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Fare impresa coi soldi altrui

La costruzione del nuovo trampolino di Innsbruck: una storia istruttiva.

Gerhrad Frtitz

Il nuovo trampolino da sci, sul Bergisel, a sud della città, è un capolavoro architettonico, creato da Zaha Hadid, vincitrice di un concorso. Tutti ne siamo fieri, è diventato una nuova attrazione turistica, anche per il "turismo architettonico". La costruzione di quel trampolino apparentemente è stata un po’ meno ammirevole. Così la pensa, almeno, la Corte dei Conti della Provincia, il cui recente rapporto del 7 gennaio scorso disegna un quadro poco entusiasmante di efficienza decisionale, di previsione e controllo dei costi, e della relazione fra pubblico e privato.

Il vecchio trampolino, quello dei giochi olimpici del 1964, doveva essere adattato al nuovo regolamento FIS (con lo sviluppo della tecnica sportiva, diversi parametri del trampolino non erano più in regola, ed il permesso di utilizzo, da parte della FIS, era in forse). Tutta l’arena del Bergisel era piuttosto scadente, dopo più di 30 anni, ed un ritocco almeno tecnico era inevitabile. Solo che, come per altri siti olimpici, la città i soldi necessari non li aveva. Ma l’OeSV (la potente associazione degli sciatori), i milioni (provenienti dai diritti televisivi e dal marketing) li doveva avere.

Così, nel 1998, la città diede in affitto l’arena del trampolino all’ASV srl, una delle società commerciali dell’OeSV (quella che organizza i grandi eventi sportivi), e dopo ad una nuova società di gestione, la BBG srl, "figlia" dell’ASV. Il canone era del 5 per cento di tutti gli introiti (sportivi e non), con un minimo di 7000 euro all’anno. Dei costi del trampolino (stimati attorno ai 3,6 milioni di euro), la città si era assunta un terzo, gli altri due terzi dovevano venire dalla Provincia e dalla Repubblica. L’OeSV, da parte sua, s’impegnò ad investire almeno 1,8 milioni per infrastrutture non strettamente necessarie per lo sport, ma per l’uso multifunzionale e turistico.

Questo benedetto contratto del 1998 è ancora in vigore, sebbene tutti i dati essenziali siano cambiati.

Invece di un ritocco tecnico, il trampolino doveva essere ricostruito ex novo, perché nel frattempo le regole FIS erano cambiate di nuovo. Il progetto dell’OeSV, architettonicamente "povero" e poco adatto alla spettacolare arena naturale, fu bocciato; la città impose un concorso. Prima del concorso, i costi preventivati erano saliti a 11 milioni, equamente distribuiti, secondo un patto politico, fra Comune, Provincia e Repubblica (più 1,8 milioni dell’OeSV per infrastrutture varie). Quanto ai costi del concorso – e per un ipotizzato "plusvalore" architettonico - erano da distribuire fra Comune (60%) e OeSV (40%). Ma non era chiaro se quel mezzo milione "per Zaha Hadid" faceva parte o no degli 1,8 milioni dell’impegno dell’OeSV; il cui potentissimo presidente Schröcksnadl, con tutti i santi in paradiso di cui dispone, ovviamente di ulteriori impegni non volle sentir parlare.

Ora, il nuovo trampolino c’è, seppur con un ritardo di un anno, dovuto – secondo la Corte dei Conti - a capacità manageriali non all’altezza della complessità dell’impresa. L’OeSV, ovviamente, ha un’idea diversa; la colpa sarebbe del Comune e della Provincia. Costi complessivi (stimati): 15 milioni (14,5 dei quali giustificati, secondo la Corte, il resto discutibile). E nessuno finora sa se l’OeSV ha veramente speso quella cifra (1,8 milioni) che doveva spendere.

La public private partnership (ossia la cooperazione fra pubblico ed efficienza imprenditoriale dei privati), almeno nella versione nostrana, si è sviluppata come segue. E’ vero che il preventivo di 3,6 milioni (o 5,4, inclusi gli investimenti OeSV) era insostenibile, ed a ragione si decise di ricostruire il trampolino invece di riadattarlo, e di mirare in alto con il progetto di Zaha Hadid; d’altra parte è anche vero che da 5 milioni siamo arrivati a 15, sempre in base al contratto del 1998, del cui aggiornamento tutti si sono dimenticati (e si capisce che l’OeSV, da parte sua, non l’avrebbe rilevato!). E così, mentre il capitale privato è rimasto al livello di prima, i soldi pubblici investiti sono quadruplicati. Un bell’affare per l’OeSV, che ora gestirà per 40 anni una profittevole arena multifunzionale pagando un canone miserabile al Comune.

Sentenzia la Corte: il trampolino "è un ulteriore esempio di lavori di costruzione a prezzi in aumento dovuti a finanziamenti pubblici dati in mano a costruttori privati". Ed alla risposta (poca rispettosa, per dire la verità, del signor Presidente Schröcksnadl) aggiunge seccamente (e testualmente) nel capitolo conclusivo sulle lezioni da trarre di questa faraonica impresa: "Queste critiche tendono a sorvolare sul fatto che ‘l’attività e saggezza imprenditoriali’ sono state finanziate nella massima parte con mezzi pubblici".

Parole come pietre, di cui ringraziamo la Corte. Il Capitano van Staa, però, tace e paga, e la sindaca di Innsbruck, idem. Tanto paga Pantalone...