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QT n. 3, 6 febbraio 1999 Servizi

La Caritas a Mezzolombardo

La parrocchia della borgata Rotaliana investe nella solidarietà.

Duecento contatti nel corso del 1998, una ventina di volontari, una nuova sede in via di ultimazione: ecco alcuni dati utili per inquadrare il gruppo Caritas di Mezzolombardo. La maggior parte di chi si è rivolto alla Caritas di Mezzolombardo, prevalentemente immigrati dal Nord Africa, dalla ex Jugoslavia e dall’Albania, lo ha fatto per cercare aiuti spiccioli, quasi sempre vestiario, ma i volontari sono in grado di offrire anche sostegno psicologico, qualche indicazione per sbrigare pratiche e, in alcuni casi, quelli della Caritas sono riusciti a trovare un alloggio e un lavoro al disperato di turno.

Ma com’è che in una piccola borgata nasce e cresce una simile iniziativa? Ce ne parla il parroco di Mezzolombardo, don Olivo Rocchetti: "Sia ben chiaro che attorno alla parrocchia è sempre gravitata l’attività di assistenza, ma ad un certo punto abbiamo sentito la necessità di fare qualcosa di più strutturato. La partecipazione ad un corso di formazione organizzato dalla Caritas di Trento ci ha dato la spinta e parecchi volontari hanno deciso di passare dalle parole ai fatti. E’ stata creata una struttura che nelle intenzioni dovrebbe contribuire a far fronte alle nuove povertà (non certo per sostituirci all’ente pubblico, ma per collaborare, anche se, per ora, non abbiamo avuto molte risposte) e a far maturare la cultura dell’accoglienza e della solidarietà. Ecco perché, accanto alla raccolta ed alla distribuzione del vestiario, sono stati organizzati alcuni incontri pubblici sui Paesi del Terzo Mondo e sulle povertà vecchie e nuove.

Inoltre, prima di mettersi in moto, i volontari hanno voluto confrontarsi con degli esperti del fenomeno migratorio, con l’assistente sociale di zona e con don Dante Clauser, un’autorità in tema di povertà.

L’iniziativa del centro Caritas è partita da pochi anni e, nelle intenzioni, avrebbe dovuto coinvolgere tutto il Decanato (praticamente tutti i paesi della Piana Rotaliana, dell’altopiano della Paganella, ed alcuni piccoli centri della bassa Val di Non, n.d.r.), ma in realtà, per ora, l’apporto degli altri paesi non è stato molto rilevante".

Nei prossimi mesi, però, il Consiglio Decanale è intenzionato a rilanciare, nella speranza di coinvolgere energie e volontari che, salvo qualche eccezione, ora sono tutti di Mezzolombardo. D’altra parte, storicamente, Mezzolombrado è sempre stata la più ricettiva e aperta fra le comunità della zona. Inoltre, la presenza nella borgata di un attivo Gruppo Missionario ha sicuramente preparato il terreno più che in altri luoghi. Bisogna però dire che molte delle Comunità vicine sono spesso più attive nella raccolta di fondi a favore delle varie attività ecclesiali. Infatti, stando ai dati che appaiono periodicamente sul settimanale diocesano, Mezzocorona batte tutti in quanto a generosità in denaro.

Dicevamo delle intenzioni di rilanciare l’iniziativa nel tentativo di allargare la partecipazione. Nei prossimi mesi sarà anche pronta la nuova sede, realizzata in buona parte grazie al lavoro gratuito (compresa la progettazione e la direzione lavori). Infatti ora il centro Caritas opera in un locale della canonica, il che ne condiziona in parte l’attività. Quando invece sarà pronta la nuova sede, dotata di una grande sala/magazzino per la raccolta e distribuzione di vestiario e alimentari e di un locale ad uso ufficio e sala riunioni, si potrà anche pensare ad aumentare l’orario di apertura del centro (per ora solo una volta la settimana), sempre che, contemporaneamente, si facciano avanti nuovi volontari.

Si tenterà - ci dice una volontaria - di affrontare anche un nuovo tema, quello della solitudine di molti anziani, ai quali si cercherà di offrire qualche momento di compagnia.

E’ stata una inaspettata quanto provvidenziale donazione di svariate decine di milioni, a dare un forte impulso alla ultimazione dei lavori di ristrutturazione dei locali nei quali, probabilmente fra qualche mese, troverà sede il centro Caritas. E va dato merito alla parrocchia di Mezzolombardo di aver utilizzato buona parte del lascito in un’opera di bene e non nell’acquisto di immobili ad uso speculativo, come spesso la Chiesa ha fatto in un passato non tanto lontano.

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