Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 1, 12 gennaio 2002 Monitor

Le belle, difficili canzoni di Lalli

Splendido concerto (al di là delle previsioni) a inaugurare a Rovereto il nuovo Teatro alla Cartiera.

Uno splendido concerto ha inaugurato al Teatro alla Cartiera, per i roveretani l’ex-ATI, la rassegna di spettacoli curati dall’associazione "Dissonanze Armoniche". Il teatro è una delle più belle sale acustiche dove mi sia mai capitato di entrare. Il suono è ottimo e le dimensioni della sala sono intime: si vede benissimo il volto di chi suona e ciò crea, o almeno ha creato nel concerto di Lalli, un’atmosfera particolare: sembrava di sentire le "vibrazioni" dei musicisti e che questi a loro volta percepissero un pubblico completamente affascinato.

Onestamente non mi aspettavo un concerto così bello e musicisti tanto bravi. Avevo trovato che il disco di esordio della cantautrice, dal titolo "Tempo di vento", soffrisse di un’eccessiva enfasi sulle parole a scapito della musica, con il risultato che non avevo trovato nessuna grande canzone, ma tanti pezzi "abbastanza belli" (il disco è pubblicato dalla casa editrice "Il manifesto", al prezzo anticonformista di lire 15.000). Insomma, la poesia è importante, ma bastasse quella per fare grandi dischi…

Dal vivo è tutta un’altra cosa. La strumentazione acustica trova l’ambiente ideale per esprimere tutta l’intensità del suono e le canzoni ne guadagnano enormemente. Per un’ora io ed un centinaio di spettatori siamo stati letteralmente rapiti.

Difficile ora ragionare di estetetiche, ma ci sono alcuni trucchi che hanno favorito la tensione della serata. La mancanza di batteria ha costretto tutti i musicisti ad essere più ritmici e più compatti, e per fortuna nessun assolo (non perché i musicisti non fossero bravi, è che gli assoli sono noiosi) . Inoltre molti brani sono interpretazioni di canzoni di altri autori, scelti con grande cura e gusto. C’è un legame sottile e sotterraneo tra Lalli e le canzoni di Brel, De André e Lou Reed, tanto per citare alcuni autori omaggiati: il gusto per una canzone che riflette un certo mondo in penombra, che esprime sentimenti difficili e contraddittori, ed il mezzo musicale è spesso un po’ aspro e terso. Canzoni difficili, come si facevano una volta, verrebbe da dire. Uno stupro in Kosovo, le donne di Plaza de Mayo, la guerra partigiana: trattando di questi temi è facile cadere (ed in quanti, ahimé, ci cadono) nella retorica più bieca. Ma l’equilibrio che Lalli ha creato (per merito anche di un grande gruppo) ha la forza di una tradizione che è diventata il panorama interiore della cantante, e che dovrebbe essere studiata da tutti i giovani gruppi.

Per favore Lalli: sei una grande poetessa e una grande interprete, scendi a patti con la musica e trova qualche buon ritornello (alla "Blonde on Blonde" tanto per capirci). Tu che puoi, regalaci un disco veramente memorabile!

Parole chiave:

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.