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Da piccione viaggiatore a camaleonte

L’itinerario politico di Giacomo Bezzi e lo stato confusionale del Patt.

Povero Bezzi! Dopo il soprannome di "piccione viaggiatore", affibbiatogli per le sue troppo frequenti missioni all’estero, ora si ritrova con una definizione ancor meno lusinghiera, quella di "camaleonte" (ossia voltagabbana), e ad opera nientemeno che di Luis Durnwalder. Motivo: la sua improvvisa conversione alla indispensabilità della PiRuBi.

Giacomo Bezzi e il presidente Dellai.

Si tratta di una inversione a U non di poco conto, in quanto l’opposizione alla Valdastico è stata, per decenni, un aspetto di primo piano della politica del Patt, con una valenza simbolica che ne faceva quasi un elemento identitario per i militanti; e difatti il pur "non granitico mondo degli autonomisti" (sono parole del Trentino) reagisce abbastanza compatto. Dopo il "salace commento" di Durnwalder, ecco che "i grandi vecchi del Patt scaricano su Bezzi una valanga di critiche". Torna in campo, per l’occasione, perfino un indignato Franco Tretter: "Negli anni passati - dichiara - abbiamo preso le botte a Besenello per la nostra ostinata difesa della terra trentina. Quella stessa terra è svenduta da chi oggi rappresenta il Patt".

E i suoi oppositori interni notano come Bezzi "esprima posizioni proprie e diverse da quelle del Patt, che storicamente ed anche attualmente sono e rimangono nettamente contrarie alla realizzqazione dell’autostrada". Ma il più velenoso è un altro ex numero uno del Patt, Carlo Andreotti: "Il partito ha cambiato idea sulla Valdastico? L’ha cambiata Bezzi, forse anche Panizza. Il partito ormai è tutto là. Del resto, a quanto mi risulta, l’annuncio di Bezzi sulla PiRuBi non è suffragato da nessun documento ufficiale. Infatti sono mesi che gli organi che dovrebbero deliberare le decisioni degli autonomisti non vengono convocati. Forse Bezzi avrà ricevuto la telefonata di qualcuno dall’alto, che gli ha sollecitato l’intervento a favore della PiRuBi".

Ed a consolare Bezzi non provvedono neppure i suoi nuovi compagni di barricata: quelli delle Genziane, infatti, non vanno al di là di un "plauso ironico".

Ma Bezzi come giustifica il suo ripensamento? In malo modo, decisamente: "Io non sono per la Valdastico, personalmente non la ritengo necessaria - comincia col dire - ma se verrà fatta sarà in nome della governabilità, si saranno cioè verificate le condizioni".

Traduzione: la PiRuBi non serve, ma per evitare tensioni, o peggio, nella maggioranza, è meglio farla.

"D’altronde - prosegue subito dopo - alla difesa della terra io antepongo la difesa di chi quella terra la abita. E chi sta nella Valsugana assediata dal traffico merita tutta la nostra considerazione. I dati ci dicono che quella strada sarebbe dirimente".

Traduzione: la PiRuBi risolverebbe il problema del traffico in Valsugana. E allora, di grazia, perché Bezzi "personalmente" non la ritiene necessaria?

E non è finita. In un’altra intervista sullo stesso giornale, Bezzi s’impapocchia ancor di più: "Questa si chiama assunzione di responsabilità di un amministratore, ed è il mutamento progressivo della situazione in Veneto a spingerci a questo passo, lo facciamo cioè per adempiere gli impegni. Le spiegazioni e i dati che ci sono stati forniti dal presidente Dellai sono esaustivi".

Ha qui buon gioco il cronista a commentare: "Bezzi si allontana dal solco dei padri e sulla base di dati che conosceva anche due anni fa; nulla infatti è cambiato nelle cifre proposte da Grisenti".

Questo episodio non fa che accrescere lo stato confusionale del movimento autonomista, a proposito del quale leggiamo che "in vista del congresso di marzo le voci si sprecano: si era parlato di un ritorno a casa di Carlo Andreotti, che ora pare francamente irrealizzabile. Più probabile è un ritorno nel Patt - ora è nel gruppo misto - di Dario Pallaoro, e per Andreotti, di converso, vi sarebbe un’offerta per la presidenza delle Gezniane".

A consolare gli autonomisti, una sola notizia: quella del primo cittadino straniero che entra nel partito che fu di Pruner: infatti sir David Wilkinson, il marito inglese di Caterina Dominici "ha preso la tessera nei giorni scorsi, in prossimità del congresso, cui ha deciso di partecipare da protagonista".