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QT n. 4, aprile 2020 Trentagiorni

Malga Lagorai: il progetto resta segreto

Il progetto sembra continuare anche se non si sa esattamente quale sia

Non si esaurisce la bufera sulla Translagorai. L’oggetto del contendere più significativo rimane Malga Lagorai e la prevista “ristrutturazione” della stessa in un posto di ristoro-rifugio. Dall’asprezza dello scontro si comprende come l’ente promotore nel sostenere il progetto, la Magnifica Comunità di Fiemme, non avesse alcuna intenzione di garantire dignità al pastore gestore del pascolo e della casera, ma, come da subito avevano sostenuto gli oppositori, il disegno si inserisce in un contesto più ampio di antropizzazione di questa area ancora selvaggia del Lagorai.

Un comunicato della Provincia aveva illuso chi contrasta il progetto turistico: dai titoli e dalla velina data alla stampa pareva di capire che il progetto fosse stato ridimensionato e che la malga avrebbe mantenuto il suo ruolo storico.

Un minimo di approfondimento ha evidenziato l’esatto contrario: nessun passo indietro. Il pastore rimane relegato nello stallone, la casera viene riservata ai turisti con gli spazi per il ristoro e gli alloggi. Forse scompare una terrazza (con una minima variante in corso d’opera si può sempre recuperarla), ma il progetto sembra ancora oggi non chiarire alcuni elementi sostanziali: come ci si rifornirà di energia? Quali tutele per la storica sorgente? Come si smaltiranno i reflui? Domande strategiche visto l’inserimento dell’opera in un ambiente di elevatissimo pregio naturalistico e paesaggistico.

Rimane incomprensibile invece il comportamento di SAT, sia a livello provinciale (assenza di una posizione chiara e coerente con la difesa reale dei pascoli alpini) e specialmente della sezione di Cavalese, non casualmente gestita da tecnici di primo livello dipendenti della Magnifica Comunità di Fiemme.

Nella recente assemblea elettiva di Cavalese ancora una volta SAT ha imposto limiti temporali agli interventi dei soci, ma nonostante l’organizzazione quasi scientifica dei presenti, il partito dei sostenitori ha vinto con un minimo scarto. Il loro argomentare è sempre rimasto fragile, ispirato a un ideologismo sviluppista incomprensibile che vede nel pastore moderno un operatore turistico, arrivando ad argomentare, per giustificare la mancata informazione ai soci, che le newsletter all’interno di SAT sarebbero uno strumento antidemocratico di comunicazione (SAT provinciale sta proponendo ai soci il notiziario in via telematica, superando la forma cartacea).

Sul fronte istituzionale, la Magnifica Comunità di Fiemme passa alle minacce di denuncia verso il partito dei contrari, minacce sostenute dal Consiglio dei regolani e dallo Scario. Cui si aggiungono le offese e le irrisioni: “fanatici ambientalisti”, “attacchi personali”, “baggianate”. Lo stesso notiziario della Magnifica ha dato voce ad un unico ritornello: una costante dell’ente, nonostante il cambio del direttore responsabile. Il progetto reale rimane insomma ancora nascosto nei cassetti della Magnifica e della Provincia.