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Danke, Joerg!

Il trionfo rosso-verde nelle elezioni a Vienna. Anche grazie alle intemperanze antisemite di Haider.

Una volta tanto, per tre lunghi giorni è rimasto a bocca chiusa, colpito dall’influenza e soprattutto dall’esito delle elezioni a Vienna: Joerg Haider, dopo un’incredibile campagna elettorale all’insegna non già dell’abituale xenofobia ed antieuropeismo, ma perfino dell’antisemitismo, sembra arrivato al capolinea. La sua irresistibile ascesa è stata bloccata. Proprio dagli elettori di Vienna, che 5 anni fa avevano abbandonato i socialdemocratici, esprimendo la loro rabbia contro la partitocrazia PS/DC e premiando i Freiheitlichen col 28%.

Il sindaco di Vienna, Michael Häupl.

E per la seconda volta, dopo il Burgenland, il centro-sinistra ha guadagnato in modo massiccio. Quasi 6 punti in più per i verdi, oltre 5 per i socialdemocratici, meno 7 (ovvero, un quarto dei voti) per i Freiheitlichen, e stasi dei popolari. Quasi un terremoto. Inoltre i verdi, in uno dei 21 distretti della capitale, con il 32,5%, sono diventati il primo partito. Nel Neubau, caratterizzato da un’alta percentuale di giovani, gli è riuscito, per la prima volta il sorpasso. Il presidente del 7o distretto sarà dunque un verde: Thomas Blimlinger, tabaccaio diplomato in economia, quarantenne, sposato con prole, tutto professionalismo manageriale, economia sostenibile e moderato edonismo individuale, protagonista della nuova leva urbana dei verdi.

Ma il trionfatore è Michael Häupl, il sindaco rosso. Con il 46,8% dei consensi si è assicurato la maggioranza assoluta dei seggi e dirigerà una giunta monocolore (ma dichiaratamente aperta a proposte verdi). Gli analisti tutti concordano sulle ragioni, sui movimenti sotteranei che stanno alla base di questo inaspettato esito:

1. La manovra economica del governo delle destre per arrivare al "deficit zero" in soli 2 anni, ha duramente colpito sia gli strati più deboli che il ceto medio.

2. I socialdemocratici viennesi, con una piccola svolta a sinistra, non solo sono riusciti a tamponare l’emorragia di voti operai verso la destra, ma hanno stravinto nei quartieri operai, e sono sì il partito dei pensionati per eccellenza, ma una volta tanto hanno guadagnato anche fra i giovani.

3. E’ stato proprio Joerg Haider a far vincere le elezioni al sindaco rosso.

Due mesi fa, i Freiheitlichen hanno dovuto sostituire, in testa alla lista, il loro leader cittadino, Hilmar Kabas, divenuto impresentabile dopo una serie di gaffes (tra l’altro, aveva dato del "mascalzone" al Presidente della Repubblica). Hanno così pescato la signora Partik-Pablé, la giustizialista del gruppo parlamentare, e l’hanno paracadutata su Vienna. Poi il presidente della Carinzia e sedicente leader della destra nazional-populista europea, volendo farsi garante della candidata, ha tappezzato la città di manifesti con la sua propria (di Haider) foto, e la scritta: "Helene Partik-Pablé". Ilarità generale.

E infine, per la prima volta nella storia della Repubblica, Haider ha attacato il presidente della comunità ebraica (6000 persone; prima della Shoah erano oltre 200.000), Ariel Muzicant: "Come può uno che si chiama Ariel (che è anche un noto detersivo, n.d.r.) sporcarsi tanto in dubbi affari?". Non bastava: parlando di Stanley Greenerg, organizzatore della campagna di Häupl, Haider è arrivato a dire che i viennesi dovevano scegliere "fra il dottor Greenberg della costa Est (metafora per l’ebraismo internazionale) e il buon cuore viennese". A questo punto, a differenza che nel ’96, quando i socialdemocratici tentarono un’improbabile strategia di appeasement verso l’estrema destra, Häupl ha reagito in maniera durissima, chiamando gli elettori a dire no alla xenofobia, al razzismo, all’antisemitismo, e a difendere la Vienna europea, aperta, moderna contro questa destra schifosa. E gli elettori questo coraggio (oddìo, siamo arrivati al punto che ci vuole coraggio per restare nei limiti della decenza?!) lo hanno premiato.

Un elettore su 3, con il suo voto, ha voluto soprattutto punire il governo delle destre. Ma uno su 2 crede che Haider, con le sue schifezze, abbia contribuito al disastro elettorale dei Freiheitlichen.

Commenta Herbert Lackner, editorialista di Profil: "Il governo non riuscirà a ridurre questa batosta a livello di un avvenimento regionale. Un quinto degli elettori della Repubblica ha potuto esprimersi... Il fosso che divide l’Austria sin dalla formazione di questo governo, si è approfondito. Haider ha voluto evitare una peggiore batosta elettorale, ed infine ha causato il danno peggiore per il paese: ha cacciato l’Austria fuori dalla comunità dei valori europei. Per l’Austria, un tale politicante è insopportabile". Almeno l’80% dell’elettorato la pensa così.

Se non si può parlare di crisi di governo, ciò è dovuto al fatto che nessuno dei due partiti della destra potrebbe guadagnare in caso di elezioni anticipate. Nel primo sondaggio nazionale "post-Vienna", l’opposizione rosso-verde è arrivata al pareggio con la maggioranza governativa.

Non si amano a vicenda, socialdemocratici e verdi. Ma col vento che tira, e visto che con la cooperazione fra concorrenti possono guadagnare tutti e due, il centro-sinistra pare navighi col vento in poppa.