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Non rubatemi il dominio!

Internet: le avventure del famoso www.

Mara Mignone

Transcrime si sta occupando di una problematica spinosa dell’era di Internet e dei possibili strumenti di contrasto: le controversie relative ai nomi di dominio. Ma cosa sono i nomi di dominio e quali le maggiori problematiche ad essi correlate?

Il nome di dominio (per capirsi, il classico www) è un indirizzo telematico, paragonabile ad un numero di telefono. Così, come quando si compone un numero di telefono si è certi di poter parlare con quella determinata persona che ne è assegnataria, allo stesso modo, digitando l’indirizzo Internet scelto, si accede direttamente allo spazio virtuale dove sono collocati i dati e le informazioni cercate. Come non possono esistere due numeri di telefono uguali, così non possono essere assegnati due indirizzi Internet coincidenti. Disporre di un indirizzo Internet, dal punto di vista di chi offre contenuti, vuol dire poter essere presente in rete e soprattutto essere rintracciabile, visibile e, dal punto di vista dei navigatori, significa avere la chiave di accesso all’immensa banca dati che è Internet. Gli indirizzi permettono l’identificazione di ogni computer connesso alla rete.

In realtà, il sistema di gestione degli indirizzi in rete si basa su un sistema numerico e non alfabetico. Ogni computer in rete viene identificato in modo univoco attraverso un indirizzo numerico - detto IP – utilizzato dal protocollo TCP/IP, protocollo di trasmissione di informazioni via Internet. Questi numeri sono associati a stringhe di testo solo per sviluppare un sistema di facile memorizzazione per l’utenza di Internet. I nomi di dominio sono, quindi, i "nomi" dei computer connessi in rete, più "familiari" e semplici da ricordare, mentre i numeri sono stati lasciati alla sola comunicazione tra macchine.

I conflitti tra nomi a dominio e segni distintivi di un’azienda (in particolare il marchio registrato) sono nati perché le sequenze alfanumeriche contenute nei domini Internet possono, a volte, essere identiche o simili a tali segni. Un articolo del prof. Nathenson, già nel 1997, parla di tre diverse tipologie di dispute in materia, per identificare le quali lo studioso impiega i nomi dei "soggetti utilizzatori": squatters/cybersquatters, parasites e twins/poachers.

La necessità di fornire una tipizzazione dei conflitti deriva dalla presenza di caratteristiche e specificità distinte da caso a caso, che richiedono un’analisi separata.

Gli squatters o cybersquatters sono soggetti che registrano domini non per utilizzarli, ma per fini speculativi, vale a dire con l’intenzione di rivenderli ad alto prezzo ai titolari dei marchi identici o simili. I cybersquatters prediligono la registrazione di domini corrispondenti a nomi o marchi famosi, mentre la successiva offerta in vendita avviene spesso attraverso vere e proprie aste.

I parasites diversamenteregistrano domini per trarre un vantaggio finanziario dal loro utilizzo. In alcuni casi la registrazione riguarda domini identici, altre volte domini simili a marchi famosi. Le dispute coinvolgono generalmente diretti concorrenti, imprenditori operanti in settori vicini o anche semplicemente soggetti che intendono approfittare della buona reputazione che caratterizza un determinato marchio. I risultati di queste dispute variano notevolmente a seconda della "forza" delle rispettive pretese sul nome.

Infine i twins/poachers: il titolare del dominio e chi gli si contrappone vantano entrambi una pretesa legittima all’assegnazione di quel dominio, avendo lo stesso nome o un nome simile. In alcuni casi il conflitto coinvolge più aziende, in altri un’azienda si contrappone ad un soggetto privato, che intende usare il suo nome o soprannome come dominio. Sono le controversie più difficili da risolvere, perché l’applicazione tanto della normativa sui marchi d’impresa, quanto di quella in materia di concorrenza sleale porterebbe ad ammettere l’uso concorrente del dominio da parte dei contendenti.

Data l’incertezza normativa del settore, al momento l’unica possibile soluzione per chi voglia lavorare con tranquillità in Internet, è quella di cercare di prevenire eventuali abusi da parte di terzi che vogliano sfruttare la rinomanza del marchio, della ditta o dell’insegna altrui. Il primo passo da fare è quindi quello di registrare il proprio marchio e di richiedere, prima possibile, il nome di dominio corrispondente o simile. Nel caso, poi, si abbia già il sospetto, o la prova, di una violazione, la cosa migliore da fare è adire le procedure di riassegnazione, gestite dai cosiddetti Enti conduttori e molto più veloci ed economiche rispetto al giudizio ordinario, oppure risolvere la questione tramite un arbitrato.

Tutte le informazioni necessarie si trovano presso il sito della Registration Authority italiana, all’indirizzo http://www.nic.it.

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