Macello Palestina: il Trentino è contro
Migliaia in piazza a Trento, Rovereto, Riva del Garda. Intervista ad Alessio Zanoni, sindaco di Riva.
Manifestazioni continue in quasi ogni angolo del Trentino in queste tragiche settimane, per le vie e nelle piazze, due delle quali, a Trento il 19 e 22 settembre, hanno portato a sfilare migliaia di persone, sempre più intristite ma anche infuriate contro l’Israele di Netanyahu e il suo protettore e armiere, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump; per il macello, fisico, politico e culturale, in atto a Gaza. E nuove manifestazioni si stanno organizzando o stanno sorgendo spontanee in molti paesi e città del Trentino.
Così è stato il giorno 30 settembre (ultimo prima della stampa del nostro giornale) a Riva del Garda, alla Fraglia Vela, intitolato “Palestina, terra di resistenza e di speranza”, organizzato dalla cooperativa Arcobaleno in collaborazione con Mandacarù Scs e col patrocinio del Comune. Mentre il 1° ottobre al Centro Giovani Smart Lab di Rovereto, si è speso Gennaro Guidetti con "Testimoni di Gaza, costruttori di speranza”. Sempre a Riva il 13 ottobre si terrà una Marcia per la Pace, con al centro il tema della Palestina. Tra le altre, a questo punto tante, manifestazioni.
Un fenomeno che sta interessando tutta l’Italia, e che per la prima volta da quando è al potere, sta mettendo a dura prova il governo di destra che si trova sempre più in imbarazzo a giustificare la sua posizione farisea circa il riconoscimento dello Stato palestinese, mentre qualche sondaggio (La 7) nei giorni scorsi verificava che il 90% degli italiani si dimostra favorevole al riconoscimento dello Stato di Palestina.
Il cattolicesimo di fondo di parte importante della cultura italiana, ma anche l’internazionalismo, non solo “proletario” ma pure di taglio illuministico di tanta intellettualità e di tanti influencer (trasversale sulla tivù di Stato, pur controllata strettamente dalle forze governative) e, infine, quel senso umanitaristico che da sempre connota la cultura italiana, per la prima volta in questa legislatura sta mettendo in un angolo, se non proprio in crisi, lo stesso governo Meloni. E al centro di tutto ciò sta l’atroce, pianificata, prolungata, devastante determinazione israelo-statunitense di azzeramento fisico di Gaza e annientamento del suo popolo. La dimostrazione è venuta dal penoso intervento del capo del governo all’ONU il 24 settembre, ultimo della giornata, davanti ad un’aula semivuota, che ha palesemente dimostrato, con la sua tirata anti-Flotilla, quale sia nel nostro Paese la forza di un’opinione pubblica che vuole fortemente che si metta fine a quel massacro.
Lo ha dimostrato col “balbettio di proposte” su quella guerra infame, Giorgia Meloni, con l’incapacità di essere minimamente credibile circa il diniego del suo governo a riconoscere lo Stato di Palestina. Con gli attacchi, nella massima assise internazionale, all’opposizione italiana e il suo accodarsi alle prese di posizione di Trump, che prima di lei aveva stupito e scandalizzato gran parte dei presenti con le sue dissennate e a volte persino fanciullesche dichiarazioni, in parte auto-smentite nei giorni successivi.
Si diceva della manifestazione del 30 ottobre di Riva del Garda, una delle comunità che in questi tempi - da un anno ormai dura la guerra - ha messo in campo diverse manifestazioni pro Gaza. Abbiamo sentito su questo il sindaco, Alessio Zanoni.

Perché tanta costanza nell’appoggio alla causa palestinese? In fin dei conti è stato il bestiale attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 in Israele a portare alla guerra.
"Per la Palestina non è mai sufficiente ciò che si porta avanti, ogni iniziativa è significativa e impellente. Il 19 maggio del 2025, quando fui proclamato sindaco, il mio primo gesto e impegno simbolico, non fu l’entrata in municipio ma al Museo Alto Garda, in visita alla mostra permanente sull’antifascismo. A riconoscimento del fatto che la nostra democrazia parte da lì. E il secondo gesto fu quello di far togliere le bandiere sul lato Sud del Municipio e apporre solo una bandiera della Pace. Poi, come gesto concreto sulla Palestina, abbiamo organizzato, direttamente come Comune e assieme alle organizzazione del luogo, l’evento dei ‘Sudari bianchi’, proposta del rettore dell’Università di Siena Tommaso Montanari, che il 24 maggio di quest’anno ha lanciato la manifestazione ‘Un sudario per Gaza’. Lo stesso giorno marciammo con tanti di Riva, contro il genocidio del popolo palestinese. E molti rivani hanno aderito all’altra manifestazione promossa da Montanari, ‘Gaza muore di fame’: nelle piazze i rivani hanno fatto chiasso mentre suonavano le campane, con pentole, sirene e altro per rompere l’indifferenza, il 27 luglio scorso. Il Comune di Riva in quella occasione ha fatto suonare la Campana della Torre Civica, e poi insieme facemmo una riflessione sotto i Portici del Comune".
