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QT n. 9, settembre 2012 Cover story

La “democrazia partecipata” e il caso di Ivano Fracena

Il più sonoro schiaffone alla democrazia partecipata che il governo provinciale abbia assestato ai suoi cittadini in quest’ultimo scorcio di legislatura dellaiana, è arrivato a Ivano Fracena, un piccolo comune (500 abitanti) della Bassa Valsugana. La vicenda è nota, ed è emblematica per la narrazione di stampo feudale dell’esercizio del potere, ma anche per la determinazione dei suoi abitanti guidati da un ragazzo sveglio, preparato, Giacomo Pasquazzo, al quale non fa difetto l’ ironia, né tantomeno il coraggio.

I fatti. Nell’aprile del 2011 la Giunta Comunale di Ivano Fracena approva la realizzazione di una nuova caserma dei vigili del fuoco, nonostante quella vecchia (che tanto vecchia non è, risale agli anni ‘90) si possa benissimo ristrutturare. Costo dell’opera 1.273.000 euro, dei quali 813.000 mediante contributo della Cassa Antincendi della PAT, 355.744 con fondi del Comune ed altri 104.773 con avanzo di amministrazione. La cifra dei 355.744 euro di fondi comunali però è comprensiva dei denari che la Provincia assegna al Comune per opere minori da eseguire nel periodo 2011-2015. La giunta comunale decide di destinare questi fondi, corrisposti per più anni, interamente alla realizzazione della nuova caserma dei vigili del fuoco, rinunciando ad eventuali altri servizi.

Alcuni residenti non ci stanno (nel raggio di 3 km ci sono già 4 caserme: Strigno, Villa Agnedo, Ospedaletto e quella da poco inaugurata a Scurelle) e scatta la protesta, che non ottenendo soddisfazione, nell’aprile 2012 sfocia nella richiesta di un referendum comunale.

Motivazione del quesito: l’infrazione dell’articolo 18 dello Statuto comunale, non essendovi traccia dell’opera né nel programma elettorale, né nel documento programmatico approvato dal Consiglio. Il referendum viene dichiarato ammissibile l’8 giugno, la raccolta delle firme è da ultimare entro il 13 agosto. Il numero minimo di firme da raccogliere è 62, ma in pochi giorni si supera la settantina. Un risultato strabiliante per il comitato, consapevole di quanto costi, in termini di esposizione personale, la libera espressione popolare in un piccolo comune, dove peraltro il sindaco e quattro consiglieri di maggioranza su dieci appartengono al corpo dei vigili del fuoco e l’assessore ai lavori pubblici è fratello dell’unica vigilessa presente nei VVFF.

Nulla di strano, accade in quasi tutti i piccoli paesi, ma non accade sempre e dovunque che la popolazione si mobiliti. La questione approda in Consiglio Provinciale, dove Firmani (IDV) invia un’interrogazione alla Giunta, a seguire il PD e, per le minoranze, Marco Sembenotti.

Il 20 luglio, come una doccia gelata sulla canicola estiva, una delibera della Giunta Provinciale stabilisce che il FUT (Fondo Unico Territoriale) per i comuni sotto i 500 abitanti, che non hanno fondi a sufficienza per finanziare una nuova caserma dei vigili del fuoco, copra interamente la spesa. Con buona pace della spending review, delle 239 caserme su 217 comuni e delle critiche alle spese pazze dell’Autonomia.

 Con un blitz, inserito all’ultimo momento in un provvedimento sull’edilizia scolastica, la Giunta Provinciale disinnesca così una miccia che avrebbe potuto aprire una pericolosa spirale di consultazioni popolari e una serie di interrogativi sull’Autonomia dei territori, sulla gestione delle finanze da parte dei Comuni, delle Comunità, della Provincia. Insomma un micidiale effetto domino da stroncare sul nascere.

Non una voce si leva in Giunta Provinciale, come nella Giunta di Comunità, a difesa del referendum. Silenzio assoluto.

L’unico che non si lascia abbattere è Giacomo Pasquazzo, il giovane presidente del comitato referendario, il quale scrive una lettera ai 43 sindaci con meno di 500 abitanti, che suona più o meno così: Cari sindaci sappiate che grazie a Ivano Fracena in Trentino una caserma dei VVFF non si negherà più a nessuno, nemmeno ai comuni minuscoli; costi quel costi, paga mamma Provincia!

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Commenti (3)

Sunil Pellanda

Il caso di Ivano Fracena deve far riflettere !

Elena Beltrami

Come dire...Alieno è meglio !!!
mantieniti così caro amico,"tra color che son sospesi", o che hanno sospeso il giudizio per eccesso di ribasso....
ebb

Alieno

che storia incredibile! come sempre, il migliore c'ha la rogna.
Piu' democrazia, si puo' fare!
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