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Ritornando a casa

Dalle vacanze ai tamponi, alle elezioni.

Che strana estate! Gli amici lontani chiamano e raccontano delle loro vite e dei libri che hanno letto, vogliono sapere come stai. La spiaggia greca quasi vuota e gli osti preoccupati ti sorridono al di sopra della mascherina, e hanno sempre pesce fresco perché mancano i clienti.

In Sudtirolo di tamponi ne hanno fatto e ne fanno pochi. I medici di base hanno telefonato invano al numero di emergenza per segnalare loro pazienti. In Grecia appena scesi dall’aereo, tutti vengono “tamponati” e la risposta arriva in poche ore sul telefono. E a Venezia, al ritorno, dopo aver preso i bagagli, tutti in fila verso il presidio sanitario. Gli addetti, gentilissimi, si scusano perché, dato l’arrivo contemporaneo di tre aerei, si deve fare la fila e perché daranno la risposta entro 48 ore anziché 24 (in realtà l’sms arriva il giorno dopo).

A Padova ci sono 5 punti “Covid19” che fanno tamponi senza prenotazione, in modo da poter riprendere subito la vita. Sanità veneta, sanità di prevenzione e di base, con al centro il cittadino e non l’interesse delle cliniche private. Un miraggio, visto da un abitante della provincia autonoma di Bolzano, dove i principi-guida sono più o meno esattamente il contrario. Se stai male il tampone non te lo fanno subito. Se il risultato è “dubbio”, non te lo rifanno subito, ma ti mettono in quarantena, te e i tuoi famigliari a tempo indeterminato. E il numero dei dubbi è assurdamente alto: dal 1° febbraio all’8 luglio, su 67.750 tamponi, sono stati trovati 3.234 test positivi, 62.075 negativi e ben 2.441 dubbi, un numero inaccettabile se ha come conseguenza lunghe quarantene. Alcuni cittadini, si sono rivolti all’autorità giudiziaria, dopo che su salto.bz sono state riferite esperienze allucinanti.

A venir tamponato numerose volte è stato l’assessore alla Sanità, quello degli scaldacollo, malato di Covid19, e dunque testimone diretto che i 700.000 euro dati al cugino senza gara sono stati uno spreco. I Nas all’inizio di settembre hanno sequestrato tonnellate di mascherine e altri presidi, più volte dichiarati dagli esperti non adeguati, perché l’autorità giudiziaria temeva che fossero distribuiti negli ospedali mettendo a rischio la vita dei sanitari. La ditta Oberalp, che si era fatta da tramite per l’acquisto in Cina, teme il tracollo perché la Provincia dovrebbe rimborsare 40 milioni per il carico inutilizzabile.

L’estate in Sudtirolo è stata anche un periodo sereno, con vacanze più brevi e molte escursioni sui monti, con un clima piacevole, salvo nelle città, e la gioia di poter stare insieme, dopo il periodo di isolamento. In agosto sono ritornati i turisti, moltissimi italiani, a rimpinguare una stagione turistica difficile. Messe da parte le lamentele per la mancanza dei Tedeschi, i sentieri di montagna e le trattorie si sono affollati. E il contagio è ripreso, ma con meno gravità, per ora.

La Provincia è intervenuta, con sostegni economici generosi e aggiuntivi rispetto a quanto previsto dallo Stato, per aiutare chi era in difficoltà (non tutti e anche chi non lo era). Il Sudtirolo è riuscito ad affrontare meglio di altre regioni la crisi. Secondo Rai Südtirol (24 agosto 2020) 9.500 contadini hanno ricevuto i 600 euro, benché non abbiano dovuto smettere di lavorare. Non tutti erano proprietari di serre, dove i fiori nel lock-down sono appassiti.

Alle badanti che hanno continuato a lavorare non vengono fatti i tamponi, e non è stato dato alcun sostegno economico, anche se esse hanno garantito con grande sacrificio e rischio personale l’assistenza a centinaia di anziani malati e alle loro famiglie, e si sono comprate da sé disinfettanti, mascherine, guanti e altre protezioni.

L’amministrazione pubblica (comuni, Poste, enti pubblici, ecc.) con il rallentamento, ha causato disagi gravi a chi aveva bisogno di documenti e permessi, raramente ottenibili online. Alle Poste continuano ancora le code esterne sotto sole o pioggia, con anziani che aspettano la pensione e altri sfortunati che cercano di accedere a un servizio già da anni al disastro. Nelle case di riposo hanno accettato nuovi ricoverati – dopo la strage c’erano posti liberi - ma i famigliari li possono vedere col contagocce e su appuntamento.

