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Figli bastardi di chi?

La band valsuganotta: fenomeno solo televisivo?

Non è una boy band. Chi negli ultimi anni si è sforzato di spillare qualcosa di fresco nel panorama rock del Trentino, si è imbattuto spesso nei loro concerti: allegria, spensieratezza, unite ad un impegno “fuori tempo” nei fraseggi e nei cori sono i tratti salienti. Durante le esibizioni presentano un repertorio dimidiato, ma non scisso, tra l’acustico e il distorto (si ascoltino le due versioni di Alice in Wonderland). Travolgono con la loro simpatia e la carica giovanile. L’ascolto dell’album Great Tit Heat! propone alcuni pezzi metallari anacronistici (Ever-full Bag) che riflettono forse alcune enclaves musicali culturali valligiane in cui il metal è ragione e regione di vita - ma anche altri brani infarciti di ironia e creatività (The Happy Fake Surgeon).

A gennaio ho accolto la loro partecipazione a X-Factor come un tradimento e un imperdonabile errore di gioventù. Ho compreso il fine: “andare oltre il sonnecchiante panorama musicale trentino”, ma non ho accettato il mezzo, la ricerca del fattore X attraverso la trasmissione condotta da Capitan Uncino e sostenuta da un’inutile quanto egocentrica giuria.

Tuttavia è successo l’impensabile, la tv sembra non averli stravolti: pur in-”format”tati in alcune inevitabili pose, mi è sembrato di rivedere i loro tratti salienti: la scherzosità, i gesti spontanei - come l’asciugarsi il sudore nella giacca di Facchinetti - e, ovviamente, il puro divertimento nel cantare. Azzardo pure a sostenere che il vocal coach è riuscito a calare su di loro alcuni pezzi che hanno espresso potenzialità finora inespresse (Ragazzo di strada e Contessa). Preso dal sacro fuoco dell’entusiasmo, mi sembra insomma che finora siano stati loro a strappare qualcosa di genuino ad un genere di tv che ogni giorno si rivela il cancro delle energie creative dell’Italietta.

Dobbiamo però ammettere che quelli che abbiamo conosciuto nei pub trentini sono già stati superati dal fenomeno televisivo. Se da un lato hanno già vinto per l’entusiasmo suscitato in tutta Italia, dall’altro, a luci spente, dovranno affrontare le difficoltà più grandi di un mercato discografico carsico. Il loro compito sarà quello di dimostrare capacità musicali senza i tempi televisivi.