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Il solito casino pre-elettorale

Il 15 aprile si rinnova il Consiglio Comunale e le previsioni sono assolutamente incerte

Il 15 aprile si voterà per il Consiglio comunale e, per la prima volta, ci sarà l’elezione diretta del sindaco. Ufficialmente non siamo ancora in campagna elettorale, la quale però è già in corso almeno da novembre. Ufficialmente, esiste una solida maggioranza di 26 consiglieri su 40, composta dalla lista civica-popolare “Per Innsbruck” della sindaca Christine Oppitz-Plörer, dai socialdemocratici e dai popolari tradizionali. Ma in realtà, da mesi la maggioranza si è incrinata e il Consiglio vota come gli pare, con maggioranze variabili. Tutti contro tutti e si salvi chi può.

Christine Oppitz-Plorer, sindaca di Innsbruck.

I sondaggi dicono che di chiarezza non c’è nemmeno l’ombra. Mentre sembra verosimile che la sindaca riuscirà a farsi eleggere, 4 liste si contendono il primo posto: in almeno 6 sondaggi degli ultimi mesi, i Verdi (qualche volta già dichiarati il primo partito cittadino), la lista “Per Innsbruck”, i socialdemocratici e i popolari risultano tutti attorno al 20%, con margini minimi fra loro. Insomma, è possibilissimo che la sindaca venga eletta, perdendo però il ruolo-guida nel nuovo Consiglio. Perché il gruppo consiliare (non più dominato da personaggi forti come van Staa, o la signora Zach, dimissionata due anni fa e morta nel gennaio del 2011) perde acqua (ed anche consiglieri) da tutte le parti. Vista l’aria che tira e le offese che volano fra i partners della maggioranza, è perfino possibile, almeno teoricamente, perfino una maggioranza ostile ad una sindaca rieletta dal voto popolare. Insomma, il solito casino pre-elettorale che a volte diventa anche una farsa.

Il 15 dicembre scorso una maggioranza di socialdemocratici, verdi, opposizione di destra a perfino qualche consigliere popolare (il cui capogruppo ha dato via libera a possibili disertori), ha deciso, con procedura di urgenza garantita dall’assenso dei popolari al gran completo, di chiudere il mensile d’informazione ufficiale del comune (“Innsbruck informiert”). Ovvero: invece della solita agiografia della sindaca (presente su quasi ogni pagina) e invece di celebrare le magnifiche sorti e progressive della città sotto la guida geniale di detta sindaca, il mensile comunale dovrebbe rispecchiare tutta la realtà della società locale ed informare, in modo più oggettivo, sull’operato degli assessori, ma anche di altri soggetti della società politica e civile. Per far ciò, un gruppo di lavoro composto da tutti i partiti in consiglio doveva produrre un nuovo “statuto di redazione” che garantisse l’indipendenza dei redattori da ingerenze inopportune; fino ai lavori ultimati di questo gruppo, il mensile doveva uscire in forma ridotta (alle notizie “ufficiali”, tipo progetti per nuovi piani regolatori, turno notturno delle farmacie...).

Ma questa maggioranza Brancaleone ha sottovalutato la sindaca, che ha risposto picche. In teoria, come da regolamento, la signora doveva eseguire quanto deciso dal Consiglio. Invece non ha fatto niente per 5 settimane, così i numeri di gennaio e di febbraio sono usciti come niente fosse. Un giorno prima della seduta del Consiglio di gennaio (il 26) ha ufficialmente informato che, forte di un articolo del diritto comunale, si rifiutava di eseguire la decisione, chiamando in causa l’”eventuale danno” per gli interessi del comune. E ha rimandato ogni decisione ad un prossimo, conclusivo voto del consiglio. Il “danno” consisterebbe nel possibile risarcimento dovuto alla tipografia che, dopo un concorso europeo, ha vinto il contratto di servizio.

La sindaca ha anche citato una ricerca (pagata, naturalmente, dal contribuente) di “Mediawatch”, secondo cui il mensile comunale avrebbe rispecchiato fedelmente la realtà cittadina: visto che gli assessori della lista della sindaca amministrano il 70% del bilancio comunale (con tanti saluti ai partners della coalizione), sembra naturale che la sindaca domini le pagine del mensile... Tutto lottizzato come da manuale, insomma. Solo che, secondo il regolamento, la sindaca (al momento ancora eletta dalla maggioranza del Consiglio) deve eseguire le decisioni consiliari, la legge non aggiunge “in caso le siano gradite”. A questo punto il gruppo interpartitico per lo statuto si riunirà in febbraio (quando il numero di marzo già sarà in preparazione). Quanto ai consiglieri della maggioranza, si odiano cordialmente l’un l’altro e corteggiano l’opposizione. Insomma, il solito casino pre-elettorale.