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Diversità in cucina

La mia impari lotta contro il forno a microonde.

Quando per motivi di salute, divenuti poi una scelta di vita, si decide di seguire un’alimentazione naturale, vale a dire biologica, integrale e vegetariana, ci si scontra spesso con gli inviti alla classica cena. Un po’ alla volta, nell’arco di una dozzina d’anni, devo riconoscere che qualche progresso c’è stato in chi mangia moderno - mi si consenta il termine. In generale c’è maggiore attenzione.

I primi anni mi guardavano strano: "Vegetariana? Ma nessun tipo di carne, neanche quella fresca"? I commenti dei signori erano da puro maschio doc. Quelli femminili, molto interessati, ma era un’alimentazione improponibile ad una famiglia, per via del costo proibitivo dei prodotti biologici. Le leggende metropolitane poi si sprecavano: "Ma siete sicuri che sia biologico? Un contadino della Val di Non ha venduto come bio le mele che avevano scartato"; oppure: "Vendono come verdura biologica quella coltivata in un orto che confina con l’autostrada!"

Adesso il biologico lo trovi anche al supermercato. E’ un settore in gran crescita. Di questo siamo contenti, noi popolo bio. Ma vorrà dire che la gente capisce o sarà che le industrie alimentari si sono fatte su le maniche?

Quella volta era impossibile declinare l’invito. Una giovane coppia molto gentile, un bambino delizioso. Io sono una matura signora con la testa un po’ in aria, ma probabilmente ispiro fiducia e loro non potevano sapere che è meglio invitarmi a teatro che a cena.

Ho fatto presente che sono delicata e non mangio proprio tutto. Per esempio, niente carne, niente fritti, verdure solo al vapore, riso integrale, olio spremuto a freddo… poi per gentilezza ho smesso di elencare la mia dieta restrittiva. Anche perché poi devo spiegare i danni della carne, del riso che è morto se non è integrale, delle olive che per spremerle meglio aggiungono esano, dello zucchero raffinato e sbiancato proprio come un detersivo …

Tutti discorsi che fanno sgranare gli occhi a chi ascolta, quindi prometto di accontentarmi di semplicissime verdure bollite e la sera stabilita mi presento con una bottiglia di vino biologico e un libro di Pimpa per il bambino.

Tavolo apparecchiato a festa, il bambino ha già mangiato ed è in pigiama, curioso di sapere chi è questa Pimpa. Mi piace giocare con lui e quando dicono che è pronto lo lascio a malincuore.

Melanzane alla parmigiana come primo. Le adoro. Le faccio delicatissime senza una goccia d’olio, grigliando le melanzane e con la ricotta al posto della mozzarella.

Esordisco: "Ci vuole più di un’ora di forno, però, sono laboriose".

"Macchè, - mi rispondono - otto minuti di microonde".

Proseguo stupita: "Perbacco, il microonde!".

"Comodissimo, - continuano - noi cuciniamo tutto così".

"Ah… ma non altera i sapori, distrugge vitamine e sali minerali? - ribatto - E poi non c’è sicurezza, fra qualche anno magari si verrà a sapere che fa male alla salute.."..

Dotta spiegazione del funzionamento. Ascolto distrattamente, perché tanto so che non lo userò mai. Non congelo nemmeno, nel freezer tengo solo vaschette di ghiaccio. Sono contraria anche alla pentola a pressione, come diceva Boldi, il comico.

Le melanzane sono unte, fritte in padella prima della finale cottura al microonde. Poi ci sono pomodori e zucchine ripieni. Stesso tipo di cottura: cinque minuti.

Pomodori in gennaio? Oh mamma, sono perfetti, tutti uguali, sembrano fatti con il tornio! E le zucchine con lo stampo! Non oso spiegare che alimentazione biologica significa anche consumare verdura e frutta solo di stagione; ognuno è fermo su posizioni molto distanti.

Il mio imbarazzo diventa sempre più tangibile, indecisa se fingere un improvviso mal di testa o continuare a riempirmi lo stomaco di piccole onde sperando che non scatenino uno tsunami intestinale.

Ma poi guardo il bambino – ecco, sapevo che m’intenerivo - e decido di spiegare, per averlo imparato sulla mia pelle, la differenza tra alimentazione biologica e quella moderna, responsabile di molte malattie. Cito come esempio la popolazione degli Hunza, conosciuta come "il popolo che non si ammala mai" e che vive sulle montagne dell’Indukush, nel Pakistan. Un’alimentazione a base di frutta, cereali, noci, verdure, ed eccezionalmente piccole quantità di carne e latte, permette loro di vivere fino a circa cent’anni.

Mi appassiono a trasmettere dotti spunti di riflessione perché loro mi sembrano interessati poi, quando sto per rilassarmi, arriva come dolce una torta di cioccolato e un pugno allo stomaco: anche questa cotta al microonde, con un attrezzo speciale che si chiama "crisp". Un pochino provata, sto per congedarmi, quando il piccolo piange, ha sonno, vuole il biberon. Pentolina apposita nel microonde. Latte caldo in pochissimi secondi.

Mi arrendo. Anche per stasera non ho spostato il mondo di una virgola!