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Meraviglie bioniche: la Mortura e la Venatti

L’orrido connubio fra Letizia Moratti e Simona Ventura.

Qualche giorno fa la Simona Ventura in un’intervista tv ha rilasciato una rassicurante dichiarazione che suonava più o meno così: "La professione mi ha spinto a farmi una cultura musicale. Ora so tutto sui Beatles e i Rolling Stones…".

Mirabile esempio di interesse storico ad ampio raggio. Siamo in tanti ogni giorno che alla radio, alla televisione, o in birreria affiniamo la nostra cultura come la Ventura e anzi la integriamo con le ultime tendenze. Ce n’è per tutti, dai No Doubt a Bocelli, tutta roba da farsi una cultura da sballo. Eh sì, perché la cultura che conta oggi oramai corrisponde alla conoscenza di ciò che già conosciamo, di ciò che ci è contemporaneo e usuale o perlomeno recente. E quello che ci stava prima? Boh. Antiquariato, archeologia (nel caso più nobile), repertorio da segaioli (nel caso più autenticamente descrittivo). Quello che mi chiedo è: prima che fossero i Beatles e i Rolling Stones ad occupare una buona parte degli orizzonti mentali della Simona quali profili ornavano il suo panorama musicale? Pupo? Casadei? Il maestro Pregadio?

La Moratti fa tappa a Trento nel suo giro d’Italia in cui si propone come esegeta di se stessa. A me la Moratti non sta particolarmente sulle balle. Gli italiani l’hanno votata, anzi, hanno votato il suo capo. Quindi se lei (grazie al suo capo) è stata regolarmente voluta a governare dalla maggioranza dei miei parenti, dei miei amici, dei miei vicini di casa, perché devo avercela con lei e non invece con la maggioranza dei miei parenti, dei miei amici, dei miei vicini di casa? A parte queste considerazioni (che tanto ovvie non sembrano parere a tanti giovani facinorosi), la Moratti ha fatto la riforma puntando l’accento sulla formazione scolastica finalizzata all’impiego nelle imprese. Una formazione fondata su una più incisiva preparazione tecnica per gli specifici ambiti lavorativi che lo studente intende perseguire. 

Effettivamente tutto il mondo occidentale sta andando in quella direzione: ormai si considera più importante saper aggiustare un’automobile che ripercorrere l’evoluzione tecnologica del motore dall’utilizzo del vapore a quello nucleare, si considera più importante saper calcolare l’interesse composto che conoscere la teoria del liberismo di Adam Smith o quella del plusvalore di Marx, si considera più importante saper fare il giro di do sulla chitarra piuttosto che aver ascoltato almeno una volta il Don Giovanni di Mozart. Evviva la pratica, insomma, e in misura ragionevole è giusto che sia così: io in auto ci vado grazie al meccanico che me l’ha messa a punto; io deposito e prelevo i soldi grazie alla perizia di chi calcola flussi di capitali, saggi e tassi; io vado in birreria e mi faccio massacrare i neuroni da gruppi di metallari incazzati grazie ai giri di do che gli stessi metallari hanno appreso alla faccia del Don Giovanni … Però.

Però, mi viene un po’ di paura pensando che la scuola di questa riforma potrebbe assumere le sembianze di un mostricciatolo: la Mortura. Una creatura arcimboldesca che riassume il peggio della Moratti e della Ventura. Una creatura che con la testa trasmette conoscenze specifiche ma che con le gambe non è in grado di attraversarle in profondità, di percorrerne il cammino storico, di rappresentarne lo spessore culturale. Una creatura svelta e furba ma col fiato corto, che privilegia il manuale e marginalizza il libro, che settorializza il sapere ed è impreparata ad offrire stimoli ampi e creativi. La Mortura… eccola che s’avanza fiera con la testa della Moratti sulle gambe della Ventura. Oppure, versione più inquietante, con la testa della Ventura sulle gambe della Moratti: la Venatti. Ma in fondo che differenza fa: Mortura, Venatti…ci pensa il berlusca a omologarla secondo la sua corretta visione del mondo. Basta farle dare una passatina nella sua clinica di fiducia e togli di qui, riempi di là, tira, cuci… voilà: una meraviglia bionica con testa sempre sorridente e gambe come nuove, perfette, toniche, in garanzia postatomica illimitata.