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Meno furti ma troppo alcolismo

I risultati del Quarto rapporto sulla sicurezza nel Trentino.

Paolo Pignarelli

Il 21 ottobre 2002, in occasione del convegno "Il sistema integrato di sicurezza nel Trentino: un cantiere in costruzione", è stato presentato il Quarto rapporto sulla sicurezza nel Trentino, che rappresenta la sintesi delle ricerche condotte nel 2001-2002 dall’Osservatorio sulla sicurezza nel Trentino, gruppo di ricerca interno di Transcrime. L’obiettivo principale delle ricerche svolte dall’Osservatorio negli ultimi quattro anni è stato quello, da un lato di monitorare, dall’altro di dare risposte concrete al bisogno di sicurezza dei cittadini trentini.

I risultati di quest’ultimo lavoro mostrano come in Trentino, per tutto l’anno 2001, il numero di reati denunciati rimane stabile. Tra questi prevalgono nettamente i furti: nell’ultimo anno ne sono stati segnalati alla Magistratura 6.959, pari al 64,4% del totale dei delitti. Nonostante l’allarme rilanciato a più riprese dagli organi di informazione nei primi mesi dello scorso anno, non sembra esserci, comunque, un riscontro numerico nelle statistiche ufficiali. Infatti, se si considerano i dati relativi a questo reato negli ultimi dieci anni, i furti in abitazione nella nostra provincia raggiungono nel 2001 il loro punto minimo. Aumentano invece, rispetto all’anno precedente, le truffe (+27,5 %) e le rapine (+10,3 %), mentre sono in calo i reati connessi alla droga (-21,8 %) e le lesioni volontarie (-19,3 %).

E’ di conforto, comunque, il fatto che il numero totale dei reati che rimangono impuniti risulti minore rispetto alla media nazionale. Questo dato può essere spiegato dall’efficienza del lavoro svolto dalle Forze dell’ordine che risultano, secondo la ricerca condotta da Transcrime, godere dei più alti livelli di fiducia dai propri cittadini rispetto la media nazionale. Ben il 90% dei trentini dichiara, infatti, di essere molto o abbastanza soddisfatto dell’operato delle Forze dell’ordine. In particolare, i risultati dicono come i cittadini apprezzino la cortesia degli agenti nel rispondere alle loro richieste di aiuto, la correttezza e la prontezza con cui gli agenti intervengono nelle segnalazioni.

Preoccupante risulta, invece, il dato circa lo stato di sicurezza dei comuni trentini indagato attraverso la percezione dei sindaci. Per la prima volta dal 1998, i 170 primi Cittadini intervistati hanno evidenziato come esista, anche nelle comunità più piccole, la crisi dell’associazionismo e della solidarietà. La concreta partecipazione alla vita sociale ha lasciato spazio all’anonimato e all’isolamento e queste sono causa di conflitti, di tensione sociale e producono allarme e insicurezza. Al secondo posto nell’agenda dei sindaci trentini si colloca la diffusione dell’alcolismo, che interessa la quasi totalità dei comuni coinvolti nell’indagine, il 95,8%.

Su questo tema il Quarto rapporto ha dedicato la sezione di approfondimento nel tentativo di studiare l’incidenza dell’alcol sugli incidenti stradali. La rilevazione degli incidenti alcolcorrelati risulta estremamente esigua rispetto al totale degli incidenti rilevati: le fonti Istat-Aci riferiscono che nel 2000 solo l’1,2% degli incidenti, il 2,5% dei morti e il 2% dei feriti sono riconducibili ad uno stato di ebbrezza alcolica. Queste percentuali indicano un serio problema di sottostima del dato reale.

Questa carenza di informazione rende ancora più difficile la progettazione e la realizzazione di qualsiasi forma di intervento sui soggetti più coinvolti negli incidenti stradali alcolcorrelati: i giovani. Durante il sabato sera, sembrano esistere ormai rituali consolidati. Le "peregrinazioni" in diversi locali, anche molto lontani fra di loro, l’assunzione di alcool non solo in discoteca ma molto prima nei pub e bar, o probabilmente a casa di amici, costituiscono gravi fattori di rischio di incidente e rendono inoltre difficile qualsiasi localizzazione del fenomeno e quindi qualsiasi intervento mirato.

Questi risultati sottolineano la necessità di prevedere e l’importanza di creare un sistema integrato di intervento che coordini, in ambito locale, le azioni legislative, repressive e di controllo, azioni di educazione e di riabilitazione. Per raggiungere tale obiettivo la Provincia di Trento realizzerà, già dal 2003, un "sistema integrato di sicurezza", una rete di attori che, promuovendo la politica degli accordi e delle intese, attiverà collegamenti tra soggetti pubblici e privati.