Fu in quella occasione che lei dichiarò il suo imbarazzo di sindaco, che agisce in uno dei non molti Paesi al mondo che ancora non riconoscono lo Stato di Palestina?
"Dichiarai ai presenti che quello era il momento più difficile per un sindaco: pensare di dover indossare la fascia tricolore è davvero difficile con un governo nazionale che non ha ancora riconosciuto lo Stato di Palestina. Poi l’amministrazione comunale, con l’appoggio della consigliera delegata alla Pace Francesca Mercadante, ha proposto una serata a tema, nella sala del Dialogo dei missionari verbiti, dal titolo ‘Il demone del riarmo’: come relatori anche padre Alex Zanotelli e il direttore dell’Atlante delle Guerre Raffaele Crocco. È c’è tutta un’attività del Consiglio comunale, che ha già portato ad un sostegno concreto alla Marcia della pace di Assisi e ha votato una mozione, su proposta della consigliera Mercadante, a sostegno della dottoressa Francesca Albanese (relatrice speciale dell’ONU sui territori palestinesi, sanzionata dagli Stati Uniti quale persona sospetta di terrorismo per aver collaborato con la Corte Penale Internazionale denunciando i crimini di Israele in Palestina, n.d.r.). C’è anche una mozione già depositata in Consiglio comunale dalla maggioranza, che chiede il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dello Stato di Palestina".
Riva, che prima di lei aveva un’amministrazione a trazione leghista, probabilmente non manifesta compattamente questo sentimento pro Palestina, o sbagliamo?
"Riva è una città ‘ampia’. Ma una parte importante della popolazione, specie attraverso l’associazionismo, è partecipe alle iniziative in questo senso. Nelle persone si nota smarrimento per ciò che sta succedendo e soprattutto per questo massacro che in maniera indiscriminata è portato avanti a Gaza. Una situazione inaccettabile, perché lo Stato di Israele è compattamente sostenuto da quel mondo, ufficiale, che abbiamo sempre definito occidentale, ed in cui ci sentiamo ancora completamente inseriti, quindi coinvolti. Il nostro governo, ad esempio, sta di fatto sostenendo politicamente ciò che sta accadendo a Gaza, non riconoscendo lo Stato palestinese e inventandosi vie di fuga improbabili, ribadendo continuamente le distanze da Hamas e però rifiutandosi di valorizzare i volontari che aderiscono all’attività della Global Sumud Flotilla. Un’azione meschina per non schierarsi a difesa della popolazione di Gaza. E per non creare una diversità di vedute col presidente americano".
C’è anche molto spirito anti-islamista, e il pensiero non può non andare anche alle posizioni di questo governo italiano sull’immigrazione, da noi a vasta maggioranza islamica…
"In Alto Garda, nel Comune di Riva, da più di vent’anni esiste una comunità islamica con la quale abbiamo costanti contatti. Questo confronto ha sempre avuto riscontri positivi e ciò fa comprendere che la convivenza è possibile, basta volerlo. Quello che sta succedendo oggi nel mondo rappresenta invece logiche totalmente ‘altre’, e come ho dichiarato in Consiglio comunale, risultato dello scadimento dei valori della democrazia conosciuti e cresciuti nel post guerra. Non pare più democrazia, qui governa l’uomo forte, con leggi elettorali che privilegiano la forza del singolo e non il confronto. Bisogna rifondare la democrazia".
Cosa può fare un sindaco per stimolare gli altri colleghi a prendere posizione in questo senso?
"Anche il mondo dei sindaci è variegato in Trentino. Nel nostro Consiglio una certa parte dell’opposizione ha abbandonato le sedie dicendoci: ‘Vi lasciamo lavorare alle vostre cose’ o comunque una frase del genere. Credo che in questo momento si dovrebbero abbandonare le appartenenze e guardare al dramma epocale e assoluto che stiamo vivendo, guardare all’interesse generale della comunità mondiale. E in questa logica tutti i singoli colleghi potrebbero sottoporre alla Provincia la richiesta di una dichiarazione positiva e pubblica sul riconoscimento dello Stato di Palestina".
E il mondo della scuola?
"Ha dimostrato sensibilità sia sulla Marcia Perugia-Assisi, sia alla proposta del Comune che ha organizzato una marcia a Riva, con tutti gli istituti comprensivi che hanno aderito in maniera convinta. E al centro non potrà che esserci la situazione della Palestina. Sarà il 13 ottobre".
Sperando che alla fine di questa legislatura il governo Meloni-Salvini , nella sua smania, vera e propria bulimia di potere, non abbia messo le mani su ogni singola scuola e su ogni voce libera.