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QT n. 2, febbraio 2014 Trentagiorni

“Slot Mob” a Trento

“Gioca responsabilmente”, così è scritto fuori da una sala giochi di Trento. Quasi a dire, riprendendo Crozza, “annega con cautela”, o “spàrati con prudenza”. Quella da gioco d’azzardo è una dipendenza riconosciuta dall’Oms e l’Italia è uno dei Paesi con la maggior diffusione del gioco d’azzardo, e ritenendolo legale lo Stato fa leva su un disagio psicologico per coprire i buchi di bilancio.

Il progetto “Slot Mob”, che ha fatto tappa a Trento il 24 gennaio, è nato dal desiderio di cambiare le cose, decidendo di recarsi in massa in un bar che si libera dalle slot machine. Partita da Biella e Milano, si tratta di un’encomiabile iniziativa di cittadinanza attiva partita dal basso che si è posta tre obiettivi: richiedere una legge che limiti seriamente il gioco, “premiare” un bar no-slot recandosi in massa a farvi colazione, curare il cattivo gioco con un buon gioco, organizzando in concomitanza un torneo di calcio balilla. A Trento l’iniziativa ha fatto tappa al Bar Civico 131 di via Perini, il cui gestore Ivan Fontana ci spiega di aver tolto già da due anni le slot machine per via di una “scelta etica”. Ma è il Comune di Trento, che detiene purtroppo il record di mini-casinò nella lista dei Comuni di medie dimensioni, stando all’inchiesta nazionale condotta da Wired Italia nel 2013, che ha scelto di fare la guerra alle slot, e per questo ha promosso l’iniziativa, col supporto della Provincia.

Buona cosa in un territorio, quello trentino, che, ad ogni modo, stando ai dati dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, gioca meno rispetto alla media nazionale.