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QT n. 18, 28 ottobre 2006 Servizi

Quel bere pericoloso

Fra le persone messe all’indice dalla gente comune non manca mai l’alcolista. Certo, il
suo comportamento può creare un sacco di grattacapi, non solo a se stesso, ma anche a
chi gli sta attorno. Succede che guidi in modo spericolato, spesso è fuori di sé ed esplode in scatti violenti. Sul lavoro tira a campare e magari ci scappa pure un bell’infortunio. Eppure, a ben guardare, a destare preoccupazione non sono solo le persone che hanno un problema di vecchia data con la bottiglia.“Troppo spesso – puntualizza il dott. roberto Pancheri, direttore dei Servizi d’Alcologia presso l’Azienda Sanitaria provinciale - attribuiamo certi costi sociali e sanitari agli alcolisti, ma ci dimentichiamo di quelli provocati dagli altri bevitori”.

CONSUMO DI ALCOL IN TRENTINO PERCENTUALE SUL TOTALE DELLA POPOLAZIONE (2005)

Il Trentino vanta una lunga tradizione vinicola ed accompagnare la tavola con un buon bicchiere è un’abitudine assai diffusa. Non a caso, oltre i due terzi dei trentini tra i 18 e i 69 anni assume bevande alcoliche, con consumi più elevati nei giovani, nei maschi e tra quelli ben istruiti.

UTENTI DEI SERVIZI DI ALCOLOGIA (2005)

Un recente sondaggio condotto in collaborazione con le Asl, fotografa una buona fetta di bevitori che hanno comportamenti a rischio per la salute (vedi grafico). Fra questi si piazzano i cosiddetti binge drinking, ossia chi si è scolato 6 o più bicchieri di bevande alcoliche, in un’unica occasione, almeno una volta nell’ultimo mese. Insomma, una gran bevuta da farti sentire brillo che attira soprattutto i giovani nella fascia fra i 18 e i 24 anni. Poi troviamo i cosiddetti forti bevitori, che si scolano ben più di tre bicchieri al giorno, un po’ meno se sono femmine.

Per concludere, infine, con quelli che hanno l’abitudine di bere alcolici fuori pasto. Una serie di dati, dunque, poco confortanti. “In Trentino, - spiega il dottore - i servizi pubblici e quelli di mutuo aiuto sono ben diffusi su tutto il territorio e si stanno dando da fare per prevenire il fenomeno. Ad esempio, dei camper si recano nei pub per convincere chi risulta positivo ai test a non guidare. Il vero problema da sconfiggere, in ogni modo, è la cultura di riferimento che considera l’alcol come qualcosa d’indispensabile. Mentre il bere è accettato, la sobrietà è criticata. Scegliere di non bere o decidere di smettere non è facile, perché si è sottoposti a continue pressioni esterne”.