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Aeroporto: di nuovo al voto

Turismo “dolce” sotto un corridoio di volo?

Il 12 di giugno in Sudtirolo si vota di nuovo sull’aeroporto. Nel 2009 il risultato fu dell’81% contro. Il presidente della giunta Kompatscher ha indetto un nuovo referendum e si è messo alla testa di coloro che sostengono che l’aeroporto sia indispensabile.

Il progetto su cui si vota risale al 2011, è stato rianimato dalla giunta e prevede (o favoleggia di) 170.000 passeggeri nel 2022 e 500.000 nel 2035. Numeri che terrorizzano chi abita nell’area intorno, ma che non vengono ritenute credibili neppure da chi ha scritto il progetto, tanto è vero che si prevede che il finanziamento pubblico sarà sempre necessario. Come è sempre stato nel passato, nonostante i giuramenti di Durnwalder.

Le ragioni degli abitanti nella zona circostante sono comprensibili: le case di San Giacomo (4.000 abitanti) costeggiano la pista, Bassa Atesina e Oltradige vivono di turismo e agricoltura, Bolzano ha limitazioni pesanti di carattere urbanistico. Una parte dell’area già subisce l’impatto di inceneritore, autostrada e due zone industriali/artigianali. Gli altri contrari oppongono ragioni di carattere ambientale ma anche economico, temono un nuovo enorme spreco in un tempo che non è più così favorevole allo stile “imperiale” dei decenni precedenti.

Chi vuole l’aeroporto dice: siamo isolati, il turismo verrebbe incrementato (negli ultimi anni senza aeroporto è cresciuto di molto), se si chiude il Brennero ci dovremo muovere in aereo, le famiglie sudtirolesi avrebbero voli scontati e belle vacanze.

Quest’ultima non è una battuta ma il tema con cui sabato 28 maggio, - mentre un migliaio di persone manifestavano per il NO a San Giacomo, - l’associazione albergatori e l’associazione industriali hanno invitato le famiglie di Merano a una festa per il SÌ.

I favorevoli hanno cominciato la campagna per tempo (con i loro giornali in italiano e tedesco), sapendo di essere in minoranza. Solleticando il patriottismo antistatale: “Se non se lo tiene la Provincia se lo prende lo Stato”. Facile la risposta dei contrari che hanno ricordato il comma 11 del DPR 17/09/2015 n. 201 che dice: “Gli aeroporti di interesse regionale o locale …diversi da quelli di interesse nazionale, … sono trasferiti alle Regioni, ai sensi degli articoli …. Per le Regioni a statuto speciale e le Province autonome, il trasferimento è attuato in conformità alle previsioni degli Statuti speciali e delle relative norme di attuazione”. Un decreto entrato in vigore nel gennaio di quest’anno e stranamente ignorato dal nostro presidente.

Poi hanno detto che “se non lo finanzia la Provincia andrà in mano ai privati”. Insidioso, ma ridicolo. Perché fino ad oggi i privati ci hanno provato solo una volta con Air Alps e quando la cosa è andata male, sono scappati a gambe levate, e la Provincia ha ripianato i buchi. (Ci vorrebbero la Corte dei Conti e il reato di “impresa temeraria con denaro pubblico”). E inoltre la legge prevede che sia la Provincia a stabilire le norme di uso dell’area.

Kompatscher si trova di fronte a due questioni politiche non da poco. La prima è una domanda posta dalla sindaca di Innsbruck: che senso ha un’Euregio Tirol se poi non si ottimizzano le risorse? Nel nostro caso le strutture aeroportuali esistenti e funzionanti a Innsbruck, a Verona, Venezia e Bergamo?

La seconda è più delicata: la zona colpita è debole, perché mistilingue, in un quadro politico ancora separatista. Uno sconvolgimento ambientale ed economico costringerà chi può ad andare ad abitare altrove. A Bolzano, fra le vittime predestinate, il quartiere di Don Bosco, secondo gli studi sul rumore, sarebbe l’area più colpita anche rispetto a chi vive più vicino. Ma Bolzano non conta, come si è visto con la faccenda Benko, dove su una questione urbanistica hanno votato anche i pendolari, e una fetta notevole di abitanti non va a votare neppure per le elezioni comunali – vedi 8 e 22 maggio.

Il Pd è favorevole all’aeroporto (e infatti ha perso le elezioni a Laives dove governa un sindaco di centro destra con la Svp), e la Svp è impegnata a litigare se fare la giunta con il Pd o con una “grande coalizione” che coinvolga la destra. (Vinceranno i fedeli al patto con il governo nazionale secondo i quali non avrebbe senso andare con la destra proprio ora che il Pd “non è mai stato tanto a destra”).

“Costoso, inutile, dannoso”

Il comitato del NO al referendum sull’aeroporto ha costruito la sua campagna dimostrando questi tre concetti. Costoso: 2,5 milioni all’anno fino al 2035. Inutile: non è vero che siamo isolati. C’è il treno e una linea ad alta velocità in costruzione. Ci sono aeroporti vicini a sufficienza e con pochi soldi si potrebbero incentivare i bus-navetta con check-in a bordo. Dannoso: la zona su cui insiste l’aeroporto è la Bassa Atesina, Bolzano e l’Oltradige, 180.000 persone sacrificate.

