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QT n. 9, settembre 2018 Trentagiorni

Verso le elezioni: il centro-destra

Con il vento in poppa è riuscito ad organizzarsi pur venendo da una opposizione sterile deve gestire il flusso di transfughi dal campo opposto

Al caos nel centro-sinistra fa da contraltare la situazione abbastanza ordinata nel centro-destra. Il quale sente il vento in poppa, ed è riuscito ad organizzarsi.

Non era scontato. Il centro-destra viene da anni di opposizione sostanzialmente sterile. Era imbarazzante vedere Dellai, su tutta una serie di argomenti, arrancare, e le opposizioni incapaci di incalzarlo, di cogliere il punto, di esporre argomentazioni.

Claudio Cia

In quest’ultima legislatura in Consiglio provinciale le cose sono andate, dal punto di vista del centro-destra, un po’ meglio. La Lega ha iniziato a portare a casa i dividendi della propria vicinanza ai movimenti popolari in lotta, inquilini Itea o operai di fabbriche in difficoltà. Le campagne vere sono state su argomenti (per noi) molto discutibili, ma di grande presa sull’opinione pubblica: l’ostilità verso gli immigrati e i danni causati dai grandi predatori, orsi e lupi.

Su questa base in Consiglio si è costituita un’alleanza di fatto, e un lavoro comune, tra Maurizio Fugatti (Lega), Claudio Cia (lista territoriale di centro-destra) e Giacomo Bezzi (Forza Italia). Tra i tre, Fugatti viene da un lavoro in Parlamento dove è stato generalmente apprezzato; Bezzi è un vecchio rottame della politica, rotto a molteplici esperienze, dotato della furbizia del caso; Cia il più ingenuo e generoso, politicamente il più debole, ha però saputo ritagliarsi il suo spazio. Dopo il 4 marzo, apparso chiaro che era aperta la strada per portare al centro-destra la Presidenza del Consiglio, i tre si accordarono senza grandi fatiche: Fugatti sarebbe stato il candidato presidente, anche perché leader locale della Lega, il partito ora con il turbo nel motore.

Maurizio Fugatti

Non fu facilissimo portare l’accordo all’interno del – tradizionalmente litigioso – campo del centro-destra. In particolare resistenze vennero dalla coordinatrice di Forza Italia Michaela Biancofiore, nota per la perversa capacità di litigare con tutti e tutto (ma di andare d’accordissimo con Berlusconi, e questo sembra che basti e avanzi). Ma il profumo del successo è un grande facilitatore. E così, nonostante Biancofiore, nonostante tutta una serie di altre frizioni e personalismi, a settembre il campo si è composto: nove liste a supporto di Maurizio Fugatti candidato presidente. Il problema più grande? Gestire l’assillante flusso dei transfughi dal campo opposto.

Ora si aspetta il programma. Oltre ai No a immigrati ed orsi (di cui bisognerà vedere i reali contenuti, se saranno simili a quelli di Casa Pound che invoca la chiusura di Cinformi, l’agenzia che gestisce – bene – l’accoglienza) ci saranno grossi Sì alle grandi opere. La Tav naturalmente, ma anche la PiRuBi e – con che soldi? – a nuovi impianti di risalita. Vedremo.