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QT n. 12, dicembre 2019 Trentagiorni

Se questo è un leader

Incurante delle volontà locali contrarie all'opera, della logica economica ed ecologica, il governatore Fugatti intende andare avanti con il progetto della Valdastico

Maurizio Fugatti

Torniamo brevemente a parlare di Valdastico e non, diciamolo subito, per riaprire la discussione su Valdastico sì, Valdastico no. Questo tormentone ormai quasi insopportabile, che da decenni si ripresenta puntuale, accendendo speranze in chi è favorevole e scaldando gli animi di chi invece è contrario, sembra non finire mai. Nella precedente legislatura sembrava si fosse messa la parola fine, almeno a livello di provincia di Trento, ma poi ci ha pensato Fugatti a riaprire le danze, inserendo la proposta di realizzare il famigerato proseguimento della A31 nei temi dell'ultima campagna elettorale.

La campagna della Lega, perfettamente allineata con i voleri del grande capo, si era a dire il vero concentrata principalmente sul tema dei migranti, visti come il grande problema da risolvere, ma Fugatti aveva pensato bene di inserirvi un tema locale di effetto sicuro, la Valdastico appunto. A posteriori sembra difficile capire il perché di questo azzardo, soprattutto considerando che le voci contrarie all'opera da tempo sembravano avere superato quelle favorevoli, e l'idea di completare la Valdastico sembra più un regalo agli amici veneti che un qualcosa in linea con il messaggio "prima i trentini". Ora che, stando alle dichiarazioni del Governatore, il (non) problema migranti è stato risolto, non meravigli quindi che di Valdastico si ritorni a parlare.

Certo che la strada appare davvero in salita, perché nel frattempo qualche altra tessera si è aggiunta sul fronte dei contrari. Recentemente tre comuni della valle del Leno hanno indetto un referendum e bocciato l'ipotesi del tracciato con sbocco a sud di Rovereto; tale tracciato, che avrebbe coinvolto i loro territori, è proprio quello ipotizzato da Fugatti, che è ben consapevole che altre due precedenti ipotesi, una con sbocco a nord di Rovereto (Besenello), l'altra con diramazioni sulla Valsugana ed arrivo a Trento sud, sono da tantissimo tempo o apertamente osteggiate o comunque assai problematiche.

Che il risultato del referendum non gli sia piaciuto ci pare più che normale e non può meravigliarci. Che però la difficoltà posta da tutti questi dinieghi lo abbia mandato in confusione è questione che sconcerta non poco.

Abbiamo ascoltato e riascoltato più volte le sue brevi considerazioni sul tema Valdastico nella recente conferenza stampa, tenutasi come sempre dopo la seduta di Giunta, tentando di ricostruire la logica in base alla quale, dopo un minuto di ripetitive frasette in cui ci ricorda che lui si ricorda benissimo che qui non la vogliono e lì gli dicono di farla da un'altra parte, Fugatti conclude che il tema è controverso e loro vanno avanti per la loro strada. Il dubbio che forse la conclusione da trarre è che quell'autostrada non s'ha da fare, non lo sfiora proprio.

Insomma si tira diritto, il che, considerando che normalmente le autostrade hanno poche curve, non sarebbe neppure tanto sbagliato se stesse guidando in autostrada e non governando una Provincia autonoma.

Ai lettori che avessero piacere di sentire dal vero quanto abbiamo cercato di riportare, ecco il link.

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