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La fisica a scuola

Lettera firmata

Gli insegnanti di “Fisica e laboratorio” esprimono grande preoccupazione per le innovazioni didattiche che stanno per essere introdotte nel sistema scolastico trentino ed in particolare per quanto riguarda gli Istituti Tecnici Industriali e per Geometri. C’è il fondato timore che i provvedimenti futuri non vadano nella giusta direzione.

Un atomo

L’asse scientifico-tecnologico da tempo è stato individuato come uno degli assi culturali alla base dell’educazione e l’importanza delle scienze è stata chiaramente delineata nelle raccomandazioni europee sulle competenze. Alla fisica è sempre stato riconosciuto un ruolo emblematico, sia perché costituisce la base di tante altre scienze, sia per la sua rilevanza nello sviluppo tecnologico, sia per la formazione di un metodo scientifico in piena sinergia con l’insegnamento della chimica. Esami di fisica sono previsti in tutti i corsi universitari di area scientifica, di ingegneria, di medicina, di farmacia, di scienze infermieristiche, ecc., tanti dei quali prevedono peraltro test di ammissione. Sembra ovvio che una buona conoscenza di fisica sia quindi una premessa necessaria. Anche gli studenti di un Istituto Tecnico devono avere la possibilità di continuare gli studi a livello universitario ed è quello che attualmente avviene. Sono tanti i nostri studenti che frequentano e con buoni risultati facoltà d’ingegneria, di fisica ecc...

Un Istituto Tecnico deve prevedere inoltre la formazione di periti con competenze specifiche nei settori più avanzati della società contemporanea, in grado di ricoprire ruoli fondamentali sia negli ambiti produttivi industriali sia nei servizi a tutela dell’ambiente e della salute. Questa figura professionale deve possedere la capacità critica di analisi e di gestione dei problemi, la sola che può permettere di affrontare qualsiasi situazione critica s’incontri nell’esperienza lavorativa.

Perciò negli Istituti Tecnici l’insegnamento della fisica supportata dal laboratorio dovrebbe avere nel primo biennio gli obiettivi già delineati per tutte le altre scuole dell’obbligo, ma fornire anche una base propedeutica alle applicazioni tecnologiche che verranno approfondite nel successivo triennio, motivi per i quali attualmente nei vari indirizzi (meccanico, elettrotecnico, elettronico, chimico, edile, geometra, informatico, ecc.) il numero di ore e le attività di laboratorio sono più elevate che in altri tipi di scuola (4 ore in prima e 4 in seconda ma erano qualche anno fa addirittura 5 ore in prima e 5 in seconda). Sono tantissime le persone che si sono formate negli Istituti Tecnici e sono tante le famiglie che scelgono questo tipo di scuola proprio per questo. È sufficiente ascoltare sia gli studenti e i loro genitori sia tutte le persone che hanno vissuto in passato questa esperienza scolastica e che adesso lavorano e sono parte integrante del nostro sistema produttivo. Gli intenti positivi del lavoro che si sta svolgendo sono da sottolineare quali il ridurre il disagio di orari settimanali eccessivamente pesanti per gli studenti, ridurre la frammentazione con un riordino dei percorsi, migliorare e modernizzare l’offerta formativa e altro.

Le indiscrezioni, però, che trapelano sul riassetto degli istituti tecnici preoccupano perché le ore di fisica diminuiscono ulteriormente e considerevolmente (due ore in prima senza laboratorio e solo tre in seconda), la materia non c’è nel triennio e diventa una sorta di materia subliminale.

Il Gruppo di Lavoro Interministeriale per lo Sviluppo della Cultura Scientifica e Tecnologica (Documento di lavoro 2007) aveva rilevato nelle Raccomandazioni come sia importante “dare il rilievo necessario, nella ridefinizione dei curricoli, alle discipline scientifiche e tecnologiche e alla loro dimensione culturale e sperimentale” e, conseguentemente, come “gli spazi orari delle discipline scientifiche e tecnologiche devono essere tali da consentire un effettivo sviluppo della cultura scientifico-tecnologica e, comunque, coerenti rispetto alle indicazioni ufficiali sui contenuti e agli obiettivi d’apprendimento”.

Alla luce delle osservazioni fatte si ritiene fortemente auspicabile, con la piena consapevolezza delle grandi difficoltà che si incontrano quando si modificano gli ordinamenti scolastici, che le materie scientifiche non vengano così drasticamente ridotte e che all’insegnamento della fisica, con uno spazio esplicitamente dedicato al laboratorio, venga riconosciuto il suo naturale ruolo. Viene data piena disponibilità al confronto costruttivo sicuri di intervenire nell’interesse dei ragazzi e del futuro delle scuole tecniche.

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