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La gamba

Riflessioni natalizie in margine alla tragica, paradossale vicenda di Merano.

I giornali sudtirolesi in questi giorni gridano a tutta pagina la terribile storia del giovane che ha convinto il cugino assicuratore a tagliargli con una sega una gamba, per incassare l’assicurazione di un miliardo.

Ha scherzato con la morte e la morte ha vinto il gioco. Ma l’orrore e lo sconcerto non è solo per l’offesa all’alto valore che sempre più la nostra società attribuisce all’integrità fisica, fino a sfociare nell’esagerata esaltazione della bellezza e della gioventù come indispensabili aspetti di una vita piena e felice, così come viene imposta all’immaginario di massa. Liquidare l’episodio come una follia non aiuta a rassicurare. Anche i feroci assassinii di cui sempre più spesso parla la cronaca sono risultati di follie, anche quando le persone vengono giudicate sane di mente. Ma il sospetto che qualcosa ci riguardi rimane e suscita domande.

Il denaro facile è così importante che si rinuncia anche a (un pezzo di) se stessi? Il tintinnio del denaro a miliardi che in questi giorni risuona al mercatino, che con nome blasfemo si intitola a "Gesù Bambino", ha rubato ai bolzanini il Natale, li ha privati del raccoglimento del periodo più riflessivo dell’anno, il suo silenzio e il diritto a notti meno illuminate e rumorose. "Un sacrificio per il benessere" - dicono gli assessori comunali, molti dediti con parenti amici e compagni di partito agli affari in piazza Walther.

Ma il taglio di quella gamba ci riporta ad una brutalità nel fare del male a se stessi che si credeva sepolta, seppure da poco, nelle cineserie ad alto prezzo profumate di vin brulé.

Esso mette una comunità, che si è gettata nella modernità interpretandola come acquisizione di denaro, di fronte ai fantasmi del mancato sviluppo sociale e culturale, alla difficoltà di superare la miseria materiale e culturale dell’isolamento.

In fondo che cos’è una gamba? C’è gamba e gamba. Il valore delle cose e delle persone non è uguale. Anche i danni biologici in caso di incidente vengono liquidati in proporzione al valore sul mercato delle persone. Forse Andreas pensava alla vita "come a un videogioco, dove i gesti che si compiono non producono mai danni reali, neppure a sé stessi" - ha scritto La Stampa di Torino.

Eppure nella nostra mente alla ricerca di una ragione, si intersecano le immagini di gambe perdute sulle mine e delle gambe artificiali, a centinaia, nei telegiornali nei servizi sull’Afghanistan, di bambini, donne, uomini, che non volevano perderle. Quante ne abbiamo viste, quante non ne abbiamo viste!

Qualche volta le hanno sostituite con gambe di plastica, più spesso con una gruccia di legno, dopo attese lunghe e dolorose. Senza assicurazione, senza sicurezza. Darebbero un miliardo per riavere la loro gamba, e poter camminare, correre, lavorare, vivere.

P.S. (una buona notizia) Vicino al mercatino di Natale c’è una mostra. E’ il risultato del lavoro di anni di una pittrice con persone con problemi psichici e di una straordinaria associazione di persone volontarie che coprono con il loro entusiasmo e spesso con i loro soldi la scandalosa assenza degli enti pubblici nell’attività di reinserimento dei malati psichici. Risultato straordinario. Ciò che i pazienti-pittori non riescono a dire con le parole, viene espresso, con sorprendenti risultati artistici, sulle tele.

Questa non è una pubblicità, in realtà già il giorno dell’apertura della mostra, i quadri sono stati in gran parte venduti. Per chi si avventuri verso la piazza stragonfia di gente e di rumori si consiglia una fermata, per sentire aria di Natale.

Quello vero. Che, prima dell’avvento del mercatino, dove l’invito è ad aprire i portafogli, si diceva sapesse aprire i cuori e destare l’attenzione verso gli altri.

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