Il 7 di settembre riaprono le scuole. Scuola italiana e scuola tedesca hanno organizzato in perfetta separazione la riapertura. Nelle scuole tedesche l’ora è stata ridotta a 45 minuti. La decisione è stata presa perché “non ci sono soldi” per assumere nuovi insegnanti. Le classi sono divise a metà, una parte in presenza e una parte online. E ci sono dirigenti che non danno le mascherine ai docenti. Le scuole italiane invece fanno tutto in presenza.

Kompatscher e l’Athesia

Arno Kompatscher

In questo clima di insicurezza, verso la fine di agosto è cominciata la campagna elettorale per le elezioni comunali. Per terra si vedono molti manifesti strappati di tutte le liste. Molti candidati hanno cambiato partito, di programmi si parla poco. Le donne in lista scarseggiano.

A Merano è ripartita la lotta della Svp contro il sindaco uscente. E lo stesso a Dobbiaco, dove un sindaco indipendente di lingua italiana ha fatto tre legislature a furor di popolo e ora la Svp spera di riconquistare la posizione.

Nelle città il Team K presenta candidature interessanti sia come sindaci che come consiglieri, proponendosi come alternativa interetnica, attenta all’ecologia e alla trasparenza.

Quasi 50 liste civiche di lingua tedesca si sono riunite in una rete. “Abbiamo un nuovo stile politico” - dicono, e intendono basare il proprio lavoro nei Consigli su trasparenza e ascolto dei concittadini. Sono più di 500 i candidati consiglieri e 38 candidati sindaci e sindache, molti giovani. La rete non entra nei contenuti, ma vuole aiutare le liste e i candidati nuovi per gli aspetti burocratici e organizzativi.

Curiosa la vicenda della Freie Liste Kastelruth, Libera lista di Castelrotto, una delle liste civiche più vecchie del Sudtirolo. Si ripresenta dopo sei anni di assenza, e dopo essersi fondata come associazione, in alternativa alla lista Svp, il cui candidato sindaco è il sindaco uscente Andreas Colli, che è stato in passato consigliere per la stessa lista civica.

Ma la protagonista del fatto politico più sorprendente dell’estate è la Svp. Sul Dolomiten il commentatore di prima pagina, con il nome di Kräh, corvo, sotto cui si cela il direttore Toni Ebner, ha sferrato un ennesimo attacco al veleno contro il presidente della giunta Kompatscher.

Sul quotidiano è raro che si riferisca di ciò che fa il presidente o che si veda una sua foto, se non in chiave negativa. Questa volta la foto c’era, e rappresentava un incontro informale in montagna di Kompatscher con il presidente della Repubblica tedesca, Walter Steinmeier, in vacanza nella sua casa nei dintorni di Bolzano. Entrambi senza mascherina, all’aperto. In sintesi il corvo scrive: “Kompatscher predica bene e razzola male”. E mette in difficoltà il presidente tedesco pubblicando una sua foto senza mascherina (Steinmeier si è poi scusato pubblicamente per questa mancanza).

Ora, si deve sapere che tutti gli esponenti della Svp hanno il terrore di Athesia, la quale attraverso il possesso di quasi tutti i mass-media del Sudtirolo può decidere la scomparsa di un politico dalla scena pubblica, e lo fa. Ma questa volta, fatto incredibile e unico, la Svp ha reagito con una ferma e articolata presa di posizione in difesa di Kompatscher apparsa sulla pagina web del partito. In essa si condanna l’accanimento contro il presidente, si critica l’assenza di informazione sulle buone cose da lui fatte anche nel difficile periodo della pandemia, e si difende inoltre l’opportunità che il presidente coltivi i contatti con i paesi amici. La fermezza della presa di posizione ha lasciato tutti a bocca aperta.

È una strana inimicizia. Kompatscher è riuscito a fare l’aeroporto; non ha mai alzato un dito per limitare i prezzi folli delle abitazioni; ha difeso l’assessore alla Sanità nei vari scandali; ha fatto la coalizione con la Lega; non fa nulla perché l’Alperia restituisca ai cittadini il promesso bonus energia; lascia che sulle montagne si costruiscano resort di lusso a gogò. Che cosa vogliono ancora gli Ebner da lui, oltre a realizzare il loro programma privato e pubblico