Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 3, 10 febbraio 2001 Servizi

I Tre Tromboni

Dellai, Durnwalder, Weingartner, sottoscrivono Statuti e Manifesti. I perchè di un’ambigua pagliacciata.

Se tre presidenti di giunte provinciali si trovano per fare quattro chiacchiere, cos’é? Nientemeno che una "conferenza di governi". Ohibò. La prossima volta che mi trovo qualche amico al bar sotto casa, lo chiamerò un "vertice dell’opposizione".

Dunque, i presidenti Weingartner, Durnwalder e Dellai, il 26 gennaio, hanno fatto una "conferenza di governi" (all’insaputa dei rispettivi Consigli, ma i pettegolezzi non possono disturbare un momento storico) ed hanno discusso e firmato una "Dichiarazione Alpina dell’Euregio Tirolo-Sudtirolo-Trentino" in un preambolo e 9 capitoli.

Peccato che lo abbiano fatto per fare una beffa sia all’Unione Europea che alla Convenzione degli Stati Alpini ed alla presidenza italiana di tale convenzione.

Mi scusi, presidente Dellai: lei che fa parte della maggioranza di centro-sinistra (almeno per modo di dire), si è fatto tradurre le esternazioni di Weingartner e Durnwalder, ha capito di cosa si trattava? Oppure le piace proprio essere ammesso alla corte del Grande Tirolo, camuffato da Euregio, per rappresentare i sudditi italiani dei granduchi tirolesi, cosicché la pagliacciata non sappia troppo di revisionismo storico e pangermanismo montanaro?

Insomma, i nostri hanno constatato che "documenti internazionali, quali la Convenzione degli Stati Alpini ed i suoi Protocolli... spesso non sono adeguati agli interessi specifici della popolazione nello spazio alpino" (probabilmente perché la cementificazione della Val Jumela o la PiRuBi non sono contemplati nella Convenzione?), per cui, "sapendo che le tre Province hanno una decennale esperienza dei problemi dello sviluppo sostenibile del territorio" (bontá loro!), si mettono d’accordo per fare le cose in proprio. Firmando cioè dei princìpi per la realizzazione di progetti nell’ambito dell’agricoltura, della protezione, del turismo, dello sviluppo economico (hi-tech, naturalmente), del traffico, dell’educazione e della scienza e della cultura (artt. 2-8).

Una perla per tutte, l’art. 4, sul turismo: "Nuove infrastrutture turistiche vanno realizzate esclusivamente in zone turisticamente sottosviluppate, o poco sviluppate, purché siano idonee al turismo". Bravi! Ci sono ancora valli senza strade a tre corsie, monti senza funivia, discese senza neve artificiale? E via con le ruspe....

L’art. 9 ci dice poi che le tre Province, "nell’ambito delle loro competenze" (e Dio sia ringraziato che non hanno deciso una dichiarazione di indipendenza e una nuova costituzione per i liberi montanari tirolesi), "si impegnano a realizzare gli scopi e le misure ivi contemplati", possibilmente usando i fondi dell’UE, specialmente del programma INTERREG.

I quali scopi e misure, in questo testo, rimangono nel vago, sebbene una prima bozza di questa dichiarazione sia girata già tre anni or sono fra le cancellerie delle giunte, e l’ultima volta che se n’è parlato sia stata, guarda caso, nella campagna elettorale dell‘eurodeputata Ursula Stenzel (dei democristiani austriaci). Dove non si parla di nuove infrastrutture turistiche, dove si parla ad esempio di riduzione del traffico su gomma e del divieto di nuove autostrade trasversali, tutto, ma proprio tutto è già contenuto nella Convenzione degli Stati Alpini ed in altri documenti dell’Unione. I Protocolli della Convenzione, firmati pochi mesi fa, proprio ora vanno ratificati dai Parlamenti degli Stati firmatari e dal Parlamento Europeo. "Guardiano" di questa Convenzione, ora, è la presidenza italiana, cioè il ministro italiano per l’ambiente (il quale, se non mi sbaglio, è dell’Ulivo. E a cosa serve, allora, una solenne dichiarazione di tre gatti - scusate - di tre presidenti provinciali?

Ce lo dice chiaro e tondo il Capitano Weingartner sul giornale Kurier del 30 gennaio: "Serve a sviluppare delle linee-guida per lo sviluppo e per la protezione della Regione Europea del Tirolo (testualmente: "der Europaregion Tirol", altro che "Euregio", presidente Dellai!), nello spirito dell’autodeterminazione (sic!) del territorio alpino", cioè contro "gli esteriori interessi forti".

Per intenderci, ci si riferisce ai "centri ubani come Parigi, Roma o Berlino" che avrebbero condizionato quel pezzo di diritto internazionale che si chiama "Convenzione degli Stati Alpini".

Con questa volontà di autodeterminazione il Tirolo (unico ed inseparabile, ed evviva Andreas Hofer!) si pone di nuovo "all’avanguardia di tutto l’arco alpino".

