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Accesso negato alla stampa al campo di Marco: preoccupante segnale di decadimento per la nostra democrazia

Il comunicato del consigliere provinciale Claudio Cia (Agire per il Trentino) con cui QT ha spesso polemizzato, ma che in questo caso concorda pienamente.

Claudio Cia
Claudio Cia

«Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo», una celebre citazione che vorremmo appartenesse al Presidente della nostra Provincia, invece quanto denuncia il periodico di informazione “QuestoTrentino”, riguardo al veto emanato da Ugo Rossi nei confronti di un giornalista di quella testata per impedirgli di fatto l’accesso al campo profughi di Marco, se non dovesse trovare una giustificazione plausibile, costituirebbe un atto di gravità inaudita e un precedente rivelatore di un despotismo inaccettabile.

Fin dal febbraio scorso, apprendiamo dai media, QT intendeva fare un servizio-inchiesta sul campo profughi, per questo si era accordata con la Protezione civile e l’assessorato di Luca Zeni, stabilendo data e ora dell’appuntamento, poi invece rinviato con la scusa della par condicio essendo allora in periodo elettorale. Come se fosse scontato che affrontare certe criticità facesse pendere l’ago del consenso popolare più per una parte politica che per l’altra. Soprattutto, a che titolo la Provincia impone alla stampa, fino a prova contraria diretta responsabile per quello che scrive, il rispetto in via “preventiva” delle norme per la par condicio?

Anche una successiva data veniva annullata d’imperio dal Presidente Rossi che non gradiva giornalisti in giro per il campo di Marco, punto. Una decisione che l’Ufficio stampa della Provincia avrebbe giustificato con il fatto che i precedenti articoli pubblicati sul campo di Marco non sarebbero stati graditi. Altre richieste di accesso successive e in periodi più tranquilli hanno ricevuto il “Niet!” senza ulteriori spiegazioni.

Questo fatto rappresenta un’indebita pressione nei confronti dei giornalisti e un grave pregiudizio per lo svolgimento del loro servizio: un invito esplicito ad autocensurarsi per non “irritare” il despota reggente.

“Agire per il Trentino” crede in una politica che fa della trasparenza il primo contrasto alla corruzione e alla cattiva amministrazione, riconoscendo nella stampa un alleato forte per il progresso della giustizia e della responsabilità della classe politica. Per questo esprimiamo preoccupazione per questi segnali di decadimento dello stato di salute della nostra democrazia, dove l’informazione sembra essere ritenuta buona solo quando conviene.

Cons. Claudio Cia