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QT n. 6, giugno 2021 Servizi

“Interramento: più sicuro e meno impattante”

Sebbene il costo sia elevato, tecnicamente interrare l’elettrodotto sarebbe la scelta migliore. Sfatato il mito dei danni alla salute. Il parere del prof. Mauro Fauri, docente a Ingegneria

Riportiamo questo articolo per gentile concessione del giornale online il Dolomiti.

L’elettrodotto negli ultimi giorni è stato un argomento di discussione abbastanza caldo nelle aule della politica trentina. Dal fotomontaggio falso pubblicato dall’Adige alle proposte di interramento avanzate da Fratelli d’Italia, il tema della linea elettrica e della scelta tra tralicci e interramento ha toccato un po’ tutti.

Per fare un po’ di chiarezza sulla questione e ottenere il parere di un esperto, ilDolomiti.it ha contattato Mauro Fauri, professore associato di Sistemi Elettrici per l’Energia presso il Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica dell’Università di Trento. Il prof. Fauri ha gentilmente acconsentito a spiegarci i principali vantaggi e svantaggi dell’interramento e della linea aerea.

Da un punto di vista tecnico – spiega il professore – la scelta di interrare le linee porta vari vantaggi, il primo dei quali è certamente la protezione dai fenomeni atmosferici. In un periodo di cambiamenti climatici come quello che stiamo vivendo, in cui fenomeni come la tempesta Vaia non sono rari, l’interramento assicura minori incidenti dovuti a precipitazioni, caduta di alberi o fenomeni meteorologici”.

Tutti ci ricordiamo di Vaia e dei disastrosi effetti che seguirono la tempesta del 2018. Uno dei grandi problemi che le amministrazioni e la protezione civile dovettero affrontare fu proprio il danneggiamento di alcune linee elettriche, che causò l’interruzione della corrente e il conseguente blackout di interi centri abitati. L’interramento potrebbe essere una soluzione per evitare che ciò accada di nuovo in futuro.

Un altro vantaggio dell’interramento – prosegue Fauri – è l’impatto paesaggistico, che può essere sostanzialmente minore. Se si studia bene il posizionamento della linea, sfruttando strade, ciclabili, linee tagliafuoco e simili si può evitare il disboscamento. Per esempio, nel progetto preliminare che avevo realizzato per l’interramento della linea a Pergine, avevamo previsto di passare sotto la ciclabile sulla destra Fersina, creando uno spazio sotterraneo a cui si potesse anche accedere facilmente in caso di manutenzione, il tutto senza tagliare alberi”.

Lo svantaggio principale invece è sicuramente la spesa – aggiunge -. Un’opera simile può arrivare a costare il 50 o 70 per cento in più rispetto alla linea aerea, ma se il progetto viene fatto bene forse si potrebbe arrivare ad ammortizzare i costi. Un’ipotesi potrebbe essere quella di creare spazio per più linee elettriche nell’opera di interramento, concentrando così il lavoro. Ad ogni modo dipende dai singoli casi, bisognerebbe studiare bene la situazione e vedere cosa si può fare”.

Secondo quanto riferisce il professore, dunque, sarebbe auspicabile perlomeno programmare l’interramento delle linee elettriche, un intervento che, seppur costoso, potrebbe rendere queste infrastrutture più sicure e meno impattanti a livello paesaggistico.

Per quanto riguarda le preoccupazioni riguardanti i presunti danni alla salute di persone e animali provocati dall’uso di tralicci e linee aeree, Fauri smentisce. “Questo è un falso problema. Le strutture che creano campi elettromagnetici devono rispettare una normativa molto stringente che obbliga a prendere ogni precauzione necessaria. Se si è ottenuto il permesso di costruire vuol dire che gli apparecchi non creano danni a chi ci sta intorno”.

Opinione confermata anche da vari enti scientifici e sanitari, come la Fondazione Umberto Veronesi e l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nel 2017, infatti, la Fondazione pubblicava un articolo in cui si spiegava come non esista alcuna correlazione certa tra l’esposizione a campi elettromagnetici a bassa intensità come quelli emessi dagli elettrodotti e l’insorgere di effetti nocivi per la salute.

Se questo non è ancora abbastanza rassicurante, basta guardare la classificazione degli agenti cancerogeni pericolosi per gli umani redatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. In questa lista i campi elettromagnetici a bassa intensità generati dagli elettrodotti vengono classificati allo stesso livello delle verdure sottaceto, quindi non dovrebbe esserci nulla di cui preoccuparsi.

Ambiente: la schizofrenia delle due destre

Mario Tonina

Salta all’occhio con facilità la contraddizione, sulle tematiche della tutela ambientale, tra l’atteggiamento che ha la maggioranza provinciale che sostiene la giunta Fugatti e la minoranza di centrodestra che fa opposizione al sindaco Ianeselli nel Comune di Trento.

Le questioni la cui osservazione ce lo dimostra chiaramente sono due: quella della costruzione del nuovo elettrodotto in Marzola, e quella della gestione dei rifiuti in Trentino.

Infatti, dopo che la giunta provinciale - a firma di Mario Tonina – ha risposto nettamente picche, senza lasciare spiragli, ad una interrogazione della minoranza sulla questione dell’elettrodotto (a proposito della possibilità di avviare una riprogettazione dell’opera perché venga interrata), il gruppo di Fratelli d’Italia ha presentato una mozione in Consiglio Comunale di Trento nel quale ha chiesto proprio l’interramento dello stesso elettrodotto.

Il punto più alto della schizofrenia si è però raggiunto quando un consigliere comunale della Lega - non è chiaro se perché consapevole dell’incredibile contraddizione in atto o perché davvero confuso - nel corso del dibattito consiliare si è spinto ad affermare come il vicepresidente della Provincia Tonina si fosse mostrato, rispondendo ad una interrogazione, addirittura disponibile all’ipotesi dell’interramento.

La stesso teatrino lo abbiamo potuto osservare quando, per via di alcuni cambiamenti di scenario non previsti, ci siamo trovati con una situazione difficile nella discarica di Ischia Podetti a Trento nord, in rapido riempimento e molto vicina ad una prematura saturazione. Acceleratore premuto in Provincia, sempre con Tonina protagonista, verso una soluzione, quale che sia, per “chiudere il ciclo dei rifiuti” e, parallelamente, in Comune a Trento, le minoranze di centrodestra e in particolare il gruppo di Fratelli d’Italia, invece di alzare la cornetta e chiamare il proprio vicepresidente della Provincia, giocano a scaricare la questione sull’amministrazione comunale e promettono battaglia al Sindaco contro eventuali impianti.

Resta da capire, a questo punto, quale sia il motivo di fondo di questa dicotomia. Semplicemente una scarsa comunicazione e un deficit di collaborazione fra la destra al governo della Provincia e quella in minoranza in Comune, unita ad una mancanza di consapevolezza del funzionamento delle dinamiche politiche di base, o invece un tentativo di mettere in difficoltà ad ogni costo la maggioranza in Consiglio Comunale anche su questioni che in realtà riguardano prima di tutto la Provincia che essi stessi stanno governando, e che quindi quella di disinteressarsi completamente del quadro più ampio sia una decisione deliberata?

In ultima analisi, questa destra comunale che di fatto fa l’opposizione al suo stesso governo provinciale (ma non troppo sul serio), lascia forte l’impressione che anche questa volta delle tematiche ambientali le importi molto poco e che queste vengano utilizzate come semplice pretesto.