Siamo in attesa dell’Euregio Carinzia-Slovenia-Friuli, capeggiata da Joerg Haider e dal sindaco di Jesolo, e ce ne freghiamo dell’integrazione europea.

Ovviamente, si può benissimo usare l’Euregio sia in chiave campanilistica che anti-europea.

La stampa, qui a Innsbruck, questa Dichiarazione l’ha quasi snobbata, come fosse una trovata pubblicitaria poco riuscita del Capitano. Si è fatto vivo però, con una polemica feroce, il risponsabile del settore pianificazione territoriale dell’ Alpenverein, l’omologo del CAI, la più grande associazione alpinistica, da anni impegnata nella lotta per la protezione dell’ambiente. Dice Peter Hasslacher (ancora sul Kurier): "I problemi irrisolti del traffico, dell’agricoltura, dell’occupazione, delle infrastrutture turistiche sono una piaga endemica per la gente nelle Alpi. Tentativi di trovare soluzioni isolate, come questa Dichiarazione, di fronte a problemi che vanno risolti su livello europeo, sono futili.

Giuridicamente, questa Dichiarazione è nulla. Le tre Province, anzi, dovrebbero battersi per la ratificazione e la realizzazione di un documento valido del diritto internazionale quale la Convenzione degli Stati Alpini. Il Sudtirolo ed il Trentino dovrebbero appoggiare la presidenza italiana della Convenzione. Il Tirolo dovrebbe premere sul governo nazionale perché gli 8 Protocolli della Convenzione vadano ratificati in parlamento il piú presto possibile".

Per Questotrentino, il responsabile dell’Alpenvereintrova parole ancor piú forti: "La Dichiarazione non impegna nemmeno la provincia a realizzare alcunché. La Convenzione degli Stati Alpini é valida per tutta le regione alpina, è un documento del diritto internazionale, ed è stata firmata anche dall’Unione Europea. Mentre l’Alpenverein non é stato nemmeno consultato sulla bozza della Dichiarazione, nel processo di formulazione e realizzazione della Convenzione, le organizzazioni non-governative, sia quelle dell‘ecologismo che le organizzazioni di categoria quali i sindacati o le camere di commercio, hanno avuto ed hanno un ruolo attivo. Le associazioni alpine, per giunta, hanno lo status ufficiale di Osservatori nelle conferenze. La Dichiarazione delle tre Province, insomma, è un atto isolato che non serve nemmeno ad osteggiare la costruzione dell’Alemagna. Non é che un tentativo di politicanti campanilistici di creare l’impressione che si stia facendo qualcosa per le Alpi, mentre in realtà si fa tutto per sabotare e boicottare la Convenzione."

La deputata Eva Lichtenberger (già assessora provinciale all’ambiente, che in questa qualità si è battutta per la formulazione della Convenzione), speaker dei Verdi nel Parlamento nazionale sulle questioni del traffico, ci ha detto: "Ora dobbiamo ratificare i Protocolli, e poi bisogna realizzare quanto ivi stabilito in materia di traffico, protezione e turismo. Non servono gli istrionismi di certi capi provinciali.

E soprattutto dobbiamo fare a meno di ambizioni pan-tirolesi e di separatismi regionali, specie se camuffati da autoproclamate regioni europee".

Ma in Tirolo non esistono solo i popolari, i verdi e le organizzazioni non-governative; ci sono anche i socialdemocratici, ma l’averli dimenticati, sarebbe un’omissione scusabile. Trincerandosi dietro l’ anonimato, qualche dirigente si lascia sfuggire commenti acidi quanto quelli dell’opposizione. Ma ufficialmente, il partito tace: non bisogna disturbare il Capitano e la quiete della coalizione governativa popolari-socialdemocratici.

Per due giorni abbiamo sollecitato un commento del vice-capitano e presidente del partito Herbert Prock. "Non ha tempo, scusate" - ci manda a dire la sua segreteria. Qui tacet consentire videtur... Ma non ci sarà pace in Consiglio: il capogruppo verde ha già annunciato un’interpellanza per la prossima seduta. Il Capitano spieghi al Consiglio "come si impegna per favorire la snella ratificazione dei Protocolli della Convenzione da parte del Parlamento austriaco, cosa farà la giunta perché le leggi provinciali siano adeguate alle norme del diritto internazionale..., quali attività della giunta ha in mente perché gli scopi e le misure contemplati dalla Dichiarazione delle tre Province siano realizzati, quali leggi provinciali bisogna emendare, e quando la giunta intende proporre i rispettivi disegni di legge al Consiglio".

"La risposta del Capitano - ci dice il capogruppo Georg Willi - probabilmente sarà ‘Boh’, visto che la Dichiarazione non è che una bolla di sapone, una meschina manovra politica per frenare l’iter della Convenzione e per riesumare lo spettro del Grande Tirolo".