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Ciclovia del Garda: perché no

Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda

Il Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda che si sta interessando da mesi al progetto della Ciclovia del Garda per farlo conoscere alla cittadinanza dei tre ambiti territoriali coinvolti (trentino, lombardo e veneto) ha depositato il 15 novembe scorso alla Corte dei Conti di Trento l’esposto integrativo sul progetto della Ciclovia del Garda.

Il primo esposto era stato presentato l’11 agosto 2023, successivamente le analisi sono state approfondite sia su nuovi documenti di cui il Coordinamento, per difficoltà di accesso, non era ancora entrato in possesso, sia su ulteriori delibere assunte dalla Giunta Provinciale che consentono ora di definire meglio il quadro economico dell’opera.

Dalla stampa, vista la necessità di istituire il senso unico alternato sulla strada gardesana, si è appreso che sono in corso indagini in parete degli aspetti geologici: dopo almeno tre perizie a corredo della progettazione elaborate dagli esperti incaricati - e ovviamente pagate - ci si chiede perché si debba ulteriormente approfondire questo aspetto.

Forse le imponenti opere di difesa previste finora sembrano non sufficienti? Oppure si è trascurato qualcosa?

Altro aspetto evidenziato nell’esposto è la tempistica, che si sta sempre più dilatando: è chiaro che tempi più lunghi (sino al 2027, per ora) significano un ulteriore aumento dei costi, già adesso stratosferici.

A tale proposito, l’aggiornamento del Documento di Programmazione degli interventi (DOPI) del Dipartimento Infrastrutture approvato con delibera della Giunta provinciale il 6 ottobre 2023) eleva a13.991.523 euro lo stanziamento per il tratto di 1,6 km della sponda ovest (la cosiddetta Unità Funzionale 1, dal Sottopasso del sentiero Ponale allo Sperone), solo in parte già realizzato (sono in corso i lavori).

Per amore di trasparenza si ricorda che la rampa iniziale - già realizzata - della ciclovia, lunga 420 m, è costato3.119.545euro e che i 98 metri dal confine lombardo alla Galleria Limniadi in tre mesi sono lievitati dai2.180.000euro (luglio 2023) a2.622.516(ottobre 2023).

Sempre nell’ultimo DOPI si stanziano10.352.191euro per la Unità Funzionale 2 (dallo Sperone a Foce Ponale) lunga 1,131 km, e45.462.008euro per la Unità Funzionale 3 (da Foce Ponale al confine con la Lombardia, lunghezza 2,745 km). Tirando le somme,69.805.722euro per i 5,481 Km. Siamo solo all’inizio, e considerando che, per tutto il tratto trentino ovest, nel 2018 si erano previsti25.000.000euro, si può ben dire che per adesso il costo è triplicato, cosicché quello finale (quando?) non è prevedibile.

Nel valutare questo progetto della Ciclovia come inaccettabile da tutti i punti di vista (scempio paesaggistico, disastro finanziario e rischio elevatissimo per la franosità delle rocce) stigmatizziamo la scelta politico-programmatica, compiuta dalla prima giunta Fugatti, di non prevedere la via d’acqua, cioè il trasporto di ciclisti con battelli, come alternativa assolutamente fattibile, paesaggisticamente non impattante, economicamente sostenibile, molto attrattiva panoramicamente e perfettamente legittima. Per tutte queste ragioni chiediamo la sospensione del progetto ed un suo ripensamento in termini di sostenibilità complessiva

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