micro-Usb, ormai pochi.

Per spiegarla in maniera chiara, sul sito www.onecharcerforall.eu si trova uno spot esplicativo: in un ristorante d’altri tempi il cameriere porta la passata di pomodoro e la offre ai commensali dallo stesso cucchiaio.

A presentare l’iniziativa di 14 compagnie operanti nella telefonia cellulare il vicepresidente della Commissione, commissario alle «2 i» (industria ed imprenditoria), Antonio Tajani. Il commissario romano, sull’onda dell’entusiasmo, ha proposto di uniformare i caricabatterie anche per macchine fotografiche e personal computers.

Un passo in avanti, quindi, che ha anche molte ripercussioni sul piano ambientale, dal momento che cambiando il proprio telefono non sarà più necessario prendere un nuovo caricabatterie. Bruxelles e Strasburgo si stanno muovendo molto in materia di telefonia. Lo fecero in passato imponendo lo standard Gsm.

Tanto che è già pronto un nuovo, significativo, cambiamento dal primo luglio 2011, per quanto riguarda il roaming all’interno dell’Unione Europea. Per le chiamate in uscita verranno applicati 0,35 euro al minuto, per quelle in entrata si spenderà 0,11 euro ogni 60 secondi.

Per chi naviga invece in roaming a consumo da cellulare o da una chiavetta l’eurotariffa di riferimento sarà 0,50 euro ogni megabyte. Ma l’obiettivo della Commissaria alle telecomunicazioni, l’olandese Neelie Kroes, è quella di arrivare nel 2015 a tariffe nazionali quasi uguali a quelle in roaming. Stop quindi alle salassate d’oltre Brennero.

L’Unione Europea si presenta quindi ancora una volta come un agente regolatore del mercato, con l’ottica di costruire un mercato comune di mezzo miliardo di persone. Questo è scritto nella storia dell’integrazione europea e dei trattati. Però sulla liberalizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica, come nel caso dell’acqua, in Italia si è andati oltre la disciplina comunitaria.

“La normativa comunitaria - scrive Alessandro Cavagna dello sportello Europe Direct di Pergine (http://europedirect.iasma.it) - ammette la gestione diretta dei servizi pubblici nel caso in cui lo Stato nazionale ritenga che l’applicazione delle regole di concorrenza ostacoli la ‘speciale missione’ dell’ente pubblico, definizione sufficientemente generica da poter essere adattata ai diversi contesti. Lo Stato italiano, facendo uso della sfera di discrezionalità attribuitagli dall’ordinamento comunitario, ha effettuato invece la scelta di vietare di regola la gestione diretta dei servizi pubblici locali”.

Oltre alla regolamentazione in materia di telefonia mobile sarebbe interessante vedere un intervento europeo anche nella disciplina degli imballaggi, aspetto che rivoluzionerebbe la gestione di quelli che economicamente possono essere considerati dei fallimenti del mercato, i rifiuti. Dopo la messa al bando delle borse in plastica e delle lampade a bulbo, chissà se ci sarà il coraggio di incidere maggiormente sugli imballaggi in plastica.

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