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QT n. 11, novembre 2015 Trentagiorni

In corteo contro l’insicurezza del nuovo fascismo

Si era accordato su di un sito di incontri: appuntamento nella notte tra domenica 18 e lunedì 19 ottobre, davanti al supermercato Orvea di San Pio X, luogo un po’ più sicuro e illuminato del vicino parco Maso Ginocchio, propostogli dall’altra parte dello schermo. Ma, arrivato all’appuntamento, ha trovato circa 7 uomini che lo aspettavano per punirne la presunta diversità: nel suo caso, l’essere omosessuale. Solo grazie alla sua bicicletta è riuscito ad evitare il pestaggio, ma non lo spavento di un’auto bianca con tre persone a bordo che lo ha inseguito fin vicino a casa sua.

Il ragazzo vittima della tentata aggressione ha deciso di non tacere dell’ennesimo agguato notturno dal sapore di squadrismo fascista verificatosi a Trento negli ultimi anni. Ed ha ottenuto, oltre all’attenzione dei quotidiani locali, la solidarietà cittadina. Partito da piazza Pasi, infatti, sabato 24 ottobre un corteo di un centinaio di persone ha raggiunto proprio l’entrata dell’Orvea. Una trentina le biciclette, per celebrare il ruolo del mezzo a due ruote, cruciale nella salvezza del ragazzo.

L’obiettivo del corteo era dare una risposta rapida all’agguato; e la sua parola d’ordine era molto chiara: visibilità.

Visibilità, prima di tutto, del fatto di cronaca, con gran parte degli interventi al megafono dedicati a spiegare alla città le ragioni della marcia. Nel tentativo di non assecondare la retorica un po’ deformante che descrive la presenza di disagio sociale e la piccola criminalità nelle zone ad alto valore immobiliare come l’unico fattore di insicurezza cittadino, proprio mentre alcuni gruppi si sentono in diritto di lanciare spedizioni punitive contro chi a loro non piace.

Visibilità, inoltre, anche di chi rivendica le proprie scelte di vita. Il corteo di sabato è stato un piccolo atto di orgoglio dei gruppi LGBTQ attivi in città. Che non sono scesi in piazza per chiedere di essere protetti con la forza, ma per sostenere che permettere l’autodeterminazione e la libera espressione è il mezzo più efficace per contrastare l’insicurezza. Molti anche gli interventi in polemica con chi diffonde la retorica dell’ideologia del gender, considerati gli alleati ideologici degli aggressori notturni, nel sottolineare come questa retorica miri al ristabilimento di ruoli tradizionali, per i quali “Samantha Cristoforetti non sarebbe mai arrivata nello spazio”.