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QT n. 12, dicembre 2018 Trentagiorni

Fiemme: una Comunità maschia

Elezione del nuovo consiglio dei Regolani, solo 11 donne su 93 candidati

Il 16 dicembre i vicini della Magnifica Comunità di Fiemme saranno chiamati al voto per eleggere il nuovo Consiglio dei Regolani. Già il deposito delle liste lascia impronte culturali e quindi politiche sulle quali riflettere. Su 11 Regole solo in quattro si avrà una reale concorrenza fra liste, nelle altre 7 si è presentata una sola lista. Un segnale di disaffezione verso l’ente sempre più accentuato, nonostante governi territori di alto pregio naturalistico, dove ogni anno si utilizza legname per circa 40.000 mc e si gestiscono centinaia di ettari di pascoli e malghe diffuse dall’Alto Adige (Trodena) fino alla valle di Fassa (Moena).

Il dato più eclatante riguarda la presenza di genere: su 93 candidati solo 11 sono donne, nessuna delle quali è candidata a caporegolano. Fa parte della storia della Magnifica essere rappresentata in stragrande maggioranza dal mondo maschile, anche per la specificità diretta, storicamente maschile, nella gestione di boschi e alpeggi. Ma una forbice tanto netta non può più passare inosservata. Significa che metà della popolazione si sente esclusa, è stata portata al disinteresse verso la gestione di questo bene comune; oppure, e qui sta la preoccupazione, il modo di governare l’ente in questi anni ha avuto attenzioni che rientrano solamente nella specificità maschile. I temi della cultura, del sociale sfiorano appena ogni dibattito. E per lo più sono gestiti in funzione del marketing.

L’amministrazione uscente ha appena riformato lo Statuto, chiudendosi a riccio nella difesa dei vicini “storici” e imponendo a chi viene a vivere dall’esterno quarant’anni di parcheggio (residenza in valle) prima di acquisire i diritti di vicinia. Anche nel nuovo Statuto non vi è traccia di attenzione verso il dovere di offrire pari opportunità di governo ai due generi. Un ulteriore passaggio che fotografa quanto sia necessario investire per una riforma, in senso progressista e moderno, di un ente che ormai è percepito come lontano, purtroppo anche inutile nella gestione del patrimonio pubblico. Anche su questo tema la riflessione dell’amministrazione uscente è stata nulla. E nulla di diverso lasciano presagire le candidature presentate.