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A 40 anni dalla “legge Merlin”

Norme da ritoccare? D'accordo. Riaprire le case chiuse? Impossibile...

A 40 anni dalla legge 20 febbraio 1958 n° 75 che abolì le "case chiuse" continua la polemica tra i difensori della legge e coloro che vorrebbero invece reintrodurre la regolamentazione statale della prostituzione.

La "legge Merlin" è tecnicamente imperfetta e ha fallito sul piano rieducativo e del recupero sociale delle prostitute, ma non credo che sarebbe possibile né auspicabile tornare indietro. Lo schema antropologico su cui per millenni si è basata la regolamentazione di Stato si è rotto, non esiste più nella coscienza collettiva se non allo stato residuale.

Il punto da cui bisogna partire è l'impostazione androcentrica della relazione sessuale, che si è consolidata nella Grecia del periodo classico e si è diffusa poi in tutta Europa. Secondo tale concezione, il sesso maschile è superiore e condizionante quello femminile, considerato inferiore. La donna ha una duplice funzione: è fattrice legittima nell'ambito della famiglia patriarcale monogamica, ed è strumento di piacere per il soddisfacimento sessuale del maschio fuori della famiglia. Secondo questa impostazione esistono tre stereotopi di donna: l'etèra, la concubina e la moglie. Esse soddisfano ai tre bisogni maschili di cui scrive Demostene: "Abbiamo le etère per i piaceri dello spirito, le concubine per quelli dei sensi, e la moglie per darci dei figli".

Sullo schema androcentrico Solone costruisce il primo modello giuridico che sarà poi seguito nel mondo eurocristiano. Le pornài saranno le prostitute, le etère diventeranno le cortigiane, i porneion, che i Romani chiamavano lupanari (da cui secondo la leggenda uscirono Remolo e Remo), saranno i postiboli del Medioevo e del Rinascimento, le "case di tolleranza" moderne.

La polis esercitava un controllo sulle prostitute, fissando il limite massimo dei prezzi e facendo pagare una imposta speciale. Un apposito magistrato dirimeva i contrasti. Anche a Roma le prostitute erano iscritte in un registro particolare, dipendevano dal magistrato edile, dovevano avere un'apposita licenza e pagavano l'imposta.

Col cristianesimo, alla concezione androcentrica si aggiunge una ideologia esplicitamente antifemminista. Per San Paolo, "non l'uomo è stato creato per la donna, ma la donna per l'uomo... pertanto le donne siano sottomesse ai mariti".

Tutta la Patristica indica che Dio ha creato la donna solo in funzione procreatrice. L'attività sessuale non diretta alla procreazione è illecita. La prostituzione è quindi un male - dice Sant'Agostino - che deve però essere tollerato e regolato per evitare che la lussuria sconvolga la società.

Il concetto di "tolleranza", cioè di "casa di tolleranza" diventa il simbolo di una politica del sesso. Con il concetto di tolleranza, ha osservato acutamente Italo Mereu, comincia la politica della doppia morale, una per l'uomo e una per la donna. Tutti gli Stati europei, compreso lo Stato della Chiesa, intervengono per regolamentare in vario modo il fenomeno della prostituzione. Il "datium meretricium" diventa un cespite fiscale importante per le finanze pubbliche e viene adottato ovunque.

Nei tempi moderni la Francia sarà la prima a trasformare la prostituzione in un "servizio di Stato", con il rilascio di una licenza alla singola prostituta e di una licenza di esercizio per il tenutario. Le case di tolleranza vengono poste sotto il controllo della Polizia quanto all'ordine pubblico, e sotto il controllo sanitario quanto all'igiene. I tenutari pagano allo Stato la tassa di concessione, cioè il "datium meretricium". Meticolose disposizioni regolano la produzione del piacere sessuale, arrivando a stabilire che le case di tolleranza devono avere una sola entrata e una sola uscita, e che le persiane delle finestre devono restare sempre chiuse.

La legislazione italiana dal 1860 al 1958 ricalca quella francese. Va però detto, a questo punto, che lo schema culturale il quale per millenni aveva retto la materia era entrato in crisi a partire dalla Rivoluzione francese. Comincia da allora a cambiare la concezione della donna, che rivendica pari dignità come persona e pretende l'uguaglianza anche sul piano sessuale. Alla battaglia delle idee si aggiunge una trasformazione reale di massa: le donne entrano in fabbrica, diventano unità produttive quanto gli uomini, che addirittura sostituiscono, anche nelle fabbriche di armi, durante il primo conflitto mondiale. Ciò sarà decisivo. Non ci sono più soltanto le suffragette inglesi, ma un vasto movimento di opinione pubblica che riflette la trasformazione reale della società. Prende posizione anche l'Onu con una dichiarazione che indica come obiettivo la chiusura delle case di tolleranza e la punizione severa dei prosseneti. La Francia, che era stata la prima a regolamentare la prostituzione, è anche la prima a ordinare l'abolizione delle case di tolleranza con la legge 13 aprile 1946. Seguono l'Inghilterra, la Germania, gli Stati Uniti, il Canada e altri paesi. L'Italia provvede con la "legge Merlin" del 20 febbraio 1958 n° 75.

Sono passati 40 anni e si può fare il punto.

Senza dubbio è necessario un intervento legislativo per adeguare le norme ai tempi mutati e alle nuove problematiche, ma non è possibile tornare alle fabbriche di piacere col sigillo di Stato. Lo schema culturale della prostituzione regolamentata è ormai respinta dalla coscienza collettiva.

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