La Svp è ancora un partito popolare o è diventato un partito di élite, che rappresenta solo albergatori e associazioni economiche?” ha scritto un abitante di Laives.

L’aeroporto di Bolzano-giocattolo per pochi o di interesse pubblico? Il Sudtirolo ha già espresso pochi anni fa la sua opinione sull’aeroporto di Bolzano. Il Sudtirolo è noto per la sua qualità di vita ed è una meta di vacanze amata per la sua grande bellezza. E così dovrebbe rimanere. Il Sudtirolo significa paesaggio naturale, paradiso per famiglie, sport o escursioni, abitare consapevole del consumo energetico (Casaclima), per alimenti rispettosi dell’ambiente, per una mobilità sana e sostenibile, ecc. La provincia di Bolzano prima o poi si svilupperà in una Regione verde e ne godrà i frutti socioeconomici e il Sudtirolo sarà in futuro sempre più ambito. Ora, ci dovremmo veramente chiedere se un aeroporto di Bolzano finanziato da denaro pubblico rientra in un quadro di consapevolezza ambientale. L’elevata qualità di vita dovrebbe avere per noi un valore maggiore di un aeroporto economicamente insostenibile. L’aeroporto di Bolzano rimarrà, senza dubbio, ma non sarà mai più di un aeroporto militare strategico e un aeroporto per voli sportivi e jet privati. Neppure iniziative private con partecipazione pubblica e finanziamento pubblico hanno resistito a lungo”. (lettera pubblicata su Neue Südtiroler Tageszeitung – trad. dal tedesco).

Il Consiglio provinciale ha preparato un opuscolo informativo, che si può già scaricare dal sito del Consiglio. Dieci punti per il SÌ e dieci punti per il NO: i cittadini possono informarsi. Purtroppo i sostenitori del SÌ sono riusciti a ritardare di molto l’uscita dell’opuscolo, e il tempo rimasto è poco, secondo gli standard previsti per le consultazioni popolari. Ma comunque si fa un passo avanti nell’uso della democrazia diretta, uno strumento che può essere plebiscito, come nei tempi bui della storia, o una partita truccata come nel caso Benko, ma che può costituire anche un’occasione di partecipazione.

Il comitato civico No-Airport Komitee di Laives ha organizzato dibattiti bilingui in tutta la provincia. I dibattiti prevedono la presenza paritetica delle due posizioni e quindi, invece delle appartenenze politiche o etniche, ciò che emerge sono le argomentazioni. Le riunioni hanno visto una grande partecipazione e discussioni molto accese e molto civili. Con prese di posizione trasversali. Ad esempio i contadini della Bassa Atesina si sono indignati perché il Bauernbund (Associazione provinciale dei contadini) si è dichiarato neutrale, abbandonandoli al loro destino. (Il Bauernbund è impegnato in una costosa campagna di manifesti in tutta la provincia, per riabilitare la propria immagine pubblica, scalfita dalla vicenda dei pesticidi e dai privilegi).

In Bassa Atesina e nell’Oltradige il timore di un crollo del turismo e della propria qualità di vita è forte. Non ci sono piste di sci né terme, “solo” passeggiate, piste ciclabili, paesaggi, vino, mele. Turismo dolce, sotto aerei ogni dieci minuti? Decine di comuni e sindaci hanno detto no al progetto Kompatscher.

Al dibattito di Laives del 12 maggio, dopo i relatori hanno parlato gli abitanti: “Per voi noi non esistiamo. Vivo nel corridoio aereo, lavoro da 30 anni nel maso e ora perdo la mia esistenza, se questo progetto verrà attuato. Voi non sapete come ci si sente, quando si sta lavorando nell’orto e ci si vede arrivare addosso un aereo”. “Non va bene che, per un paio di persone che non sono mai sazie abbastanza, così tanti debbano pagare un prezzo tanto caro”. “Su questo aeroporto, contro il quale lottiamo da tanti anni, ci sono state spiattellate tante e tali storie e menzogne che non possiamo davvero più credere a ciò che ci dite”. Il riferimento è alla mancanza di una vera Valutazione di Impatto Ambientale, obbligatoria, eppure mai fatta. E alla Mediazione del 2007, cui parteciparono migliaia di persone, e il cui risultato, non essendo quello che la Provincia voleva, fu ignorato bellamente. Con il danno per il costo altissimo del mediatore, e la beffa per la gente che aveva creduto di essere ascoltata.

Sabato 28 maggio un lungo corteo di abitanti di San Giacomo e Laives e di contrari all’aeroporto ha manifestato camminando fra case e palazzi le cui finestre esponevano le bandierine NO-airport.

Il referendum costituisce un precedente ardito per il partito etnico, perché Kompatscher per vincere deve riuscire a rompere la solidarietà fra sudtirolesi. Un popolo che si è sempre tenuto stretto in tante difficoltà e cui ora si chiede di dividersi su qualcosa che in fondo interessa pochi e che molto probabilmente farà solo danni a tutti. Gli abitanti della Bassa Atesina hanno chiesto solidarietà. Come reagiranno i sudtirolesi?