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Sfascisti

Immigrati e leghisti in piazza a Trento.

Domenica 28 maggio, alla manifestazione di protesta organizzata a Trento dalla Comunità Islamica, c’erano un mezzo migliaio di cittadini stranieri. Due temi al centro della manifestazione: i rapporti con la burocrazia (le code chilometriche all’Ufficio stranieri della Questura) e il problema della casa, con l’impossibilità per tante persone, che pure lavorano regolarmente ed hanno un reddito decoroso, di trovare un vero alloggio, perché chi affitta non si fida di loro. Con la conseguenza di relegare nell’emergenza (un precario posto-letto, l’impossibilità di riunirsi a moglie e figli) chi invece vorrebbe e potrebbe integrarsi.

Le richieste avanzate sono sostanzialmente due. Per quanto riguarda i rapporti con la burocrazia, la creazione di uno "sportello immigrati" (per informazioni e disbrigo pratiche) sul modello di quanto già esistente altrove in Italia, che consentirebbe di alleggerire il lavoro dell’Ufficio stranieri della Questura e di conseguenza i disagi degli immigrati. Sul tema della casa, invece,l’istituzione di un’agenzia di mediazione che faccia da garante nei rapporti fra padroni di casa e chi cerca casa.

Problemi reali e proposte ragionevoli, come si vede, avanzate dalla parte più consapevole e "per bene" dell’immigrazione.

La Lega, che pure ci racconta sempre la favola che loro non sono contro gli stranieri onesti che lavorano, ma contro gli irregolari e i delinquenti, ha protestato contro la protesta, con un presidio di una trentina di militanti guidati da Sergio Divina e Denis Bertolini. Nel volantino che distribuivano, un delirio sfascista di intolleranza e di patenti bugie: "Gli italiani sono talmente abituati ai disservizi che ormai non si lamentano più e nessuno se ne cura. Quando loro (gli extracomunitari) hanno protestato a causa delle lunghe ore passate in fila davanti alla Questura, tutti si sono mossi alla svelta". Tutti chi? Le code di ore c’erano quest’inverno, sotto la neve, e sono rimaste, con il sole che picchia.

Un esempio dei disagi sofferti dai trentini? "Quello di via Sanseverino, con la chiusura totale della bretellina con la tangenziale fino alla chiusura dei lavori, quando si poteva benissimo trovare una soluzione alternativa su via Ghiaie, non togliendo il servizio di trasporto pubblico ai residenti".

A parte il fatto che un disagio come questo (al quale del resto il Comune ha poi ovviato) non è necessariamente prerogativa degli italiani (uno straniero che abitasse da quelle parti sarebbe parimenti svantaggiato), con quale faccia tosta si paragona una tale situazione con quella di chi , pur avendo un lavoro e un reddito, è costretto a dormire in macchina o nel letto di un ente assistenziale?

Ma sentiamo cosa dichiara all’Adige il consigliere provinciale Sergio Divina : "Autorizzare una manifestazione di protesta della comunità islamica è un errore gravissimo. I cittadini si chiederanno perché se un torto o un disservizio tocca a loro nulla accade. Se invece tocca ad uno straniero assume subito carattere di emergenza". E ancora: "Le manifestazioni di ‘diversi’ incutono immediatamente un’atavica ed irrazionale paura". Il che può essere vero: la cosa repellente è che questa paura lorsignori non solo la sfruttano politicamente (e pazienza), ma cercano in ogni modo di fomentarla. Capiamo benissimo che ci siano delle persone, culturalmente poco attrezzate, che perdono la testa di fronte a qualunque ‘diversità’; ma restiamo francamente disgustati quando vediamo un Divina - persona che sembra capace di comprendere e distinguere - tuffarsi a pesce in strumentalizzazioni del genere, fare il possibile per ostacolare l’integrazione degli immigrati e cercare di portare all’esasperazione dei cittadini (stranieri) onesti.

Post scriptum: "Restii al lavoro, briaconi, ignoranti e presuntuosi insieme, maldicenti: uno di loro che sia bravo è una mosca bianca. (...) Insomma, son gente diversa da noi... Per me tutta questa gente non è che una schietta e pretta canaglia, guasta da tutti i vizi, incapace d’un sentimento elevato. Non li vediamo tutti i giorni? Tutti spreconi senza giudizio, intrattabili quando hanno da mangiare, e senza dignità a chieder la limosina quando sono ridotti nella miseria. E questa miseria di cui si fa tanto chiasso è in gran parte un’esagerazione, un’impostura che indigna, fatta per vuotarci la borsa, e tutta questa tenerezza per la gente bassa, che ora è di moda, mi pare un’aberrazione, una debolezza vergognosa".

Questa filippica, che ricalca in maniera impressionante certe sparate della bassa forza padana nei confronti degli immigrati, è vecchia di oltre cent’anni e proviene da un romanzo di Edmondo De Amicis - "Primo maggio", dove con quelle parole un gruppo di benpensanti descrive la classe operaia torinese nel suo complesso, nel momento stesso in cui le rifiuta quei diritti che attenuerebbero (che poi effettivamente hanno attenuato, anzi cancellato) quella diversità che tanto li spaventa.

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