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Attori cani

Sarah Hall, mamma inglese, si preoccupa in rete (acclamazioni globali!) se a scuola fanno leggere al suo bimbo la Bella addormentata, testo valido a plasmare coscienze di stupratori, molestatori e consimili rifiuti umani. Come dissentire? All’eroina viene inferto un bacio a tradimento, approfittando del suo stato. Non conta che la terapia abbia successo e che la damigella, una volta uscita dalla catatonia, manifesti entusiasmo al punto da aderire seduta stante al progetto sponsale... No, il principe azzurro rappresenta un modello da obliterare nell’ottica culturale di una società virtuosa. Benefica intransigenza che presto destinerà al rogo le pagine di Cappuccetto (i cui salvatori seviziano l’esemplare di una specie protetta), dei Sette nani (diversamente alti?), di Biancaneve (nome ipostatizzante un’estetica razziale), di Cenerentola (umiliata per essere identificata grazie ai connotati del piede). E poi orchi, belle, bestie, gobbi, giganti, streghe... Entità variamente invischiate in torbide faccende che stonano nell’armonia del mondo perfetto.

Armonia turbata pure dai miti antichi, che vanno al più presto epurati. Nessuno sconto per Adamo ed Eva, come per le epopee greche, intrise di eroi alla John Waine, mentre Penelope attende al telaio casalingo. Fino a coventrizzare l’arte: i versi islamofobi dell’Alighieri, gli ammaestramenti cinici del Machiavelli, la pittura medievale religiosamente didascalica, sconveniente quanto la musica dell’antisemita Wagner... A proposito: Shylock? Se disboschi tutto ciò che del passato ti inquieta ottieni un comodo repertorio culturale a base di cinepanettoni e canzoni dei Ricchi e Poveri. Attualmente c’è chi si dà parecchio da fare per instradare l’umanità verso questo rinnovato nirvana sensoriale in cui si vuole felicemente bandita ogni scorribanda del pensiero. Si moltiplicano gli atti salvifici di moderni iconoclasti verso libri, statue, film, madonne e crocefissi.

Aristotele ci spiega che chi va a teatro si immedesima nell’azione tragica al punto che poi torna a casa purificato. L’arte sarebbe pertanto lo strumento che ci allevia i drammi spirituali dell’esistenza. E assolve questa speciale funzione grazie alla nostra consapevolezza che si tratta di una finzione. Ma pare che il bombardamento mediatico ci stia rintronando al punto da non farci più percepire l’invenzione artistica come una cosa diversa dalla vita. I livelli dei due mondi tendono a farsi complanari. Così le storie sono sempre più sciatte e gli attori sempre più cani.